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Dietro le quinte del nuovo protest-album di Neil Young, The Monsanto Years


Lo scorso settembre, poco prima di salire sul palco del Farm Aid, Neil Young passa un po' di tempo sul suo tour-bus con i figli di Willie Nelson, Micah e Lukas. Di punto in bianco propone loro di unirsi a lui per “Rockin' In The Free World” alla fine del set. “E noi: cazzo sì!” racconta Micah. “È stato grandioso, come se avessimo sempre improvvisato insieme.”
Lucas e Micah suonano entrambi la chitarra nelle loro band. […] Conoscono Young da quando hanno memoria. “Lui è Zio Neil”, dice Micah a Rolling Stone. “Ma fino a un paio di Farm Aid fa, non abbiamo mai avuto l'occasione di passare un po' di tempo insieme entrando in atmosfera. Eppure mi sento come se lo conoscessi da sempre grazie alla sua musica che è davvero autentica.”
[…] Due settimane dopo il Farm Aid 2014, Young e [Willie] Nelson suonano al concerto Harvest the Hope, in Nebraska, per protestare contro il Keystone Pipeline. “Noi eravamo la band di supporto di mio padre, quella sera,” dice Lucah. “E Neil ci ha chiamato nel suo bus per farci sentire delle canzoni che voleva suonare con noi. È stato uno sballo.”
Qualche settimana dopo c'è il Bridge School Benefit e Young chiede di nuovo Micah, Lukas e i Promise Of The Real di supportarlo in alcune canzoni. “Non sapevamo cosa sarebbe accaduto,” dice Lukas. “Ma abbiamo portato gli strumenti nel caso volesse farci salire con lui. È andata davvero bene, ma dopo di quello non ci siamo più sentiti per un po'.”
Un giorno di dicembre, arriva una email da Young. “Diceva, più o meno: hey, ho scritto un po' di canzoni nuove”, spiega Micah. “Vorrei fare il disco insieme a voi. Con amore, Neil.” Loro sono stupefatti oltre ogni dire. “Ero così esaltato, non so dire quanto.” dice Lukas.
Le settimane passano e ancora non viene pianificato niente, ma il 7 gennaio Rolling Stone chiede a Young notizie sul prossimo album […]. “Sto lavorando a un altro album che registrerò insieme ai figli di Willie Nelson”, ha risposto lui. “Si intitola The Monsanto Years. È un allegra recensione dell'attuale situazione.” L'album è ora annunciato per giugno, ma in quel momento nessuno lo sa ancora, salvo forse qualche fan di Young. “Ecco come ho saputo che si sarebbe fatto davvero”, dice Micah. “Con Neil, abbiamo imparato a non aspettarci nulla finché non si verifica. Una volta che sarà in stampa e che lui ne parlerà, saremo certi che sarà fatta per davvero.”
Poco tempo dopo Young si rimette in contatto con loro e dice che vuole registrare l'album nello storico Teatro di Oxnard, California, lo stesso luogo dove Willie Nelson registrò insieme a Daniel Lanois il disco Teatro del 1998. Lukas Nelson e i Promise Of The Real hanno già schedulato dei concerti, ma li cancellano per poter cominciare[…]. Il lavoro ha inizio in gennaio.
“La prima settimana, Neil non era nemmeno lì,” racconta Micah. “Era felice di lasciarci lì per scaldarci, ambientarci in studio, registrare un paio di canzoni nostre. Ci ha mandato un cd con una versione grezza dell'album, solo lui con la chitarra acustica, voce e cambi. È stato l'unico manuale di istruzioni per realizzare il tutto.”
John Hanlon, storico produttore e ingegnere del suono di Young, resta con la band per sovraintendere al lavoro. “Ci diceva sempre: non imparate le canzoni troppo bene,” dice Micah. “Fatele una volta al giorno giusto per conoscere i cambi di accordi, ma lasciate che siano spontanee, fresche. La vostra maggior abilità sarà quella di poterle rivoluzionare. Neil è tutto nella perfezione dell'imperfezione, mantiene un approccio fresco.”
