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Perduto e ritrovato: il mistero di Trick Horse, l'album voluto da Poncho Sampedro



Oggi vi raccontiamo la storia del più misterioso tra gli album dei Crazy Horse, band che - lo ricordiamo - ha avuto una vita e una discografia parallela senza Young (al massimo con la sua collaborazione alle chitarre), arricchendosi di membri aggiuntivi e incidendo una manciata di ottimi album (peraltro in fase di ripubblicazione sul sito ufficiale di Young, NeilYoungArchives.com).
Tutto iniziò nel 2013, mentre i fan si crogiolavano nell'esplosivo Alchemy Tour, che sarebbe stato il tour di commiato di Poncho Sampedro e per estensione dei Crazy Horse così come li conoscevamo dal 1975. Verso la fine di quell'anno, sul web spuntò dal nulla un disco targato Crazy Horse dal titolo mai sentito prima: Trick Horse. Per la precisione spuntò su iTunes... non proprio il deep web, insomma. Il sito Rusted Moon, nel riportare la notizia, attribuiva la casuale scoperta a tale Jennifer Anna Griffiths di Glasgow, Scozia.
La descrizione di iTunes lo dava come un album del 2009 e il nome dell'etichetta era Poncho Villa. Coincidenza? La foto di copertina, un cavallo avvolto nella bandiera americana, è stata oggetto di ulteriori ricerche da parte del sito sopra menzionato, e venne fuori che l'immagine proveniva dal sito web di un maneggio dove si addestravano cavalli.
Bastò far partire la prima traccia per rendersi conto di due cose: le voci parevano effettivamente essere quelle di Poncho e soci, ma le tracce non provenivano certamente dal 2009. La sovrapproduzione con fiati e archi, e quel generale senso di artificioso, non poteva essere più recente dei tardi anni Ottanta. Un momento in cui i Crazy Horse erano stati snaturalizzati, sfruttati e poi messi da parte senza troppe remore dal buon Neil. Altra coincidenza?
Il mistero andava infittendosi, così si decise di cercare aiuto nelle pagine della bibliografia younghiana, e in particolare fu il libro Shakey di Jimmy McDonough, che raccoglie un enorme corpus di interviste, a fornire alcune preziose informazioni.
Lì infatti si accennava, anche se molto brevemente, al fatto che Frank Sampedro aveva prodotto a proprie spese un album con il resto della band, senza Young, facendo prima alcune sessions collettive per ottenere le basi musicali, poi aggiungendo singolarmente le parti vocali (di Poncho, Billy e Ralph). Uno dei motivi che lo spinse a portare avanti questo progetto, sicuramente in uno dei momenti in cui il Cavallo era stato rimesso da Young nel fienile, era la ripetuta critica mossa ai Crazy Horse di non saper suonare bene, di essere troppo amatoriali.
Per chiarire definitivamente le cose venne chiamato in causa Poncho stesso. E lui confermò che si trattava proprio delle sessions auto-finanziate, che tre canzoni, delle nove totali, erano state scritte da lui, e che correva l'anno 1986. Ciò inquadra l'album come antesignano di Left For Dead del 1989, l'ultimo della discografia parallela del Cavallo.
Nel tempo sono stati recuperati alcuni dei credits delle canzoni, ma non tutti (o almeno, noi non ci siamo riusciti; se qualcuno ha informazioni sui credits mancanti, ci contatti subito!).

1. Part of You (Poncho Sampedro) - 3:58 
2. Rock House (Billy Talbot, Craig Krampf) - 4:04
3. Loving You the Way I Do (Ralph Molina) - 4:52
4. People Talkin' (?) - 2:48
5. Mexicali (?) - 3:34    
6. Looking for Somebody (Ralph Molina) - 4:06
7. I Miss You (Billy Talbot, Monty Clark) - 4:14
8. It's So Easy (Poncho Sampedro) - 3:58
9. Back In the City (?) - 3:50

Se non avete ancora ascoltato Trick Horse... forza, che aspettate?



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