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Neil Young & Crazy Horse: Return To Greendale (Reprise Records, 2020)


1. Falling From Above
2. Double E
3. Devils Sidewalk
4. Leaving The Drive
5. Carmichael
6. Bandit
7. Grandpa's Interview
8. Bringin' Down Dinner
9. Sun Green
10. Be The Rain


Registrato al Air Canada Center, Toronto, il 4 settembre 2003.

Prodotto da Neil Young & L.A. Johnson.

Mixato da Tim Mullingan, eccetto "Bandit" mixata da John Hanlon.


Nel 2003 Neil Young & Crazy Horse tornano in tour portando al pubblico (che nel corso dei decenni ha imparato a conoscere e persino ad amare le bizzarrie del canadese errante) una rock-opera in dieci nuove canzoni. Le melodie sono semplici, molto blues, i testi lunghi e narrativi. Protagonista della storia è la variopinta famiglia Green che abita nel piccolo paesino di Greendale. Alla base delle vicissitudini raccontate ci sono considerazioni sull'ecologia, sulla società dei mass-media e sulla politica. Intendiamoci, la profondità con cui queste tematiche vengono sviscerate non è quella che trovereste in un saggio di Noam Chomsky, ma il risultato è così spontaneo e fresco che si fa piacere forse anche proprio per la sua semplicità da "cittadino medio".

Neil Young è talmente coinvolto in questo progetto che, oltre al disco in studio registrato quell'estate, fa seguire un film home-made (con gli attori, tra cui il compianto Ben Keith, che cantano e si muovono sulle canzoni) e, appunto, un tour con il Cavallo. I concerti non si limitano all'esecuzione della scaletta da parte della band: c'è tutta una scenografia e una coreografia da parte di attori sul palcoscenico. Qui sta la vera forza del progetto: il modo in cui viene reso. Neil ha la libertà di fare le cose come vuole, portando la sua visione al pubblico per com'è, senza intromissioni esterne (ci viene sempre da ripensare al boicottaggio dei video di Trans che affossarono quel progetto, nato come qualcosa di multimediale). Se poi non tutto funziona perfettamente (non si può dire che il film sia granché e l'album è un po' scarno nelle esecuzioni, colpa anche l'assenza di Sampedro) poco male, perché scavando negli Archivi prima o poi verrà fuori qualcosa capace di rendere al progetto la giustizia che merita.

Ed eccoci qui, al giorno in cui esce la Performance Series #16 ovvero Return To Greendale. Dal titolo sembra un sequel, in realtà è soltanto il live album tratto dal concerto del 4 settembre 2003 a Toronto. Frank Sampedro stavolta c'è, sebbene relegato a una posizione marginale, l'organo Wurlitzer. Le versioni live dei brani sono del tutto simili per durata e struttura a quelle dell'album. D'altra parte il "plot" in questo caso era da seguire pedissequamente, essendoci attori e storia. Ma almeno sono un po' più rodate e meno barcollanti, e pur nel suo angolino il Wurlitzer riempie gli spazi rimasti vuoti nel disco. Insomma tutto sommato risultano più convincenti. 

Il pregio particolare di questa uscita è il live film che mostra il concerto dal vivo, con gli attori e la messa in scena attorno alla band. Ancor più che il doppio disco, è il film quello che va assolutamente visto per capire cos'è davvero Greendale. Poi, va da sé, oggi non siamo più nel 2003, Bush è storia passata e certe sfumature non resistono all'usura del tempo. Paradossalmente è proprio il sapore naïve "senza tempo" che in qualche modo Neil è stato capace di infondere alla musica (consapevolmente o meno) a salvare il salvabile. Per esempio la parte in cui il diavolo incarnato si aggira per la città a corrompere le anime, sopra uno dei pezzi più blues della scaletta, è ancora uno dei momenti migliori. 

La pecca, come al solito, è nella gestione puramente discografica dell'uscita: il bluray del live film si trova nel box set più grande e costoso, accompagnato da cd e vinile (sul sito ufficiale si ipotizza una futura uscita stand-alone ma ci crederemo quando la vedremo). Di contro, però, è disponibile gratuitamente in streaming HD per tutti gli abbonati a NeilYoungArchives.com

Una pubblicazione fondamentale? Certo che no. Tra l'altro sta passando in sordina, schiacciata dagli Archives Vol.2 di novembre (proprio come Dreamin' Man passò in sordina nel 2009, anno del Vol.1... a volte sembra ci sia del metodo nella pazzia di Neil). Ma qualunque cosa esca dagli Archivi che fornisca una sfumatura ancora nuova e diversa di un progetto, un tour, un film o qualsiasi cosa, è ben accetta.

MPB, Rockinfreeworld



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