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Songs For Judy: recensioni internazionali e italiane


Rassegna stampa internazionale (da Metacritic)

"Un'aggiunta necessaria sullo scaffale di qualsiasi fan di Neil Young."
Classic Rock Magazine, voto 10

"Lungo l'intero album la sua voce è in ottima forma. Anche se non tutte le performance sono rappresentative, sono intime e spesso toccanti, persino davanti a certe platee rumorose. Un ascolto soddisfacente è storicamente importante."
American Songwriter, voto 9

"Bellissimo, bizzarro, Songs For Judy non si lascerà dimenticare."
Uncut, voto 9

"Album come questo sono la cosa più vicina a un viaggio indietro nel tempo per rivedere uno dei nostri eroi in uno dei suoi momenti migliori."
Consequence of Sound, voto 8,3

"Quello che rende questa collezione davvero speciale è il modo in cui queste robuste esecuzioni smentiscono una volta per tutte l'idea che il Neil Young acustico sia triste."
Allmusic, voto 8

"Ci crogioliamo nella calma dell'occhio del violento uragano di Young senza subire la scia di distruzione che l'ha seguito. Un'esperienza intensa e piacevole."
Mojo, voto 8

"Songs For Judy sembra un concept album con un'idea di base stravagante come nel progressive rock, anche se meno appariscente e più confortevole. E' come una fantasia di prati, lune e canyon, di concerti che iniziano dopo la mezzanotte, di avere o creare spazio sufficiente per concedere a Neil Young di suonarci qualche canzone tranquilla."
Pitchfork, voto 8

"Le esibizioni sono fresche e toccanti, e [Young] instaura un rapporto vivace con il pubblico. Nell'attuale pioggia di dischi retrospettivi, questa collezione [...] porta con sé un vero fascino."
Irish Time, voto 8

"Cattura il calore e il fascino di Young al suo meglio."
Islington Gazette, voto 8

"Songs For Judy ci permette di affiancare Young nello sperimentare un nuovo mondo rock."
Rolling Stone, voto 7


Rassegna stampa italiana

"Da queste performance emerge il lato limpido e diretto del bizzoso Neil, felice di poter presentare le sue canzoni in proprio, prive di sovrastrutture e abbellimenti. Senza filtri tra il pubblico e il suo animo a tratti sgangherato, offre tutto il proprio singolare candore nel raccontare storie improbabili su Judy Garland, a cantare - e steccare anche un paio di note - canzoni che rappresentano un’epopea lontana, così come a soffiare con forza nell’armonica a bocca, marcando con un tocco struggente quei territori che col tempo sono diventati una delle sue essenziali cifre espressive."
Rockol, Voto **** (su 5)

"Erano tempi quelli, in cui tra musicisti, giornalisti, membri della crew non esistevano pannelli di separazione. Erano i tempi in cui le star non erano ancora circondate da gigantesche guardie del corpo, avvicinarsi ai bus dei musicisti non rischiavi le mazzate, i giornalisti erano invitati a seguire il tour per intero e non lasciati fuori del camerino e insultati se osavano avvicinarsi. Era ancora il tempo di “music is for free, music is love”, erano tutti una sola comunità di giovani che condividevano l’amore per la musica. Un tempo che probabilmente finì proprio con quel tour di Neil Young nel novembre 1976."
Il Sussidiario, rece positiva

"Come al solito, accanto a canzoni che erano già dei piccoli classici a pochi anni dall'uscita: da ‘Heart Of Gold’ a 'Harvest', al pianoforte di ‘After The Goldrush’ e 'Journey through The Past', il banjo di 'Human Highway', la vecchia ‘Mr. Soul’, Neil Young sorprende sempre il suo pubblico con canzoni nuove che troveranno la via ufficiale su disco solo pochi o tanti anni dopo [...]. Neil Young Al massimo del suo splendore acustico."
Enzo Curelli Blog, rece positiva

"Le versioni grezze delle tracce su Song For Judy riflettono un artista puro e senza paura di permettere alle canzoni di respirare e di trovare la propria forma quando vengono eseguite in un assolo."
skystoneandsongs.it, rece positiva




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