The Oral History: CSNY 1974 (prima parte)
Due settimane all'uscita di CSNY Live 1974. Rolling Stone ha pubblicato un articolo intitolato The Oral History of CSNY's infamous Doom Tour,
ma anche noi di Rockinfreeworld stavamo preparando una raccolta di
interviste per conoscere i retroscena dell'anno più intenso di
CSNY direttamente dalla voce dei protagonisti. Così, abbiamo unito gli
sforzi. Vi proponiamo in esclusiva una selezione di straordinarie interviste
a Crosby, Stills, Nash, Young e l'entourage di musicisti, collaboratori
e conoscenti che presero parte al tour, e in seguito alla realizzazione
del box set live, divise per tematiche e tratte sia dall'articolo di
RS, sia da molte altre interviste vecchie e nuove. Non si parlerà solo
del tour, ma si inizierà dal primo tentativo di reunion a fine '73, e si
arriverà al più volte annunciato album live.
LE PRIME SESSION
Elliot Roberts: Mi cantarono “Human Higway” al telefono [dalle Hawaii, luogo delle prime sessions nel tardo 1973].
Le sessions invece furono un problema perché Stephen voleva far uso di
droghe e stare alzato tutta la notte a registrare. Graham e David
volevano alzarsi presto al mattino, guardare le udienze del Watergate e
poi suonare. Quando Stephen si alzava, loro erano pronti ad andare a
letto, quindi non era molto il tempo in cui stavano insieme. [1]
LE PROVE
Stephen Stills: Fare
le prove all'esterno del ranch di Neil fu una mia idea. Dissi, "Neil,
stiamo venendo al tuo ranch e costruiremo un palco sulla strada di
fronte al tuo studio, perché dobbiamo imparare a suonare fuori." Non
voleva tutta quella gente a casa sua, ma in effetti funzionò. [9]
Joel Bernstein: [...]
Provavano dal lunedì al venerdì. Il suono viaggiava per miglia
attraverso le colline. Ho iniziato a vedere gente camminare per la
strada, che veniva da dovunque. Ho raccolto un autostoppista che era
arrivato quel mattino dall'aeroporto di Burbank solo per venire a
sentire. Arrivavano fino a un cancello che chiudeva la strada. Salivano
sulle colline e ascoltavano tutto. Era una cosa selvaggia! [9]
Stills: Ero
appena tornato dalle Hawaii dove facevo immersioni tra i coralli. Ero
abbronzato e in forma. La foto di copertina di un mio album solista [del
1975] fu scattata durante quelle prove. La guardo oggi e dico, "Voglio
riavere indietro quel corpo!" Indossavo le magliette del football prima
che diventasse una moda. […] [9]
Neil Young: Non
volevo urtare nessuno per colpa di come mi sentivo – anche se lo
potevano sentire lo stesso. Durante le prove del tour del 1974 ero
veramente annoiato. […] Semplicemente triste. Non era così orribile –
facevamo musica ogni giorno e ci preparavamo per andare in tour –
andavamo a nuotare ogni giorno, facevamo esercizi e gironzolavamo per la
piscina parlando di quel che avremmo fatto. Era difficile per via delle
emozioni – ma tutti ce la mettevano tutta perché funzionasse. […] Fu un
periodo difficile ma creativamente fu un gran periodo. Senza dubbio.
[…] [1]
Carrie Snodgress [prima moglie di Neil]: Neil
non socializzava con loro. Ricordo che vennero tutti al ranch, un
giorno, e Neil andò via con Elliot. Loro lo aspettarono fino alla sera.
Accadde spesso. Graham invitava Neil in città e lui gli diceva che
sarebbe venuto, poi non arrivava. Oppure si mettevano d'accordo per un
pranzo e lui rimaneva per trenta minuti. Poi diceva “devo andare, non mi
sento bene”. [1]
IL TOUR
Graham Nash: I
Beatles avevano suonato allo Shea Stadium e gli Stones avevano fatto un
paio di concerti a Hyde Park, con oltre 100 mila persone, ma era il
primo tour ad avere queste proporzioni. [9]
Russ Kunkel (batterista): Suonare in posti così grandi creò una sorta di atmosfera circense. C'era semplicemente troppa gente. Devi capire che non erano solo CSNY. C'erano le aperture, i set di Joni Mitchell, Santana, i Beach Boys, The Band. Era uno spettacolo favoloso. Riesci a immaginarti qualcosa del genere oggi? [9]
Tim Drummond (bassista): I
duelli di chitarra tra Stephen e Neil erano a colpi di volume. Io mi
mettevo tra gli amplificatori per fare le mie cose, così potevo
sentirmi. Sono stato fortunato a fare tutto questo senza rovinarmi
l'udito. [9]
David Crosby:
Avevamo dei buoni monitor, ma Stephen e Neil li tiravano a oltre 100
db. Graham e io non riuscivamo a fare le armonie perché non ci
sentivamo. [...] Molti di loro [degli spettatori] erano lì per le
canzoni. Ascoltavano i nostri dischi. [9]
Nash: Eravamo
bravi in ciò che facevamo, ma quando non riesci a sentire è molto
facile stonare. Era difficile suonare negli stadi, ma l'abbiamo fatto.
