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Before & After: recensioni internazionali



Le canzoni raramente migliorano, fedeli a un'asperità che dà la sensazione di ascoltare delle demo semilavorate. Ma il songwriting è, ovviamente, stellare.
DIYmag, voto **** (su 5)

Senza le distrazioni e le variabili di una band al completo, si può apprezzare meglio il modo in cui l'album è stato assemblato, con sottili passaggi musicali, un montaggio intelligente e l'attenzione alle tematiche ricorrenti delle liriche.
Slant Magazine, voto **** (su 5)

L'unico passo falso è Mother Earth, dove la chitarra distorta della versione originale viene sostituita da un organo a pompa, e dato che la voce di Young ruba ancora la scena, la scelta sembra limitarsi a un cambiamento puramente estetico, rispetto alle più fantasiose rielaborazioni del resto della scaletta.
The Observer, voto **** (su 5)

Mostra la persistenza di certi temi e certi stati d'animo nel tempo, ripercorsi da un uomo che fa i conti con il proprio passato e che getta nuova luce sui propri solchi più profondi.
Uncut gennaio 2024, voto 8 (su 10)

Se il concerto dal vivo era arricchito dall'intimità delle chiacchierate di Young tra una canzone e l'altra, qui l'intimità deriva dalla sensazione di ascoltare i suoi pensieri fluire da canzone all'altra, proprio come capita con i ricordi.
Mojo gennaio 2024, voto 8 (su 10)

C'è una bella intimità e apertura in canzoni come When I Hold You in My Arms, e mentre la sua voce ha perso un po' della vecchia potenza giovanile, ci ha guadagnato in tenerezza, sfumature, umanità e calore.
The Guardian, voto **** (su 5)

L'umiltà è ciò che contraddistingue Before And After, irradiata attraverso la voce di Young. La qualità del tempo che ha acquisito nel corso degli anni non fa che accrescere l'autenticità dell'emozione, così come la semplicità del suo modo di suonare l'armonica e il vigoroso strimpellare della chitarra acustica.
Glide Magazine, rece positiva

Dato che queste performance hanno un approccio scarno, simile a quello di un demo, la loro intimità è evidente ed è rivelatrice, come se l'ascoltatore stesse origliando l'artista in un momento in cui è particolarmente vulnerabile o, più probabilmente, mentre sta ripescando e suonando alcune canzoni per puro piacere e soddisfazione personale.
American Songwriter, voto ***½ (su 5)

Forse non è la nuova registrazione in studio che alcuni speravano, ma è un'immersione affascinante e avvincente nel passato di Young.
Classic Rock, voto ***½ (su 5)

La nitidezza degli arrangiamenti mette in risalto la distanza tra l'origine delle canzoni e il presente di Young. Ormai prossimo agli 80 anni, Young non sembra fragile, ma la sua voce mostra un po' del logorio dell'età. Con la sua voce roca e comprensiva, Young mette in risalto il tenero struggimento intrinseco in queste composizioni.
Allmusic, voto *** (su 5)




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