Neil Young & Crazy Horse: Early Daze (Reprise Records, 2024)
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- Dance Dance Dance
- Come On Baby Let’s Go Downtown
- Winterlong
- Everybody’s Alone
- Wonderin’
- Cinnamon Girl
- Look At All The Things
- Helpless
- Birds
- Down By The River
Come tanti altri dischi degli Archives, anche Early Daze è una macchina del tempo in grado di riportarci indietro, questa volta nel 1969, anno in cui si formarono i Crazy Horse dopo che Neil Young fece suoi i The Rockets, la band che vedeva Danny Whitten, Ralph Molina, Billy Talbot, George e Leon Whitsell, e che aveva da poco pubblicato un primo album, omonimo. Come sappiamo, Molina, Talbot e Whitten rimasero con Young, ma Whitten avrebbe presto avuto un fatale tracollo nella tossicodipendenza, per poi morire tre anni dopo.
Basta ascoltare Early Daze una sola volta per riconoscergli un pregio innegabile: quello di essere piacevole e compatto quanto un album. Però non lo è, trattandosi di un collage che spanna tra due momenti di registrazione ben distinti. Gli Horse infatti si riunirono una prima volta nell'inverno 1969 (gennaio-marzo), sotto il vigile occhio (ma soprattutto orecchio) del produttore David Briggs, anch'egli appena conosciuto, per le sedute che portarono a Everybody Knows This Is Nowhere.
In Early Daze ci sono due rarità, chiamiamole così, di queste sessions, che suonano un po' come delle bonus tracks: i mix alternativi di "Cinnamon Girl" (mono-mix usato all'epoca per un singolo 45", con la voce di Whitten più in evidenza rispetto al mix usato per l'LP) e "Down By The River" (mix originale con la stessa base musicale ma la traccia vocale diversa, più rozza, probabilmente quella registrata in presa diretta, poi sovraincisa per la versione usata nell'LP).
Il Cavallo tornò poi in studio in agosto e di nuovo a ottobre, arricchendosi dalla partecipazione di Jack Nitzsche (al pianoforte e, in un caso, alla produzione) per dedicarsi al nuovo materiale nel frattempo scritto da Young. Ed è questa la parte sostanziale di Early Daze, che va a scavare in modo definitivo (in teoria) in quello che avrebbe potuto essere il secondo album dei Crazy Horse, abbandonato per la gestione problematica di Whitten e i numerosi progetti che Young aveva per le mani nel 1969.
Quattro canzoni di queste sedute non erano mai emerse finora: Helpless, Winterlong, Come On Baby Let's Go Downtown e Look At All The Things (quest'ultima a firma Whitten). Manco a dirlo, tutte straordinarie, da far quasi saltare i nervi sapendo che l'album a cui appartenevano di diritto è finito nel nulla. A questo punto è doveroso aprire una parentesi sulla leggendaria Helpless con i Crazy Horse, data per persa da Young in più di un'occasione, ma ecco che qui ne affiora una versione: sicuramente non quella "di otto o nove minuti", "piena di cimbali e chitarre" a cui Neil faceva riferimento, che non fu registrata per un errore tecnico; ma questa è un rimpiazzo più che degno... è grandiosa.
Poi Birds, Everybody's Alone, Dance Dance Dance e Wonderin', in versioni uguali o simili ad alcune già note ai fan che seguono NYA (il sito ufficiale) ma qui aggregate assieme per la prima volta su disco, il che, assieme alle precedenti, fornisce finalmente un quadro compiuto di un periodo rimasto inedito nella discografia ufficiale.
Al di là delle informazioni discografiche e dell'indubbio valore storico, Early Daze - lo ripetiamo - è un disco frizzante, pieno della vitalità creativa di un artista nella sua fase di ascesa e della spontaneità esplosiva di una band che non tornerà più sotto questa forma. Ultimo, ma non ultimo, a suo modo Early Daze è un tributo al talento e alla passione di Danny Whitten, la cui partnership musicale con Young è durata davvero troppo poco. E se dopo aver ascoltato Early Daze vi andate a rispolverare Live at Fillmore East 1969, l'effetto wow è garantito.
Non male, per incisioni vecchie di oltre mezzo secolo. Un plauso conclusivo per la straordinaria qualità audio, ma va da sé, a questo gli Archivi ci hanno ormai abituato.
Sì, è un autentico viaggio nel tempo. Fatevi questo regalo: salite a bordo.
MPB, Rockinfreeworld
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