NEWS
.

Yin... & Young: excursions into Asian territory


Tempo di lettura: 1 birra media

Sul finire degli anni ’80 era divenuto celebre il filmato di un giovane universitario cinese che non lasciava passare un carro armato durante gli scontri di Piazza Tienanmen. A quell’episodio Neil Young dedicava la sua “Ohio” durante il tour del 1989. Sulla copertina di Freedom, uscito nell’ottobre di quello stesso anno, Young indossava un cappello cinese con la stella.
Sono le uniche connessioni che io riesca a ricordare tra Neil Young e la Cina, salvo una versione in cinese di Heart Of Gold ascoltata tanti anni fa in un ristorante in Francia (giuro!), la citazione in China Disco Bar di Elio e le Storie Tese contenuta in Figgatta de Blanc del 2016 e forse qualche maglietta…
In questo articolo cercheremo di capire quale sia il livello di popolarità del canadese all’ombra della muraglia cinese.
Che io sappia, nessun album è uscito ufficialmente da quelle parti, al contrario di Taiwan e Hong Kong, ma per ora ci limitiamo a parlare della Repubblica Popolare Cinese.
Non potendo usufruire di cifre di vendita vere e proprie, ci affidiamo al mercato dello streaming.
Mercato in espansione, tra i cinesi, con un boom clamoroso negli ultimissimi anni. La Cina rivaleggia con i maggiori concorrenti europei (Inghilterra, Germania e Francia) e si prepara a sbaragliare anche il Giappone, dopodichè verrà gettata la sfida agli Stati Uniti, con previsioni di sorpasso che si aggirano in circa 10 anni, proseguendo con questo trend. La sua forza sta nell’avere una popolazione di quasi 1.500.000.000 di persone.
Attenzione alle cifre perché cambiano anche sensibilmente a seconda delle fonti ma, rimanendo strettamente in ambito streaming, la maggiore piattaforma è Tencent Music Entertainment Group, che (dopo la fusione del 2016 tra Tencent Music, la quale possedeva QQ Music, e China Music Corp, che possedeva KuGou e Kuwo) detiene il 76% del mercato e i diritti, tra gli altri, sulle canzoni di Sony Entertainment, Warner Music/Time Warner e Universal Music/Comcast. 76% del mercato significa avere 800 milioni di utenti, la metà attiva mensilmente. Per fare un paragone, Spotify ha globalmente 217 milioni di utenti attivi mensilmente, 100 dei quali abbonati (pare più o meno come Tencent), mentre Apple dovrebbe essere intorno ai 50 milioni di abbonati.
Tornando alla Cina, il restante 16% è controllato da NetEase Cloud Music, e l’ultimo 4% da Baidu Music.
Per quantificare il livello di popolarità degli artisti occidentali in Cina, e per saggiare l’importanza o meno di Neil Young, ci baseremo sul numero di followers nella maggior piattaforma del paese.
Lontano, lontanissimo, dalle cifre delle pop stars più affermate (Taylor Swift tra le donne e Justin Bieber tra gli uomini, entrambi vicini ai 7.000.000 di followers) o da quelle delle band più cool (Maroon 5, 4.242.000), Young vanta 14.000 fans. Per fare paragoni più consoni, i Beatles ne hanno 413.000, Bob Dylan 185.000 (ma lui in Cina ci ha suonato), gli Eagles 151.000, Leonard Cohen 143.000, Bowie 85.000, Presley 78.000, John Lennon 64.000, i Led Zeppelin 62.000, Clapton 57.000, gli Stones 48.000, Elton John 37.000, Cash 31.000, McCartney 26.000. Con meno followers del nostro canadese troviamo Doors e Paul Simon (12.000), Hendrix, Springsteen, Willie Nelson, Waits e Santana (tutti 11.000), Lou Reed e Patti Smith (8.000), Deep Purple e Who (7.000), Creedence, Lynyrd Skynrd e Joni Mitchell (6.000); Buffalo Springfield, CSNY, Nash, Stills e Crosby sono tutti sotto i 1.000.
Harvest sul mercato Giapponese
Gli appassionati younghiani (un’amica mia e della community Rockinfreeworld direbbe neilyoungici, bellissimo neologismo), tra i 106 album disponibili su y.qq.com, possono ascoltarsi After The Gold Rush che in realtà è un live del 1986, Change Your Mind (un broadcast radiofonico) e un Live in Concert con i Ducks.
Altro mercato in espansione e dalle potenzialità enormi è quello indiano, ormai entrato nella Top 20. La Repubblica dell’India può partire da una base di oltre 1.300.000.000 abitanti che ovviamente ingolosiscono l’industria musicale. La piattaforma maggiore è Gaana, 100 milioni di utenti attivi mensilmente, che detiene il 25% del mercato indiano, superando il 20% di Apple, il 20% di YouTube e il 14% di Wynk.
Utilizzando appunto i dati Gaana, abbiamo One Direction con 59.000 followers al primo posto tra le band, e anche qui primi Justin Bieber tra gli uomini (con 167.000, ad esempio Michael Jackson ne ha un quarto) e Taylor Swift tra le donne (60.000, in lotta con Shakira). Segnalerei Bob Marley con 13.000, i Beatles con 7.600, Elvis con 3.200, Dylan con 2.700, Lennon con 2.400, Rolling Stones con 1.500, Elton John con 1.400, Springsteen con 625, Creedence Clearwater Revival con 332, McCartney con 286… e Neil Young con 251 (l’1 sono io…).
In India almeno Old Ways e Unplugged sono stati pubblicati ufficialmente; altre notizie non sono riuscito a reperirle.
E dopo essermi fatto gli affari di quasi 3 miliardi di persone, risolvo un dilemma lasciato in sospeso. Ho controllato: nessuna delle mie t-shirt di Neil Young è “made in China”! E le vostre?

Luca “Borderwolf” Vitali, Rockinfreeworld

Post popolari

Neil Young, il cuore di un hippie - L'intervista del L.A. Times su World Record e Harvest Time

Neil Young from Worst to Best: la classifica di Stereogum

L'EPICO ARCHIVES III ABBRACCIA CAOS, TRASCENDENZA E DISTORSIONE (MOJO)

Stephen Stills: un excursus nei suoi primi anni e il ricordo di Crosby (Independent, 2023)

Neil Young Archives Vol.3 1976-1987 (Reprise Records, 2024)