ARCHIVES VOL.III: GLI ANNI TURBOLENTI DI SHAKEY RIVISITATI IN 22 DISCHI E 198 TRACCE (UNCUT)
I primi due dischi di Archives III (finalmente!) sono tratti dai concerti al Budokan e all'Hammersmith Odeon del tour mondiale del 1976 di Neil Young & Crazy Horse, e ti fanno desiderare di aver assistito ad almeno uno di quei concerti. Poi ti ricordi di esserlo stato: Hammersmith, 31 marzo, quarta fila, mezzo accecato dalla polvere che veniva spazzata via dal palco da un'enorme macchina del vento durante una delle prime esibizioni di "Like A Hurricane".
Di colpo ricordi tutto. Prima, Neil da solo, in acustico, con una scaletta che è il sogno di ogni fan. Poi i Crazy Horse si uniscono a lui per un secondo set che include "Down By The River", "Like A Hurricane", "Southern Man", "Cortez The Killer", "Cinnamon Girl", "Cowgirl In The Sand". Canzoni diventate centrali nel repertorio dei concerti di Young nei decenni a venire, ma queste registrazioni risalgono a prima che diventassero famose. Tutto sembrava appena coniato, un fulmine appena imbottigliato. "Like A Hurricane" era stata suonata per la prima volta solo pochi mesi prima, nel dicembre 1975, nel tour Rolling Zuma Revue. La versione all'Odeon è impressa nella tua memoria, suonata in un bagliore lunare, la chitarra di Neil che emerge dal vortice come da un vento solare, diversa da qualsiasi cosa avessi mai sentito allora.
Queste esibizioni sono tra i tanti punti salienti di questo enorme set: 198 tracce su 17 dischi, collegate occasionalmente dai "rap" di Neil, informativi ma un po' seccanti, più, nell'edizione deluxe statunitense, cinque dischi Blu-Ray con 11 film che coprono la carriera di Young dal 1976 al 1987. Non c'è un capitolo di quella carriera che non sia stato toccato in qualche modo da drammi, tragedie, fuochi d'artificio di un tipo o dell'altro, ma gli anni '80 di Neil furono particolarmente turbolenti e si conclusero con lui estraniato dai suoi fan e citato in giudizio dalla sua stessa etichetta per aver realizzato dischi non commerciali. Il synth-pop di Trans del 1983 fu particolarmente ridicolizzato, dato che nessuno era al corrente delle circostanze che lo avevano ispirato, cioè l'impatto emotivo su Young dei suoi figli Zeke e Ben, entrambi nati con una rara forma non ereditaria di paralisi cerebrale (Ben addirittura un paraplegico non verbale). All'improvviso ci fu molto dolore, risentimento e rabbia con cui fare i conti. Ci fu anche uno sfortunato sostegno pubblico a Ronald Reagan e deplorevoli commenti sull'AIDS che sembravano drammaticamente in contrasto con il suo solito utopismo hippie.
C'è anche molto, nell'antologia, che abbiamo già sentito. La maggior parte delle tracce sui dischi 3, 5, 10, 11, 12, 13 e 16 sono tratte da Hawks & Doves, Re-ac-tor, Rust Never Sleeps, Live Rust, Hitchhiker, Songs For Judy e The Last Waltz. L'insondabile "Will To Love" appare sia su American Stars 'N Bars che su Chrome Dreams. Delle canzoni inedite su questi dischi, non è difficile capire perché alcune di esse non abbiano mai trovato una casa. "Your Love" è un blues agghindato, "If You Got Love" un balzo stridente. In "Hard Luck Stories", Young sembra assecondare un'ambizione fortunatamente durata poco di suonare come Freddie Mercury. "Cryin' Eyes", sul disco 5, registrata dal vivo con The Ducks, al contrario, ha una percepibile urgenza da "bar band". La ruvida e scomposta "Bright Sunny Day", con i Crazy Horse, potrebbe essere stata registrata per strada, mentre "California Sunset", solo Neil e un banjo, sembra registrata con Neil seduto su una balla di fieno, circondato da pollame domestico e un'anatra che starnazza. È adorabile. Come pure "My Boy", che la segue nel disco n°13, un filo più consistente, sempre con un banjo così leggero che quasi non esiste, ma molto toccante. Una prima versione di "Lost In Space" finisce con Ronnie Wood che entra nello studio per una chiacchierata. Altrove, "We Never Danced" diventa una malinconica ballata per pianoforte, cantata nel suo registro più alto. "Road Of Plenty" è un primo abbozzo della "Eldorado" di Freedom.