Young si fa vedere la seconda settimana portando una nuova canzone dal titolo “People Want To Hear About Love”. “Non la avevamo mai sentita prima,” dice Micah. “Abbiamo attaccato e iniziato a improvvisare, ed è stata la prima registrazione che abbiamo fatto. L'abbiamo fatta nel giro di tre takes.”
La band si sistema sul palco del teatro come per tenere un concerto, senza cuffie o cabine per la registrazione della voce. “Questo ha contribuito all'immediatezza, al divertimento, alla fluidità e a una costante ispirazione”, spiega Micah. “Non ci siamo seduti a tavolino a pianificare cosa fare. È stato piuttosto: iniziamo e vediamo cosa ne esce.”
Ben presto diventa una piacevole routine giornaliera. “Anthony e io andavamo a fare surf al mattino sul Silver Lake o su a Ventura”, dice Lukas. “A mezzogiorno tornavamo in studio e lavoravamo fino alle 7, poi andavamo a cena al messicano. In pratica, uno sballo.”
Come i precedenti Living With War (2006) e Fork In The Road (2009), anche The Monsanto Years è un concept relativo a un tema che a Young sta molto a cuore. In questo caso, la sua battaglia contro il colosso agrochimico Monsanto. “Non ho nulla contro le persone che lavorano per Monsanto,” ha detto durante una recente apparizione all'IFC Center di New York. “Ma Monsanto è l'emblema dei problemi che abbiamo con il governo delle corporazioni.”
Lukas e Micah sono totalmente d'accordo con la causa. “A nessuno piace Monsanto,” dice Lukas. “Nessuno vuole gli organismi geneticamente modificati nel piatto, almeno si deve sapere se ce ne sono per poter dire di no. Sono fiero di stare da questa parte insieme a Neil.”
“Voglio una tazza di caffè, non voglio un GMO”, canta Young in “Rock Starbucks”, una canzone di The Monsanto Years. “Amo iniziare la giornata senza dar soldi a Monsanto / Monsanto, lascia che i nostri coltivatori facciano crescere ciò che vogliono / Dai campi del Nebraska alle rive dell'Ohio / I coltivatori non saranno liberi di far crescere ciò che vogliono / Se le multinazionali prenderanno il controllo dell'agricoltura americana / Con politici fascisti e giganti della chimica che vanno a braccetto.”
Nella prima settimana passata in studio, i figli di Nelson e Young provano ogni canzone tre volte. “Una volta fatto qualche take, se eravamo soddisfatti non siamo andati avanti a menare il cane per l'aia,” dice Micah. “Onestamente, anche se non ne eravamo soddisfatti appieno, andavamo avanti a provare un'altra canzone.” La settimana successiva la passano suonando la sequenza dell'album a ripetizione. “Alcune canzoni suonavano totalmente diverse dall'inizio a quel punto,” dice Micah. “C'è un'energia diversa quando suoni spalla a spalla senza tornare indietro a ripensare sulle cose.” Secondo Micah tre canzoni delle nove dell'album provengono da queste sessioni successive.
Le telecamere sono in funzione durante gran parte del lavoro, per un film sul backstage intitolato anch'esso The Monsanto Years. Il rough cut del film è stato proiettato all'IFC Center il 22 aprile all'interno della retrospettiva sui film di Bernard Shakey. Gran parte del film mostra il gruppo registrare le canzoni in teatro, ma ci sono anche divertenti scene di Young e i fratelli Nelson vestiti come agricoltori e esecutivi della Monsanto. “Un giorno Neil si è vestito come un giudice, con un'enorme parrucca e gli occhiali,” racconta Micah. “Pestava sul tamburo di Anthony con il suo martelletto. Suonare la chitarra mentre lui faceva così è stato uno dei momenti più psichedelici della mia vita.”
Il gruppo conclude l'album in appena sei settimane. “Catturare la musica è la parte più veloce”, dice Micah. “Quello che richiede più tempo è il meticoloso processo di editing, mixing e ripulitura. Non usiamo Auto-Tune o cose del genere. Si tratta solo di settare i livelli e le compressioni giuste.”
