Neil Young & Crazy Horse: Sleep With Angels (Reprise, 1994)
di Salvatore Esposito
Tra i tanti avvenimenti tristi che hanno segnato la vita di Neil Young, c'è sicuramente la morte di Kurt Cobain, leader e voce dei Nirvanade, indicato come possibile erede di Young da parte della stampa americana prima del tragico suicidio. Neil aveva cercato di conoscerlo dopo l'overdose di Roma ma purtroppo non ha fatto in tempo ed è accaduto l'inevitabile ovvero il suicidio del ragazzo. Neil gli dedica a pochi mesi dalla sua morte questo album, pubblicato in Doppio LP e in singolo CD, un concept album ambizioso mascherato da una collezione di confessioni umili. È un disco che sa regalare emozioni non banali, inquietanti e dure. Siamo a meta` strada tra lo young elettrico e quello acustico. I pezzi si dividono piuttosto equamente. Ad accompagnarlo ci sono i Crazy Horse, l'unica band capace di costruire con Neil un corpo solo e un anima sola. Un anima elettrificata, capace di creare un amalgama sonora dalle atmosfere indissolubilmente legate alle migliori espressioni dell'autore. In questo disco ci sono due livelli di interpretazione. Il primo si origina dalla splendida canzone d'apertura My Heart sorretta da un piano da un saloon, un vibrafono e le marimba, a cui segue l'abituale dose di rumore in Sleeps With Angels, guidata da un testo corrosivo che sfocia in Western Hero. Le melodie amplificate di quest'ultima aprono al secondo livello interpretativo, incentrato sulla meditazione amorosa da 15 minuti Change Your Mind, una lunga cavalcata elettrica al limite dello psichedelico. La tensione non si spezza con la jam blues intrisa di feedback di Blue Eden e con la tetra e oscura Safeway Cart che ci mostrano il lato oscuro di Neil. Il lirismo dell'album è altissimo le cui punte massime si toccano in Prime of Life, malinconico e tenero inno alla vita con cui Young alleggerisce la tensione drammatica del disco e chiude un ideale percorso catartico. Allora il cerchio si chiude con la anthem Piece of Crap, un inno contro il consumismo esasperato carico di autoironia. Questa canzone è una degna conclusione di una manciata di canzoni destinate a rimanere nel tempo. La qualità più intrigante dell'album è la sua completa opacità: Young non è mai stato così imperscrutabile. Forse la morte stessa è il tema di queste storie. Un disco che, dato l'argomento, è possibile accostare ad un altro lancinante prodotto di Neil, Tonight's the night. In definitiva, un disco che difficilmente si può giudicare con il metro solito. Un disco che non è rock e basta. Un disco che, al centesimo ascolto, non sei mai pago delle emozioni che ti regala.
Tra i tanti avvenimenti tristi che hanno segnato la vita di Neil Young, c'è sicuramente la morte di Kurt Cobain, leader e voce dei Nirvanade, indicato come possibile erede di Young da parte della stampa americana prima del tragico suicidio. Neil aveva cercato di conoscerlo dopo l'overdose di Roma ma purtroppo non ha fatto in tempo ed è accaduto l'inevitabile ovvero il suicidio del ragazzo. Neil gli dedica a pochi mesi dalla sua morte questo album, pubblicato in Doppio LP e in singolo CD, un concept album ambizioso mascherato da una collezione di confessioni umili. È un disco che sa regalare emozioni non banali, inquietanti e dure. Siamo a meta` strada tra lo young elettrico e quello acustico. I pezzi si dividono piuttosto equamente. Ad accompagnarlo ci sono i Crazy Horse, l'unica band capace di costruire con Neil un corpo solo e un anima sola. Un anima elettrificata, capace di creare un amalgama sonora dalle atmosfere indissolubilmente legate alle migliori espressioni dell'autore. In questo disco ci sono due livelli di interpretazione. Il primo si origina dalla splendida canzone d'apertura My Heart sorretta da un piano da un saloon, un vibrafono e le marimba, a cui segue l'abituale dose di rumore in Sleeps With Angels, guidata da un testo corrosivo che sfocia in Western Hero. Le melodie amplificate di quest'ultima aprono al secondo livello interpretativo, incentrato sulla meditazione amorosa da 15 minuti Change Your Mind, una lunga cavalcata elettrica al limite dello psichedelico. La tensione non si spezza con la jam blues intrisa di feedback di Blue Eden e con la tetra e oscura Safeway Cart che ci mostrano il lato oscuro di Neil. Il lirismo dell'album è altissimo le cui punte massime si toccano in Prime of Life, malinconico e tenero inno alla vita con cui Young alleggerisce la tensione drammatica del disco e chiude un ideale percorso catartico. Allora il cerchio si chiude con la anthem Piece of Crap, un inno contro il consumismo esasperato carico di autoironia. Questa canzone è una degna conclusione di una manciata di canzoni destinate a rimanere nel tempo. La qualità più intrigante dell'album è la sua completa opacità: Young non è mai stato così imperscrutabile. Forse la morte stessa è il tema di queste storie. Un disco che, dato l'argomento, è possibile accostare ad un altro lancinante prodotto di Neil, Tonight's the night. In definitiva, un disco che difficilmente si può giudicare con il metro solito. Un disco che non è rock e basta. Un disco che, al centesimo ascolto, non sei mai pago delle emozioni che ti regala.
Sleeps with Angels (6 Agosto 1994, Reprise 45749-2)
Neil Young and Crazy Horse
My Heart [2:44]
Prime of Life [4:02]
Driveby [4:43]
Sleeps with Angels [2:44]
Western Hero [4:00]
Change Your Mind [14:39]
Blue Eden [6:22]
Safeway Cart [6:29]
Train of Love [3:57]
Trans Am [4:07]
Piece of Crap [3:15]
A Dream That Can Last [5:27]
Tutte le canzoni sono di Neil Young (Silver Fiddle Music ASCAP) eccetto Blue Eden di Neil Young, Frank "Poncho" Sampedro, Billy Talbot e Ralph Molina (Silver Fiddle Music ASCAP/Falmouth Music BMI)
Prodotto da David Briggs e Neil Young
Registrato ai The Complex Studios di West Los Angeles, tra l'8 Novembre 1993 e il 25 Aprile 1994
IL CAST:
Neil Young: guitar, tack piano, accordion, flute, harmonica, vocal
Frank "Poncho" Sampedro: guitar, grand piano, electric piano, keyboards, bass marimba, vocal
Billy Talbot: bass, vibes, bass marimba, vocal
Ralph Molina: drums, vocal