Un giorno all'inizio del 1977, Neil si recò in macchina a casa di Linda Ronstadt a Malibu, con il produttore David Briggs e un mucchio di nuove canzoni che voleva far ascoltare alla Ronstadt e a Nicolette Larson. Si sedettero al tavolo della cucina e Briggs registrò l'intera sessione, presentata sul disco 4 come Snapshot In Time (1977). Neil inizia con "Long May You Run", già registrata e pubblicata nel 1976 sull'album omonimo della Stills-Young Band, ma qui cantata in un registro più basso del solito. Ronstadt e Larson la riprendono subito, unendosi al ritornello e ridendo a crepapelle quando Neil arriva al verso sui Beach Boys, "Caroline No" e "arrivare in tempo per il surf". C'è una prima versione di "Hold Back The Tears". "Questa è la parte del violino", dice lui, e inizia a canticchiarla. "Pocahontas", registrata al tavolo della cucina di Ronstadt, potrebbe essere la versione migliore della canzone. [NdT: non c'è "Pocahontas" in questo disco, l'autore dell'articolo ha evidentemente sbagliato canzone.]
Young si presenta alla Reprise all'inizio dello stesso anno con alcune tracce che ha registrato in Florida, ai Triad Studios di Fort Lauderdale, per testare le reazioni di Mo Ostin e Lenny Waronker, i boss dell'etichetta. Loro pensano che le canzoni abbiano bisogno di una band. Invece di impuntarsi e andare in tour con un quartetto di balalaika tanto per farli incazzare, segue il loro consiglio. Presto è ai Crazy Mama Studios di Nashville, con una troupe agguerrita che include un violinista veterano di Nashville, Rufus Thibodeaux. Il disco n°6 dell'antologia, Oceanside Countryside, contiene 11 tracce inedite dalle sessioni, che hanno anche prodotto la versione di "Lost In Space" apparsa su Hawks & Doves. "Field Of Opportunity" è country allo stato puro, del tipo che si potrebbe sentire in un centinaio di roadhouse e locali honky tonk. C'è una versione di "It Might Have Been" fa pensare a George Jones. "Dance Dance Dance" è come un ballo in maschera. Ci sono versioni inedite di "Comes A Time", "Peace Of Mind", con voci sovraincise, una bella versione di "Sail Away" e un mix inedito di "Pocahontas", pesante sui tom tom. C'è anche "Human Highway", una canzone che cambia così poco da una versione all'altra che avrebbe anche potuto aggiungere cornamuse e un'orchestra di kazoo all'arrangiamento senza alcuna conseguenza.
Le sessioni ai Crazy Mama furono messe da parte quando Young tornò a interessarsi a Comes A Time, con Nicolette Larson come seconda voce, il supporto della Gone With The Wind Orchestra e una schiera di habitué dello studio. Nell'agosto del 1978, dopo mesi di tentennamenti sulle stampe di prova e sulla scaletta, Young pubblicò finalmente Comes A Time, originariamente intitolato Give To The Wind. Fu il suo primo successo nella Top 10 dai giorni di Harvest, al quale seguì rapidamente un tour. Il disco 7, Neil Young & Nicolette Larson Union Hall (1977), è stato registrato durante una prova prima di uno spettacolo di beneficenza a Nashville. Ha un fascino da dietro le quinte, ma un disco del concerto stesso sarebbe stato un documento migliore di questo nastro rimbombante: voce, chitarra e batteria dominano in un mix sonoro troppo duro. Ma è quasi salvato da una versione scartata di Comes A Time e uno splendido duetto sul classico strappalacrime di Hank Locklin, "Please Help Me, I'm Falling".
