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Neil Young + Promise Of The Real: Earth (Reprise Records, 2016)


Se avete già letto almeno una recensione di Earth saprete già che Neil Young, in questo album, ha mixato suoni dell'ambiente e versi di animali insieme alle canzoni e agli applausi del pubblico. La base dell'album è stata registrata dal vivo durante il Rebel Content Tour 2015 di Young e i Promise Of The Real, ma al di sopra della base live Young ha allestito un contorno di sovraincisioni di voci, qualche strumento e, appunto, suoni. Detto così potrebbe sembrare un esperimento bizzarro e criptico, di dubbia bellezza o efficacia. Non è così: per fortuna il live album è la parte preponderante e porta con sé tutta la grinta e la qualità della musica che abbiamo sentito durante il tour. Il resto, sì, è un po' bizzarro, ma in modo innocuo: in effetti fornisce all'album un taglio personale e originale, certamente younghiano, che lo rende unico nel suo genere. La tracklist è interessante: anziché inanellare hits, come farebbe chiunque altro, Young sceglie di comunicare un messaggio a proposito di ambiente, ecologia, alimentazione, rispetto verso madre natura e denuncia verso soprusi e avidità umane. E per farlo seleziona cinque dei suoi brani più recenti (quattro da The Monsanto Years dell'anno scorso, più l'inedito “Seed Justice”), una serie di brani del passato piuttosto rari (“Vampire Blues”, “Hippie Dream”, “Western Hero”, “Human Highway”, “Mother Earth”, “Country Home”) e solo due cosiddette hits (“After The Gold Rush” e “Love And Only Love”, sebbene quest'ultima duri 28 minuti occupando un'intera metà del secondo disco).
Vi sono momenti dove il mix live+overdubbing è perfetto (“Hippie Dream”, “Vampire Blues”, “Love And Only Love”) e momenti dove a Neil sembra essere scappato un pizzico di effetti di troppo. “Big Box” per esempio è una performance di per sé anche più elettrizzante di quella su disco, ma viene in parte snaturata dall'eccesso di cori e variazioni rispetto al naturale corso che fa sul palco. “Monsanto Years” ha lo stesso problema ed essendo più lenta e cadenzata sembra proprio appesantita. “People Want To Hear” è troncata prima della sua fine originale, ma a parte questo è perfetta. Così come “Wolf Moon”, di gran lunga migliore della controparte studio grazie alla performance vocale di Neil e la sua armonica ben più decisa. 
“Vampire Blues” e “Western Hero” sono due tocchi di classe che aggiungono quel senso di inaspettato grazie al semplice fatto di essere stati inclusi nella tracklist. Il ciclone conclusivo di “Love And Only Love” è un'ennesima dimostrazione del formidabile animale (e in questo caso il termine è proprio azzeccato) da palcoscenico che è Neil Young, ma lo è anche dell'eccellenza della backing band, i Promise, sempre rispettosi e mai eccessivi. La cosa più interessante del matrimonio Young+Promise, che si notava già in The Monsanto Years, è il dialogo chitarristico che si viene a creare tra Neil e Lukas Nelson, che ricorda quello con Stephen Stills o più probabilmente (visto lo stile di Nelson) quello con il compianto Danny Whitten. “Love And Only Love” cancella ogni dubbio su questo. Tra l'altro, 16 minuti sono di canzone vera e propria, i restanti 12 sono di chiusura: tra arpeggi e feedback, Earth si conclude nei toni ambient che Young sembrava promettere durante la promozione dell'album (una sorta di aggiornamento melodico ad Arc).
A conti fatti (ascoltare anche i bootleg dei tour per credere) i Promise sono una band perfetta per il nostro canadese, con la quale ha potuto e saputo ripercorrere un'infinita quantità di canzoni del suo repertorio che altrimenti, come aveva detto qualche anno fa dopo la scomparsa di alcuni componenti delle sue band storiche (come Ben Keith degli Stray Gators), non avrebbe più suonato. I Promise sono la band che più assomiglia alla prima line-up dei Crazy Horse ma con l'aggiunta di più strumenti, abilità e sfaccettature (oltre ovviamente al sound più moderno).
I detrattori di Earth possono anche schifarsi dei corvi e dei galli che cantano insieme a Young, ma passato il primo ascolto (e il primo e unico giro di risate), Earth è un gran bel disco live. Non serve altro.
MPB, Rockinfreeworld



Disc 1
  1. Mother Earth
  2. Seed Justice
  3. My Country Home
  4. The Monsanto Years
  5. Western Hero
  6. Vampire Blues
  7. Hippie Dream
  8. After The Goldrush
  9. Human Highway
Disc 2
  1. Big Box
  2. People Want To Hear About Love
  3. Wolf Moon
  4. Love And Only Love


Band (Live Recording):
Neil Young: Electric Guitar, Acoustic Guitar, Harmonica, Pump Organ, Piano and Vocal
Lukas Nelson: Guitar, Piano and Vocal
Micah Nelson: Electric Guitar, Electric Charango and Vocal
Corey McCormick: Bass and Vocal
Tato Melger: Percussion
Anthony LoGerfo: Drums

Studio Recording
Vocalists:
Charissa Nielsen
Windy Wagner
Christine Helferich Guter
Suzanne Waters
Eric Bradley
Gerald White
Jasper Randall
Brian Chapman
Additional Vocal on "People Want To Hear About Love": D.R.A.M.
Trumpet on "People Want To Hear About Love": Nico Segal
Bass on "Mother Earth": Joe Yankee

Recorded and Mixed by John Hanlon
Mixed by John Hanlon and Neil Young
Engineered by Eric Lynn
Mixed at Shangri La Studios, Malibu, CA
Assistant Engineer: Johnny Burik
Studio Vocals Arranged by Neil Young and Darrell Brown
Studio Vocals Recorded by Dana Nielsen at The Village, West Los Angeles, CA
Live Mix and Recording by Tim Mulligan and Dave Lohr
Additional Recording by C.W. Alkire, 8th Day Sound
Wildlife Recording by John Hanlon, Neil Young, Eric Lynn, Johnnie Burik, Kevin Smith and Will Mitchell

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