Waiting for CSNY 1974: Storia del Doom Tour
Manca
un mese all'uscita del triplo live CSNY 1974, che si attende, si può
dire, da 40 anni, ovvero dalla conclusione di quello che i fan hanno
battezzato Doom Tour. Dunque, parliamo un po' di CSNY nel 1974.
Fu
l'anno della rinascita e della fine. Nel 1973 i quattro avevano
tentato di iniziare un nuovo disco, alle Hawaii, ma tutto era finito
male per gli screzi fra le loro personalità. Prima ancora, l'ultima
tournee era stata nel 1970, quella che conosciamo grazie a 4 Way
Street, e nel frattempo di acqua ne era passata sotto i ponti, in
particolar modo per Neil Young. Questi aveva pubblicato After The
Gold Rush, Harvest e poi l'artistico (ma commercialmente disastroso)
Time Fades Away. Nell'estate del 1974, per capirci, Neil usciva da
(nell'ordine): session e tour di Time Fades Away, session e tour di
Tonight's The Night, session di On The Beach. Inoltre aveva appena
appreso della malattia cerebrale del suo primo figlio. Insomma, il
nucleo della sua crisi personale ma anche di una straordinaria
fertilità creativa (questi tre album, usciti in ordine diverso, sono
infatti noti come la "trilogia oscura"). Il tour di CSNY
vide come "vero" protagonista lui, che propose al pubblico
per la prima volta nuovi brani oscuri ed intimisti, continuando nel
contempo a comporre. E andò avanti a lungo su questa strada,
sfornando dischi su dischi, alcuni ancora inediti.
Crosby
e Nash avevano invece sancito la loro collaborazione come duo
registrando un disco insieme e ciascuno stava scrivendo nuovo
materiale molto interessante. In particolare Nash stava dando prova
di nuova maturità, rispetto alle sue prime canzoni "naif",
mentre Crosby continuava a mantenersi su un livello eccezionale.
Stills era appena uscito dal progetto-lampo dei Manassas, anche lui
creativamente lanciato; il suo materiale di questo periodo è tra i
migliori della sua carriera.
Siamo
quindi in un momento fenomenale dal punto di vista compositivo, per i
quattro, che mantennero stranamente un legame pacifico – nonostante
sia stato detto spesso l'opposto. Il Doom Tour toccò 35 città, la
maggior parte stadi, cosa inusuale per l'epoca. CSNY diedero sfogo al
loro lato più estroverso, dimenticandosi dell'intimità tra autore e
pubblico che era ideale, quantomeno, per la parte acustica del loro
repertorio. A momenti di grandiosa abilità musicale e scenica, il
supergruppo alternò esecuzioni storte, pericolosamente al limite. Un
tour fatto di estremi che rimane negli annali della musica rock.
Dopo
la data finale londinese (Wembley, da cui il celebre film-concerto
bootleg) i quattro si separarono. Sarebbero passati 14 anni prima
della successiva reunion di CSNY, durante i quali i quattro si
sarebbero combinati in modo vario per collaborazioni più o meno
veloci (nel 1976 di nuovo si andò vicinissimi all'avere un album di
CSNY, ma subito il progetto virò sulla Stills-Young Band, con furia
di Crosby & Nash... Questa storia merita di essere raccontata in
un'altra occasione).
Compiuta
la disfatta, il materiale di Crosby e di Nash diventò il cuore di
Wind On The Water, quello di Stills finì nel suo album solista
successivo, Stills. Entrambi usciti nel 1975, sono tra i due migliori
album della loro produzione. Le canzoni di Young sono
in parte inedite e in parte sparpagliate in vari album.
Ecco
come Johnny Rogan, autore del lbro Neil Youg: Zero To Sixty - A
Critical Biography, racconta da vicino il Doom Tour, con l'ausilio di interviste ai protagonisti.
«
Nel marzo 1974 apparvero le prime voci di un ritorno di
Crosby, Stills, Nash & Young. Inizialmente i loro piani non
andavano oltre un breve tour di 10 serate, che doveva iniziare a
Tampa, Florida, il giorno dell'Indipendenza. Sin da subito Stephen
Stills si mise in preallarme [...]: “Se le prove non vanno bene,
non lo farò. Tutti la pensiamo così. La parte più difficile per
tutti è ricordare come sedersi ed eseguire gli ordini.” [...]
Elliot Roberts [...] dopo averne discusso con David Greffen e Bill
Graham, propose che CSNY tornassero in scena con un tour per arene.
Sarebbe stato il più grande tour nella storia della musica rock e un
momento di vitale importanza per tutti. [...] David Crosby: “[...]
Nel tour del 1974, penso che fosse Stills più di tutti ad adorare il
fatto di suonare in spazi enormi, perché gli piaceva fare il grosso.
E nel 1974 probabilmente noi eravamo il gruppo più grande del mondo.
O noi, o gli Stones. Per lui fu una soddisfazione incredibile avere i
Beach Boys, Santana, The Band e Joni Mitchell come apertura.
Significava qualcosa. Non so quanto Neil lo apprezzò. Penso che
apprezzò il fatto di suonare e ciò che fece. Mi pare di ricordare
che lui volesse farlo il tour per stadi.”
[…]
Con Stills e Young disposti al tour, fu solo questione di tempo
perché anche Crosby & Nash aderissero al progetto. Per quanto
riluttanti, non resistettero alla tentazione di ricostruire il mito
CSN&Y per la nuova generazione. “Io volevo suonare”, disse
Crosby. “Volevo essere nella band. Ma erano Stills e Neil a voler
suonare in quei posti enormi, lo pretesero. E così manager. E così
gli agenti. Tutti quanti lo volevano tranne io e Nash. Eravamo gli
unici in disaccordo.”
