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The Oral History: Tonight's The Night, 1975 (pt.2)


Young: Avevo solo nove canzoni, quindi ho messo da parte il tutto per On The Beach. C’è voluto Elliot per finire Tonight’s The Night. Vedi, qualche tempo fa c’erano delle persone che volevano fare uno spettacolo a Brodway sulla storia di Bruce Berry e tutto quanto. Avevano già un soggetto scritto. Stavamo mettendo insieme un nastro per loro e nel processo abbiamo risentito vecchie tracce e Elliot ha trovato altre tre canzoni connesse alla questione, “Lookout Joe”, “Borrowed Tune” e “Come on Baby Let’s Go Downtown”, una registrazione live dei Crazy Horse quando suonammo al Fillmore East. Danny fa la voce principale in quella. Elliot ha aggiunto queste tre alle nove originali e le ha messe in sequenza per dare coesione. Ma io non avevo ancora l’idea di pubblicarlo. Avevo pronto anche un altro album chiamato Homegrown. […] Ricordo che la prima volta che risentii Tonight’s The Night pensai fosse la cosa più stonata che avessi mai sentito. Tutti erano fuori tono. Non funzionava. Ma a risentire quei due album alla festa, ho cominciato a sentire le debolezze di Homegrown. Ho scelto Tonight’s The Night per via della sua grande potenza nell’esecuzione e nel sentimento. Il tema può essere un po’ deprimente, ma la sensazione generale è molto più alta di Homegrown. Far uscire quest’album è quasi un esperimento. Mi aspetto seriamente le stroncature più cattive. Voglio dire se qualcuno voleva davvero darmele, le potrà dare su questo. E di certo qualcuno lo farà. È ottimo per loro, credo. Mi piace vedere le persone averla vinta. È bene per la loro psiche levarsi un peso. Ho visto Tonight’s The Night segnare una linea ovunque è stato fatto sentire. Persone che dicevano che non avrebbero disdegnato niente di ciò che io facevo sono cadute dall’altra parte della linea. Altri che dicevano “non posso sentirlo quello, è troppo triste” o “la sua voce è buffa”, ora ascoltano in modo diverso. [2]
Era molto spigoloso, traballante. Si poteva descrivere come una giornata traballante. Non potevano credere a quanto fosse trasandato e grezzo, non credevano che lo volessi pubblicare sul seri. Dissi, “è il modo in cui è venuto fuori”. È un disco molto importante, penso, nell'insieme delle mie cose. Sta ancora in piedi. L'originale Tonight's The Night era più pesante, aveva solo nove canzoni. Erano gli stessi take, ma mancavano le canzoni “Lookout Joe” e “Borrowed Tune”, un paio aggiunte successivamente. Si inserivano ma addolcirono il tono un pochino. Quello che aveva l'originale oltre alle nove canzoni erano molti momenti parlati, di riflessione tra il gruppo e me, più disorganizzato e fatto alla cazzo, ma c'erano le introduzioni alle canzoni. Piccole discussioni, tre o quattro conversazioni tra le canzoni, che lasciavano una sensazione sinistra. Era come se tu non sapessi se questi tizi sarebbero arrivati vivi al mattino, nel modo in cui parlavano. Una veglia funebre come nessun'altra. […] Era troppo forte. Davvero troppo forte. Non l'ho mai fatto sentire così alla compagnia discografica. Avevamo scelto di non farlo. Se pensavano che Tonight's The Night era troppo sono fortunati a non aver mai sentito quell'altro. [7]

Young (in riferimento a un paio di concerti di beneficenza dell'agosto '73): C'erano già alcune canzoni di Tonigiht's The Night nel concerto, ma non c'era il tono del disco. Erano sul tono di “Walk On”. Facemmo “Walk On” all'inizio e poi ancora quando finimmo. Quindi l'idea di una stessa canzone che apre e chiude nacque con “Walk On”, poi la cambiammo con “Tonight's The Night”.[…] Il tour di Tonight's The Night fu più divertente [del precedente Time Fades Away tour]. Perché ero insieme ad amici. Fu un periodo favoloso. Era oscuro, ma bello. La band aveva un motivo, avevamo una missione. Fu probabilmente la mia performance più artistica. Penso ci fosse più dramma in Tonight's The Night perché sapevo cosa stavo facendo al pubblico. Ma il pubblico non sapeva se io sapevo cosa stavo facendo. Ero ubriaco, fuori di testa durante quel tour. Sai, non suoni peggio quando sei ubriaco, solo molto più lento. Non te ne frega un cazzo, sul serio. [1]