Armato di un'altra manciata di nuove canzoni, nel 1978 Neil fece 10 spettacoli al Boarding House di San Francisco. Sui dischi 8 e 9 ci sono le prime apparizioni di "Shots", "Hey Hey, My My", una fantastica "Thrasher", "Ride My Llama", "Already One", "Comes A Time". "Human Highway" fa un'altra inevitabile apparizione e c'è una straordinaria versione acustica solista di "Powderfinger". C'è anche una generosa porzione di canzoni ormai considerate dei classici, tra cui una "Birds" tremendamente bella. Come Young ci ricorda in un altro breve "rap", la mattina del secondo spettacolo al Boarding House è andato in studio per registrare la versione focosa e leggermente squilibrata di "Hey Hey, My My" con i Devo, completa della voce di Booji Boy, che apre il disco 9.
Si può solo immaginare l'espressione sul volto di David Geffen quando Neil gli ha fatto ascoltare il suo primo album per la sua nuova etichetta dopo aver lasciato una casa di lunga data alla Reprise. Trans, con i suoi sintetizzatori e Vocoder, era diverso da qualsiasi cosa Young avesse mai fatto, un album sull'"insegnare ai robot a cantare", come dice in uno dei suoi intermezzi. I fan e i critici, ignari delle circostanze personali che avevano ispirato il disco, erano inorriditi. Ci sono sei tracce di questo progetto nel disco 12, che include anche tracce di Johnny's Island (originariamente Island In The Sun), un album registrato alle Hawaii più o meno nello stesso periodo e con la stessa troupe di Trans, per lo più musica con una patina di protezione solare realizzata da gente in pantaloncini, Wayfarer e sandali, puro stile Yacht Rock. "Island In The Sun" ha persino dei bonghi. "Raining In Paradise" è più una previsione del tempo che una canzone, e "Big Pearl" evoca ragazze hula hula con gonnelle di paglia e noci di cocco. "Johnny" è una canzone sul terrorismo urbano gravata da synth galoppanti. Trans aveva scosso Geffen, e rimasero ulteriormente scioccati quando Neil come seguito offrì l'originale Old Ways, un album country che l'etichetta, inorridita dall'idea, rifiutò. In risposta alle loro richieste di qualcosa di "più rock'n'roll", Neil ha sfornato Everybody's Rockin', un pastiche rockabilly di 25 minuti che Geffen ha pubblicato probabilmente con i denti stretti e l'iperventilazione del reparto contabilità. Le recensioni sono state negative, le vendite peggiori che mai. Geffen ha fatto causa a Young per 3,3 milioni di dollari per aver realizzato dischi che erano "non commerciali" e "musicalmente atipici". Nel frattempo, Neil si stava divertendo con un tour per fiere statali e rodei, con una band country battezzata International Harvesters, con Rufus Thibodeaux e il pianista Hargus "Pig" Robbins. Il disco 14, Grey Riders: 1984-1986, contiene 14 brani dal vivo del tour, metà dei quali pubblicati in precedenza su A Treasure del 2011. Il disco è un'appropriata profusione di violini fiammeggianti, banjo, pedal steel, e anche Neil è caldo. C'è una versione inedita e straordinaria della tristemente sarcastica "Nothing Is Perfect", una delle canzoni che ha suonato con gli Harvesters al Live Aid, la cui iniziale devozione hillbilly è brutalmente minata dai versi successivi, che evocano un'America idilliaca rovinata dall'avidità aziendale. Come "It's All Good" di Dylan, la traccia di chiusura tagliente di Together Through Life, "Nothing Is Perfect" trasforma un cliché in un'accusa. "The Old House", anch'essa inedita, è un lamento meraviglioso che descrive simili devastazioni economiche, comunità in difficoltà, pignoramenti agricoli, vite distrutte.