Che altro potevamo fare? Era così eccitante cavalcare il palco di
Wembley, per esempio, e avere di fronte qualcosa come 90.000 persone. Ce
ne dovevamo fare una ragione e semplicemente affidarci alla musica. La
gente non era lì per vedere Brad Pitt. Non siamo dei rubacuori.
Dipendevamo solo dalla musica e abbiamo suonato sempre musica vera. [9]
Young: L'ultima
data era in Inghilterra, allo stadio di Wembley, insieme a Joni
Mitchell, The Band e Jesse Colin Young. La maggior parte di questi
concerti nei grandi stadi non era buona. Per il suono, la tecnologia non
era all'altezza. Tutto ruotava attorno all'ego dei protagonisti. Il
gruppo era più interessato a mettersi in mostra che alla musica. Fu una
grande delusione. Riascoltando i nastri di Wembley, risulta abbastanza
ovvio quanto fossimo troppo fuori di testa o anche solo pessimi. Sto
dicendo troppo fuori di testa. So che eravamo davvero bravi quando
eravamo al meglio. Lo sentivo e lo percepivo. Ma su quel nastro no. [8]
Nash: Il
tour fu una sfida. Cercavamo di tenere alto il nostro umore e
focalizzarci sull'essere una band, ma con tutto il caos e le droghe e le
distrazioni continue, sono stupefatto di ciò che siamo riusciti a fare,
in effetti. [6]
Crosby: Nessuno
ti ha detto come feci quel tour? C'erano due schianti di ragazze in
tour con me. La mia vita era un eccesso a quei tempi. Non mi importava
che le persone mi fregassero milioni di dollari. [1]
Nash (da Wild Tales, il suo libro del 2013): Crosby
portò con sé in tour due splendide ragazze... Spesso bussavo alla sua
stanza d'albergo, che teneva sempre aperta, e lui era lì che se le
faceva entrambe, e nel frattempo parlava al telefono, faceva affari, si
rollava spinelli, fumava e beveva. Crosby aveva un'energia sessuale
incredibile. Era diventata una scena di routine nella sua stanza. [9]
LA MUSICA
Drummond: Avevamo
una vagonata di canzoni. Neil era il migliore. Doveva solo tirarne
fuori una dal suo culo o dal suo cappello e gli altri pendevano dalle
sue labbra. Questo rese il tutto più fresco ed eccitante. Non c'erano
state prove per quelle. [9]
Kunkel: Qualche
volta c'era una setlist, ma cambiava parecchio. Non facevamo molti
soundcheck. Quello che devi ricordare a proposito di questi ragazzi, è
che sono dei maghi e la musica è magia. Avevamo gli arrangiamenti per le
canzoni e sapevamo come farle, ma quando arrivavano gli assoli non
c'era modo di sapere per quanto tempo Neil avrebbe suonato. Era come se
dicesse, "Potrei anche morire facendo questo assolo. Sto dando tutto ciò
che ho, quindi è meglio se mi seguite". Fu un'esperienza incredibile. [9]
Crosby: Il
vantaggio di avere quattro compositori è che hai un'enorme tavolozza
con cui lavorare. Scrivevamo nuove canzoni ogni notte. Saranno state
dozzine le volte che uno di noi arrivava dicendo, "Ehi, ho un nuovo
pezzo. Ecco come fa. Cosa ne pensate?" Prendi "Time After Time". Alla
fine di quello, Neil e Stephen si sono aggiunti a cantare con me.
Stephen aveva con sé il suo figlioletto Christopher. Non conoscevano la
canzone, ma si sono uniti. E poi Neil... Mio Dio. "Pushed It Over The
End", "Don't Be Denied", "Mellow My Mind". Un colpo dopo l'altro. Faceva
schizzare alle stelle il termometro. [9]
Stills: "Old
Man" era semplicemente bellissima con le nostre armonie. Ho appena
sentito un assolo di piano da quel tour. Potevo giurare che non avevamo
un suonatore di pianoforte sul palco, e invece, "Cosa? Chi? Io non sono
capace di suonare il piano in quel modo". Ma poi si è scoperto che lo
ero. [9]
Nash: Tutti
noi scrivevamo così tante canzoni che era difficile fare una setlist.
Scrivevamo continuamente. Durante il tour composi un brano intitolato
"It's All Right". Decisi di suonarlo sul palco, sebbene gli altri non lo
avessero mai sentito. Sul nastro puoi sentire Stephen che dice, "Quali
sono gli accordi?" E io, "Dunque, è tipo da Re a Sol, poi scendi in La".
Durante l'esecuzione gli parlavo, spiegavo loro gli accordi mentre la
suonavamo. Era da pazzi.