[…]
Il 9 luglio, Crosby, Stills, Nash & Young iniziarono il primo
tour in quattro anni al Coliseum di Seattle, Washington. Scrosci di
applausi li accolsero mentre si lanciarono in “Love The One You're
With”. Dopo “Wooden Ships” e “Immigration Man”, Young
sorprese tutti con una versione elettrica di “Cowgirl In The Sand”.
Con il Watergate che impazzava sui giornali, CSN&Y erano nel loro
elemento in quanto a dichiarazioni politiche. “Grave Concern” di
Nash fu preceduta da una gag satirica di Richard Nixon che tentava di
spiegare le sue trasgressioni. Il tema politico continuò con
versioni feroci e variegate di “Almost Cut My Hair” e “Ohio”.
Durante il concerto, la sezione ritmica di Tim Drummond, Russ Kunkel
e Joe Lala fu un solido supporto rock alle canzoni che scivolarono
agevolmente l'una dopo l'altra, con minime pause per il tuning.
Non
sorprende che Stills si ritagliò la fetta più grande di canzoni,
13, più “Wooden Ships” di cui è co-autore e “Blackbird” di
Lennon e McCartney. Young 10 canzoni, Nash 8 e Crosby 6. Qualsiasi
dubbio che il tour fosse un'operazione nostalgica fu sedato dal
numero di brani inediti proposti da CSN, tra cui “Carry Me”,
“First Thing First”, “My Angel”, “My Favourite Changes” e
“As I Come Of Ages”. Young fece ben cinque nuove canzoni: “Human
Highway”, “Love-Art Blues”, “Long May You Run”, “Traces”
e “Pushed It Over The End”. La cosa più sorprendente del
concerto, comunque, fu la sua straordinaria durata. Nel momento in
cui terminarono una “Carry On” da togliere il fiato, il gruppo
era sul palco da 4 ore e mezza. E ritornò per una versione a
cappella di “What Are Their Names?” di Crosby, che sfociò nel
plauditissimo finale di “Chicago”. Erano le 1.30 del mattino, i
musicisti erano vicini all'esaurimento e il pubblico bloccato sui
mezzi di trasporto. Appena scesi dal palco, CSN&Y si resero conto
che non potevano mantenere questi folli standard per le successive
sette settimane. Avevano suonato 40 canzoni, la performance più
lunga nella loro storia. Timorosi di distruggere le proprie voci,
decisero di ridurre i concerti a tre ore, comunque una durata
notevole. […]
La
mattina dopo Crosby era messo male. Quando CSN&Y arrivarono a
Vancouver quella sera, la sua voce era andata. Riuscì a malapena a
cantare “Almost Cut My Hear” ma il peggio arrivò dopo
l'intervallo, con il materiale acustico. […] Poi, CSN&Y
raggiunsero Oakland il 13 e il 14 luglio, e Young iniziò a
predominare sulla setlist e lasciare a bocca aperta il pubblico con
brani epici come “Don't Be Denied”, “Ambulance Blues” e
“Pushed It Over The End”. Forse rendendosi conto che facevano
uscire un po' troppo il lato oscuro di sé, decise poi per brani più
leggeri. […] I concerti di Oakley fecero 75.000 persone a sera,
portando l'eccitatissimo Bill Graham a descriverli come “uno dei
più importanti eventi musicali del decennio”.
Nei
giorni successivi, David Crosby fu chiamato a spiegare le dinamiche
di gruppo di CSN&Y e si sentì in dovere di ricordare al mondo
che il “gruppo” non era un gruppo in senso tradizionale. “È
una miscela delicata ed esplosiva, ed ecco perché funziona” […].
Inevitabilmente, una delle domande che continuamente veniva fatta
loro era quanto peso avesse avuto il denaro nella loro reunion.
Chiaramente la somma raccolta dal tour negli stadi era grossa, ma
alcuni riconobbero il costante rifiuto di riunirsi per un disco che
avrebbe fruttato ulteriore denaro. Parlando di soldi, Graham Nash si
mostrò inspiegabilmente suscettibile. “Mi scoccia che la gente
insinui che lo facciamo solo per i soldi”, protestò. “Amico,
avremmo potuto fare milioni di dollari negli ultimi quattro anni,
credimi. Ma non li abbiamo fatti perché non ragioniamo così. Non ci
sentivamo di poter suonare insieme e, se ci siamo riuniti per i
soldi, dimmi perché non lo abbiamo fatto in questi cinque nani. […]
Questa è una vera band. Hai notato per caso un'atmosfera negativa?
Pensi che potremmo fingere così bene? […]”
Durante
il tour, Young fu taciturno, rifiutando tutte le interviste e
viaggiando separato dagli altri musicisti nel suo pullman personale.
I critici lo considerarono la dimostrazione che Young era di fatto
estraneo a CSN, ma questo non aveva senso. Chi osservava era
d'accordo sul fatto che la relazione tra di loro era ottima durante
il tour. Il distaccamento di Young, in realtà, era motivato dal suo
cercare di venire a capo a una situazione familiare molto complicata.
Evitando i soliti eccessi da rock star, sembrava determinato a
trasformare un tour debilitante in una vacanza-lavoro prolungata,
accompagnato da Zeke [il suo primo figlio con paralisi cerebrale,
ndt] e dal cane di famiglia, Art. Anche Carrie [Snodgress, la
prima moglie di Neil, ndt] presenziò ad alcuni show. »
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