Nel febbraio 1984, Neil e i Crazy Horse si recavano al Catalyst, un club di Santa Cruz, per quattro serate, apparentemente per elaborare canzoni per un nuovo album che era stato abbandonato quando Neil se ne andò per registrare Old Ways. Le otto tracce del disco 15, Touch The Night (Crazy Horse 1984", includono versioni blues rock di "Barstool Blues", "Welfare Mothers" e "Violent Side" e "I Got A Problem", quest'ultima una coppia di prototipi che sarebbero apparsi in forma più patinata su Landing On Water del 1986. Ci sono tre canzoni inedite, "Rock", "Your Love" e una stranezza intitolata "So Tired" che suona in modo drammaticamente simile a tribute band dei Black Sabbath. Crazy Horse più familiari emergono in una versione di 11 minuti di "Touch The Night", un'altra traccia destinata a Landing On Water, la cui epicità è in gradito contrasto con il resto dello show, che sembra quasi belligerante.
Come regalo di Natale del 2021 ai fan, Young ha iniziato a trasmettere in streaming un album inedito sul sito web Neil Young Archives. Summer Songs, l'ultimo disco della raccolta, composto da otto tracce, è stato registrato originariamente nel suo Broken Arrow Ranch nel 1987. C'è un semplice e dritto "American Dream", preferibile alla mostruosità allampanata che è diventata la traccia del titolo dell'album di reunion (deplorevole) di CSNY, nel 1988. "Someday", "Hanging On A Dream" e una riscrittura di "Wrecking Ball" sono state poi rivisitate in Freedom. "For The Love Of Man" non sarebbe riemersa fino a Psychedelic Pill del 2012, 25 anni dopo. L'ultima traccia dell'antologia rappresenta la pubblicazione ufficiale di "The Last Of His Kind" - "The Farm Aid Song" - una celebrazione della nobiltà della classe operaia americana che potrebbe facilmente riguardare Young stesso. Disponibile solo nella Deluxe Edition statunitense, ci sono anche 11 film su cinque Blu-Ray, con una durata totale di 14 ore, incluso il lungometraggio del 1982, Human Highway, con Dennis Hopper, Dean Stockwell e Devo, un film "inventato sul momento su punk, sballati ed ex alcolisti". Ci sono filmati degli spettacoli del 1978 al Boarding House, di un concerto del 1982 a Berlino e lo show del 1984 al Catalyst, torbido tanto quanto la sua musica. Muddy Track è il documentario su un infelice tour europeo del 1987. In A Rusted Garage è tratto da un concerto del 1986 in California, e include un'apparizione come ospite del comico Sam Kinison. A Treasure ha immagini per lo più scadenti, ma una versione feroce di "Grey Riders" con The International Harvesters. Ci sono due film dedicati a Trans. Ma il migliore tra tutti è Across The Water, 14 canzoni dagli spettacoli del Budokan del 1976 e alcune clip esilaranti di Neil che suona per strada a Glasgow e un incontro spassoso con l'hippie londinese noto come Jesus, famoso per ballare nudo al Roundhouse e in vari festival. "Gesù?" fa Neil. "Beh, spero che questa volta finisca meglio per te".
È il filmato di "Like A Hurricane" di Hammersmith 1976, la prima volta che lo hai visto, che rimane davvero impresso. Neil sembra appena sceso da una casa sull'albero a Laurel Canyon, i lunghi capelli arruffati scompigliati dalla macchina del vento, si gira verso la telecamera con gli occhi selvaggi, un sorriso alla Spahn Ranch, l'aria di qualcuno che ha smesso da tempo di giocare secondo le regole di chiunque, tranne le sue. E così farà sempre.
Allan Jones, Uncut, settembre 2024
Traduzione: MPB, Rockinfreeworld
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