Una
delle ragioni per cui Neil ha finito per avere il maggior numero di
canzoni sul box set, rispetto a noi, è che in quel momento era come
sotto un incantesimo di creatività, una cosa incredibile. Scrisse "On
The Beach", "Don't Be Denied", "Pushed It Over The End", "Hawaiian
Sunrise". Come band, noi volevamo solo presentare il meglio di noi, ecco
perché sono sue così tante canzoni. David e Stephen non si sono ancora
lamentati, ed ora è troppo tardi. [9]
LA DROGA
Sandy Mazzeo: La
cocaina sostituì la marijuana. Prima ci si sedeva e ci si passava una
canna. Poi si passarono la fiala. Non lo puoi fare. Non è una droga
sociale. È personale. [1]
Snodgress: Tutti
quanti facemmo la nostra parte, ma a Neil non andava giù. Si sentiva
male moralmente, sentimentalmente. Una notte si fecero di cocaina, e a
Neil bastò per mesi. [1]
Si è spesso detto che è stata la cocaina a uccidere CSN&Y.
Young:
Per l’esattezza la cocaina e i problemi di ego. Si può sopravvivere
alla coca, si possono superare i problemi di ego. Ma se le due cose si
mischiano, è l’esplosione. [2]
Chris O’Dell (road manager): Quando
andai a San Francisco prima del tour, un gruppo di persone era riunito
intorno a un tavolo. Aprivano le sigarette Marlboro, tiravano fuori
tutto il tabacco, le riempivano con erba e le rimettevano nei pacchetti.
Era un lavoro di precisione perché dovevano passare per le dogane e
sembrare che non fossero mai state aperte. Poi presero capsule di
vitamina C, le riempivano di cocaina e le mettevano in una bottiglia. Ci
portammo questa roba in giro in un camion e la band veniva a prenderne
un po’ quando ne aveva bisogno. Fu un tour all’insegna delle droghe.
Ricordo che una volta arrivò Stephen e aveva con sé la più grande palla
di cocaina che abbia mai visto. Non potevo crederci. [9]
Nash:
Assumemmo un tizio allo scopo di procurarci la cocaina. Avevamo bisogno
di una quantità incredibile di energia per poter completare il tour e
sono sicuro che fu d’aiuto, da un lato, ma è una droga molto distruttiva
e ce ne fu tanta. Eravamo star del rock and roll all’apice della nostra
potenza, della commercialità e della capacità di mettere a sedere le
persone. Avevamo tutto. E qualche volta dovevamo rompere dalla tensione.
Droghe e donne erano parte di questo processo. [9]
Drummond:
I promoters ci procuravano la cocaina, se la chiedevamo. Io c’ero
dentro, allora, ma avevo la mia. E poi arrivarono gli altri a
chiedermela! Ho dovuto spedire qualcuno ad aiutarli. Ce n'era un
mucchio, la trovavi dovunque. Anch'io ne ebbi una parte, e sono ancora
qui. È questione di quanto riesci a esser furbo. Non c'era eroina, però.
Quella ti prende per sempre. [9]
Crosby: La cocaina divenne parte del nostro mondo sin da quando iniziammo a lavorare al primo album [1968]. La gente che ce la diede la prima volta disse che non dava assuefazione. [Ride] Eravamo
idioti. Non avevamo idea. La musica è una forza che ti spinge in alto.
La cocaina e le altre droghe pesanti portano tutto giù: il livello di
coscienza, di concentrazione, di performance, di umanità, la tua
capacità di essere empatico, la tua energia e il tuo spirito. Tutta
quella merda ti abbatte pesantemente. E' una droga orribile e ha
terribili effetti sulla tua psiche e sul tuo lavoro. Più andavamo avanti
più le cose peggioravano. La odiavo. Odio gli anni passati con quella
roba. [9]
O'Dell: Una
volta fecero cadere la cocaina sul tappeto. Si chinarono e la
sniffarono dal tappeto. Io pensai, Dio mio, è davvero troppo. Non avevo
mai visto una cosa del genere. Loro probabilmente neanche se lo
ricordano. [9]
Nash: Cominciai
a prendere anche il Percoced e il Percodan. Le chiamavo le "pillole del
non-mi-frega-un-cazzo". Qualcuno poteva dirmi, "Ehi, la tua gamba va a
fuoco", e io avrei risposto, "Non m'importa, amico". Stavamo in piedi
tutta la notte. Era una follia. Non lo raccomanderei a nessuno perché il
viaggio da cocaina e metaqualone dovrebbe essere messo tra i numeri
dell'orrore del circo. [9]
Stills: Per
quanto le cose fossero brutte, non penso sia stato il tour più folle
che abbia fatto. Ho avuto diversi tour solisti, in seguito, lubrificati
oltre misura, e anche con i Manassass... Per alcuni anni solisti il Re
Bourbon fece la sua apparizione e rese le cose folli. Non scappavo.
C'ero dentro. La mia voce andava rovinandosi e io lasciai fare. Adesso è
figo, perché mi è tornata. Riesco di nuovo ad arrivare alle note più
alte. Il momento presente, per me, è ottimo. [9]
Crosby: Credo
che non abbiamo mai sposato alcuna causa sbagliata, ad eccezione delle
droghe, in particolare le droghe pesanti. Sul resto eravamo dalla parte
del giusto: i diritti civili, i diritti delle donne, contro la guerra,
contro il nucleare... [9]
(Le fonti delle interviste saranno riportate alla fine della parte 2.)