NYA Concert Timeline, tutti i concerti del 2022 con voto e commento
Durante il 2022, per il secondo anno consecutivo, sul sito ufficiale di Neil Young sono stati rilasciati diversi concerti integrali in streaming esclusivo. Si tratta di performance inedite che gli abbonati al sito possono ascoltare sulla sezione Timeline Concert, scorrendo lungo il percorso cronologico e cliccando sotto agli indicatori bianchi.
Nell'anno appena concluso sono apparsi "solo" 8 concerti, meno della metà rispetto al 2021 (ben 17), ma il livello delle serate selezionate è quasi sempre molto alto. Prima di lasciarvi ai nostri commenti su ciascun concerto, ricordate che QUI potete vedere l'elenco completo del materiale uscito su NYA e inedito altrove (live, tracce studio, videoclip, film ecc, sempre aggiornato); QUI invece potete leggere il commento ai concerti apparsi sulla Timeline Concert durante il 2021.
Il Cavallo porta in tour il suo disco senza David Briggs, scomparso l'anno prima, e regala performance tese ed emozionanti come questa, imperdibile dalla prima all'ultima canzone. La setlist comprende quattro brani dall'allora nuovo album Broken Arrow ("Big Time", a cui si aggiunge Larry Cragg al piano, "Slip Away" e "This Town" vengono fuori in forma smagliante, l'acustica "Music Arcade" un po' meno) incastonati in una sequenza di grandi classici, tra cui spicca una spettacolare resa elettrica di "Pocahontas" e un medley che dopo una "Cinnamon Girl" lineare e una rovente "Fuckin' Up" arriva all'apice con la "Cortez The Killer" più ispirata ad oggi pubblicata tra i take live (dopo un false start che paradossalmente la rende ancora più accattivante). In due parole, sound tonico e Crazy Horse in stato di grazia. Da non perdere: Pocahontas, Big Time, Slip Away, This Town, Cinnamon Girl/Fuckin' Up/Cortez The Killer (medley).
Voto: ☆☆☆☆☆
Tra i concerti più lunghi di Neil Young (o il più lungo secondo NYA): 3 ore e mezza, che iniziano in acustico e proseguono in frizzanti jam elettriche. Pochi giorni dopo Amsterdam la band approdò al Lucca Summer Festival, dove c'eravamo anche noi: un grande show a tutto volume. Se avete amato quella serata riproverete le stesse sensazioni ascoltando questa. La setlist è ricchissima, ben 26 canzoni che lasciano spaziano a rarità come "Razor Love", "Hold Back The Tears", "Someday", "Change Your Mind", "Revolution Blues", "Don't Be Denied", "Alabama", "Western Hero" e l'encore finale di "Here We Are In The Years". E per fortuna Neil è molto più in forma rispetto alle altre due serate con i POTR pubblicate sulla Timeline nel 2021. Qui le esecuzioni sono più accurate e ispirate, talvolta intime, talvolta infuocate. Lo show rappresenta l'alchimia perfetta tra Neil e la band, quando riesce. Da non perdere: parte acustica Razor Love, Out On The Weekend, Someday, Here We Are In The Years, parte elettrica Alabama, Change Your Mind, Love To Burn, Revolution Blues, Monsanto Years.
Voto: ☆☆☆☆½
Questo è uno di quegli show che aprono uno squarcio su uno dei tour e delle band con cui Neil ha fatto una toccata e fuga, regalandoci emozioni nuove e inusuali, senza un'incisione in studio né un live album a immortalare il momento. Parliamo del tour del 1993 con Booker T. & The MGs, una delle più famose soul band anni 60/70 di Memphis (Booker T. Jones, Steve Cropper, Donald 'Duck' Dunn, Jim Keltner; Dunn e Cropper hanno fatto parte anche della band dei Blues Brothers). Possiamo ascoltare un paio delle canzoni inedite che Neil portò in giro: "Live To Ride" (tutt'ora inedita) e "Separate Ways" (poi pubblicata nella sua versione originale su Homegrown, molto diversa, ma apprezzabilissima anche in questa versione decisamente più blues). Tutta la scaletta è scoppiettante, e comprende anche "Motorcycle Mama" che debuttò live per la prima volta durante questo tour. C'è anche un'ispirata "(Sittin' On) Dock Of The Bay" di Otis Redding. La serata si chiuse con un'apparizione dei Pearl Jam per "Rockin' In The Free World", purtroppo non registrata. Da non perdere: Live To Ride, Separate Ways, Motorcycle Mama, Love To Burn
Voto: ☆☆☆☆½
Broken Arrow North America Tour - 16/09/1996 Sacramento, California [setlist] con Crazy Horse
Simile al concerto di Leipzig, offre nuovamente una selezione da Broken Arrow (per i pezzi elettrici, "Big Time" e "Slip Away", la prima scelta ricade su Leipzig; qui però "Music Arcade" è migliore e c'è anche una breve rivisitazione acustica di "Changing Highways" che va quasi in medley con "Sugar Mountain"). Protagonista della serata è il lungo medley, circa 33 minuti, di "Roll Another Number/Danger Bird/Rockin' In The Free World" ("Danger Bird" è la stessa del live album Year Of The Horse). Da non perdere: "Changing Highways", "Sugar Mountain", "Music Arcade", "Roll Another Number/Danger Bird/Rockin' In The Free World".