La tournée seguente al disco fu molto controversa.
Young:
Una delle mie tournée preferite. Mi ricordo il concerto al Rainbow di Londra, quello a Bristol fu il migliore… Alla Festival Hall sono tornato sul palco per fare un bis e la sala era già vuota. C’era solo il boss dell’Atlantic. Gli ho detto “Stasera ho suonato talmente bene che merito un bis supplementare, per me solo”. E ho suonato per la quarta volta “Tonight’s The Night”. […] In quel tour mettevamo alla prova il pubblico, volevamo vedere fino a dove potevamo arrivare. Se la gene veniva a vedere Neil il Profeta, il Dio del rock, andandosene aveva cambiato idea. Durante lo show dicevo “La nostra musica non è così seria, si può anche mangiare o giocare a dadi ascoltandoci”. Era questa l’idea del concerto: “non siamo preziosi come pensate”. [8]
 
Young: Scivolai fuori da me stesso per entrare in qualcuno nel quale era più facile riconoscermi… che avrebbe distrutto ciò che io ero per la gente. Non mi piace essere oggetto di pregiudizio prima di fare qualcosa. Non mi piace che la gente dica deve essere questo, e dar loro ragione. Potrei davvero aver schiaffeggiato la gente con alcuni di quei concerti, ma loro ne furono davvero sconcertati e questo è più di quanto si può dire per la maggior parte dei concerti. Fu molto salutare per me. Ero stato la stessa persona per troppo tempo. Cercammo di avere i concerti per meno di cinquanta dollari. ‘Tutto è più a buon mercato di quel che sembra’ era il nostro motto. Appendemmo una lampadina dietro il palco. Facevamo tutto il possibile per andare oltre al limite e lasciare che la musica si sciogliesse. Presi in tour con me gli Eagles – pensarono che fossi abbastanza pazzo. Loro erano un bello e pulito complesso country e suonavano come la gente si aspettava che suonassi io dopo aver sentito Harvest. Pensavano “Avremo una serata di vero country-rock e folk…”. E poi uscivamo noi e… li portavamo tutti a Miami Beach.[…] Tonight's The Night continuava a non vendere nulla. Per me è un album perfetto”. [5]

Quale consideri il tuo migliore disco in assoluto?
Young:
Tonight's The Night. [6]

Ho l'impressione che i tuoi album siano come giornali di viaggio: scrivi le canzoni e poi le registri e poi fai uscire l'album come gli scrittori fanno uscire i loro diari.
Young:
È così […]. Tonight's The Night è l'album che preferisco, forse il più toccante, è il reale vivido ritratto della mia cultura e della mia generazione, e credo che quelle che contenga siano cose che io ho sentito molto forte e che mi abbiano posseduto. Penso che non sarò mai capace di guardare oggettivamente a questo album, non farò mai più queste canzoni. [3]

C'è una evidente progressione tragica a partire da Time Fades Away, sino a On The Beach e a Tonight's The Night...
Young:
Time Fades Away è l'album che avevo fatto in seguito a una tournèe con un gruppo che doveva comprendere Danny Whitten, ma egli morì poco prima dell'avvio del tour, ed è per questo che io non suono più nessuna di quelle canzoni. Questi tre album, come gli altri, riflettono la mia vita, nei suoi momenti buoni e in quelli di depressione. Ma, dopo Harvest, ho spesso faticato a essere me stesso, a fare sempre dal vivo le canzoni di quell'album, a diventare una specie di John Denver. [4]

Young: Se devi metter su un disco alle 11 del mattino, non metterci Tonight’s The Night. Mettici i Doobie Brothers. [2] 


A proposito di “Tonight's The Night”
Young:
La composi nella mia testa senza una chitarra – sentivo il giro di basso. Gran parte delle altre canzoni non ricordo da dove uscirono. [1]

A proposito di “World On A String”
Young:
Mi piaceva quella. Ma la voce è veramente fuori. Terribilmente fuori chiave. Abbiamo provato ad aggiustarla, ma non si riusciva. Heh heh. [1]

A proposito di “Tired Eyes”
David Briggs:
Penso sia la canzone migliore di Tonight's The Night. Non sentirai mai un'altra canzone così. Quella recitazione onirica, le parole astratte – Neil catturò sul serio l'omicidio per droga, quel tipo di sensazioni. [1]

A proposito di “Mellow My Mind”
Ralph Molina (a proposito del punto in cui la voce di Young sembra spezzarsi):
Ho ancora i brividi quando sento Neil che fa quella nota. È così reale. Neil era veramente presente, veramente aperto. [1]

Fonti:

[1] Jimmy McDonough, “Shakey”
[2] Rolling Stone 1975
[3] Best 1967
[4] da Ivano Casamonti, “Neil Young”
[5] Rolling Stone 1979
[6] Mucchio Selvaggio 1988
[7] Melody Marker 1985
[8] Mucchio Selvaggio Extra 1993
[9] Mojo Magazine 1997
[10] Neil Young, “Il Sogno di un Hippie”

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