Trascorrono anche del tempo nel teatro facendo jam sul materiale classico di Young. “Abbiamo fatto 40 delle sue canzoni,” dice Micah. “Ne conoscevamo gran parte, ma qualche volta Neil ci ha mostrato piccole rarità. Diceva: questa è in Re modale, quindi la dovete fare così. Non ci diceva esattamente come suonare, ma solo cose come: Hey Micah, ascolta la parte di pianoforte originale di Jack Niztsche su “Words”. Basta che conosci quella poi puoi fare quello che vuoi.”
Tra le canzoni che provano ci sono “Expecting To Fly”, “Cortez The Killer”, “Homegrown”, “Country Home”, “Mansion On The Hill”, “Walk On” e versioni elettriche di “Goin' Back” e “Tell Me Why”. Fanno persino “Vampire Blues” di On The Beach, che Young ha suonato una sola volta dal vivo nel 1974. “Ci siamo ritrovati a farlo mentre eravamo in studio e lo abbiamo registrato”, dice Micah. “È strepitoso, ne è venuta una grande versione. L'atmosfera è tesa, cruda. Neil ha sollevato l'idea di fare un disco con quelle jam sulle sue vecchie canzoni. Molte sono davvero spassose.”
Il gruppo si ritrova di nuovo in teatro all'inizio di aprile per filmare qualche altra scena per il film e provare altri classici del catalogo younghiano. “Ricordo Neil che diceva: dev'esserci un senso di immediatezza in quello che stiamo facendo”, racconta Micah. “L'unico modo per capire se ne siamo in grado è suonare dal vivo questa roba, in uno show.”
Cercando di mantenere basso il profilo, Lukas inizia a spedire mail e contattare dei bar della zona di sua conoscenza. “Non volevamo buttarci nelle fauci del leone, soprattutto con queste nuove canzoni,” dice Micah. “Sappiamo che chi governa cercherà di farci tacere. Volevamo iniziare con le comunità che capiscono e vivono ciò che cantiamo, le cittadine agricole. Non la grande scena dove la grande stampa e le corporazioni fanno di queste cose un grosso affare.”
Lukas e i Promise Of The Real suonano allo SLO Brewing Company di San Luis Obispo, California. “Ho detto loro che volevamo fare del nuovo materiale ma senza anticipare la cosa in alcun modo,” dice Lukas. “Se avessimo suonato per 20 persone, andava bene lo stesso. Hanno scoperto solo un'ora prima dello show che Neil sarebbe stato lì. C'era la fila, hanno iniziato a tweettare dello show, e la sala ha fatto il tutto esaurito. La gente era coinvolta, è stato un concerto epico.”
La band esegue tutte e nove le canzoni nuove, e in più classici come “Down By The River”, “Everybody Knows This Is Nowhere”, “Love And Only Love”, “Roll Another Number” e “Country Home”, che apre il primo set e chiude il secondo. “Ogni volta che menzionavamo Monsanto in una canzone, il pubblico urlava e fischiava e alzava le braccia,” racconta Micah. “Una sensazione incredibile.”
Ci sono 13 show schedulati per Luglio in anfiteatri di tutto il Nord America, ciascuno dei quali in grado di accogliere 50 volte il pubblico dello SLO Brewing Company. La band non ha idea se il tour proseguirà oltre luglio. “Non lo sappiamo davvero,” dice Micah. “Neil potrebbe chiamarmi ora e dirmi che faremo uno show in Iraq domani, o qualcosa di simile, e io: okay! Andiamo! Neil ti tiene sempre sull'attenti.”
Nel complesso l'esperienza è una sorta di sogno per Micah e Lukas. “Posso immaginare molti chitarristi che a un certo punto della loro vita mettono su un disco di Neil e ci suonano sopra, fingendo di jammare con lui sul palco,” dice Micah. “Ora sta succedendo davanti a te. Non so se esiste un modo per descriverlo. La cosa che preferisco è quando lui preme quello che io chiamo il bottone uragano cosmico-tornado-buco nero. Lui preme il bottone sul Whizzer e improvvisamente è come se tonnellate di melma cosmica sono convogliate in un tornado e sparate fuori dal suo amplificatore, alle mie spalle. È la figata più da sogno e surreale di sempre.”
 
traduzione di Matt 'Painter' Barbieri, Rockinfreeworld

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