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Neil Young & Crazy Horse: Way Down In The Rust Bucket (Reprise Records, 2021)


1. Country Home  9:13
2. Surfer Joe and Moe the Sleaze  5:40
3. Love to Burn  13:54
4. Days That Used to Be  4:56
5. Bite the Bullet  3:58
6. Cinnamon Girl  4:04
7. Farmer John  6:01
8. Over and Over  10:20
9. Dangerbird  10:26
10. Don’t Cry No Tears  4:22
11. Sedan Delivery  5:44
12. Roll Another Number (For the Road)  4:45
13. Fuckin’ Up  5:12
14. T-Bone  6:44
15. Homegrown  4:46
16. Mansion on the Hill  5:58
17. Like a Hurricane  12:56
18. Love and Only Love  13:16
19. Cortez the Killer  11:24

Archives Performance Series #11.5

Registrato a The Catalyst, Santa Cruz il 13 novembre 1990.


Rassegna stampa italiana e internazionale

L'album parte fortissimo con una torrida ed irresistibile versione di Country Home che ci dice chiaramente cosa ci possiamo attendere da un intro del genere. Da quel momento in poi è un viaggio in un paradiso di suoni elettrici, parossistici, tirati all'inverosimile che portano in una sorta di estasi musicale che solo la magnificenza di certi leggendari live album posseggono. Perfino in pezzi che sinceramente non ti aspetteresti, vedi Surfer Joe (da Re-ac-tor), il flusso elettrico è devastante. Il suono è possente ed in tempi come questi, dove abbiamo perso il piacere di uscire sfiniti da un concerto ad alto tasso elettrico, riesce a mandarti fuori di testa. Questa è gioia pura! 
Voto positivo

Un artista in stato di grazia, che, con una scaletta che alterna pezzi all’epoca recenti a classici anni ’70, riesce a mettere a nudo la sua anima più elettrica. È un live godibilissimo, in perenne equilibrio tra melodia e rock muscolare, dove appaiono anche molto misurati e puntuali i lunghi assoli su cui spesso il canadese indulge (a volte un po’ troppo, secondo me). Sul suono di chitarra è inutile dilungarsi troppo, essendo quello di Young e dei Crazy Horse uno dei punti più alti nell’intero panorama rock
Voto positivo

Ha una scaletta stellare costruita attorno ai brani di quell'album [Ragged Glory], abbondantemente condita con classici e rarità degli Horse. In tutto questo il Cavallo si dimostra affidabile e elastico.
Voto 9 - Uncut aprile 2021 - fonte: Metacritic

Questo non è solo un greatest hits: Young e i Crazy Horse svelano gemme nascoste e cavalli di battaglia. Di nuovo torniamo alla domanda "Se Neil aveva questo e Homegrown nel caveau, che altro ci sarà?"
Voto 9 - Clash Music

Questo lavoro di una sola notte marca un punto in cui la creatività trascende il mercato, preservando quello che è indiscutibilmente uno degli apici della storia artistica di Neil Young.

Con Way Down In The Rust Bucket, Young rivela una visione e una vitalità che lo mettono in mostra al meglio.

Way Down In The Rust Bucket non è una delle opere più rivelatorie emerse dagli archivi di Neil Young da quando ha iniziato ad aprirli a metà degli anni 2000. Tuttavia (...) questa è una festa da assaporare, una lunga e vivace celebrazione della gioia di alzare gli amplificatori.
Voto 8 - Allmusic

È chiaro dall'ascolto e dalla visione di Way Down In The Rust Bucket che questa è stata un'occasione davvero speciale, che ora rivive in questo nuovo, straordinario documento dei Crazy Horse in tutta la loro (lacera) gloria.
Voto 8 - Exclaim

Come Weld, anche Way Down In The Rust Bucket mette in mostra la band nuovamente arruolata che suona ancora motivata dopo gli spettacoli scricchiolanti degli anni Ottanta. Tuttavia non sono ancora la macchina al galoppo che diventeranno durante il tour vero e proprio. Quello che ascoltiamo sono i musicisti che si divertono a modo loro.
Voto 7 - Rolling Stone




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