Voto: ☆☆☆☆½
NYCH Tour - 01/05/2018 Fresno, California [setlist] con Crazy Horse
Prima di cinque serate californiane della line-up con Nils Lofgren al posto di Frank Sampedro, poi protagonista degli ultimi tre dischi in studio (Colorado, Barn e World Record). La serata è energica, sebbene non sempre precisa e, anzi, con una buona dose d'improvvisazione, ma l'emozione è garantita a partire dal recupero di "Big Time" e "Scattered", dal troppo velocemente dimenticato Broken Arrow del 1996. Ma anche di una "Too Far Gone" con atmosfera unplugged e di una "World On A String", al contrario, sporca e martellante. Trascinanti "Fuckin' Up", "Cinnamon Girl" e "Mansion On The Hill", con preferenza per quest'ultima, più rara (e ancor più raramente ben eseguita). Il resto è nella media, senza particolari apici. "Walk On" è parecchio sgangherata, ma è lo stesso un piacere sentirla perché arriva inaspettata. Di "Hurricane" ce ne sono senz'altro di migliori, ma ciò non toglie nulla al suo sacrosanto momento verso fine concerto. Da non perdere: Big Time, Scattered, World On A String, Too Far Gone, Cortez The Killer, Mansion On The Hill.
Voto: ☆☆☆☆
Tutti i concerti più storicamente rilevanti sono sempre ben accetti essendo autentici reperti storici, tuttavia questa setlist non aggiunge praticamente nulla di nuovo dopo il concerto di Boulder pubblicato sulla Timeline nel 2021, il live Odeon-Budokan dentro Archives Vol.2 e la compilation acustica Songs For Judy. Le uniche tracce non presenti altrove sono "The Losing End" e "Southern Man", ma di quest'ultima purtroppo la registrazione è incompleta. Anche "Heart Of Gold" è parziale, e quanto al set acustico non brilla particolarmente. "Lotta Love" è la highlight della serata. Inoltre il suono (e la voce di Young in particolare) sono un po' calanti perché la registrazione, stranamente, è rallentata del 3% circa. Da non perdere: The Losing End, Lotta Love, Cortez The Killer, Southern Man (parziale).
Voto: ☆☆☆☆
Solo Trans Tour - 17/02/1983 Buffalo, New York [setlist] solo
Non il solito concerto acustico. Neil esegue i classici con ritmo più veloce del solito (pensate che tutto il concerto, 22 canzoni, dura appena 1h 45') come se volesse toglierseli di torno per far spazio alle novità, che rimangono i momenti di maggior interesse di questa performance. "California Sunset" (al banjo) e "Are There Anymore Real Cowboys?" debuttano in questo tour e sono probabilmente più fedeli alle versioni dell'Old Ways originale rispetto a quelle uscite su album nel 1985. Anche "Soul Of A Woman" è una canzone del periodo, già suonata dal vivo l'anno prima e tutt'ora inedita su album. Ma la stravaganza inizia con l'intervento di Joel Bernstein al synclavier su "Don't Be Denied", una vera chicca (Bernstein suona anche il banjo su "Old Man"). Poi arrivano i brani di Trans dove Neil canta e suona su basi campionate: la rivisitazione di "Mr. Soul" ha una chitarra elettrica in gran risalto, mentre su "Transformer Man" e "Computer Age" c'è molto (troppo) campionamento e sembra di sentire le registrazioni studio, solo più scarne. Non sarà la prima scelta se si vuole ascoltare un concerto di Young, ma l'importanza storica è indubbia. Da non perdere: Mr. Soul, Don't Be Denied, Are There Any More Real Cowboys, California Sunset, Sail Away.
Voto: ☆☆☆½
Solo Theater Tour - 30/6/2018 Chicago, Illinois [setlist] solo
Secondo degli otto concerti americani in solitaria tenuti nell'arco del 2018, un paio dei quali trasmessi in diretta streaming sul sito ufficiale; dai filmati è stato inoltre ricavato il lungometraggio Timeless Orpheum. Proprio come le esecuzioni immortalate in quel film, questa serata è per certi versi ispirata ma le esecuzioni tradiscono parecchie stecche fin troppo evidenti. Peccato, perché la setlist regala momenti rari: per esempio "Angry World" e "Speakin' Out" sono recuperi degni di nota, purtroppo molto imprecisi nell'esecuzione. In generale un ascolto interessante ma non fondamentale. Da non perdere: "Homefires", "There's A World", "Birds", "War Of Man", "One Of These Days".
Voto: ☆☆☆
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