Vi presentiamo una curiosa classifica: gli album di Neil Young dal peggiore al migliore secondo Stereogum.com 35. LIVING WITH WAR Questo album vede il nostro eroe in versione hippie, come nell'altrettanto politico Greendale, che trasuda passione istantanea; c'è persino una canzone intitolata "Let's Impeach The President". Scritto e registrato in nove giorni, è il classico album spazzatura; urla il suo messaggio ma se ne fotte della musica. In una carriera fatta di strane svolte e decisioni artistiche al limite del surreale, questa non nemmeno stravagante da meritarsi una risata. 34. FORK IN THE ROAD Quello che avrebbe potuto essere un intrigante concept album sulla dipendenza dell'America dal petrolio, sulla miopia di chi governa, dell'ostinatezza contro il cambiamento, diventa... be', essenzialmente una manciata di canzoni che parlano di auto elettriche. La musica lascia ancora meno il segno dei testi, ed è difficile immaginare qualcuno c...
Poco dopo le 11, il vecchietto arriva con qualche minuto di ritardo e sorride chiedendo qualche minuto in più: "Ho degli huevos in arrivo", spiega. Poi si avvicina al pianoforte nell'angolo della sala. Non appena le sue mani toccano i tasti, la melodia che riempie la stanza è spezzata, giocosa, bella, inconfondibilmente sua, come se stesse firmando il suo nome su una lavagna: Neil Young è nell'edificio. Quell'edificio è lo studio Shangri-La di Rick Rubin, in cima a una collina che domina Zuma Beach. Oggi Neil Young indossa flanella scura, jeans grigio scuro e comode scarpe da ginnastica da passeggio, e un cappello nero sui suoi lunghi e fini capelli grigi. La spilla nella fascia del cappello dice "CANADA". Ha l'odore di uno che ha in tasca parte di uno spinello. Ha 77 anni meno una settimana e, visto di profilo, sembra il ritratto che userebbero se mettessero il volto di Neil Young sulla faccia di una moneta. Ha gli stessi occhi selvaggi di sempre, l...
A metà di Across The Water - il nuovo documentario di due ore sulle tournée in Giappone e Regno Unito del 1976 di Neil Young e i Crazy Horse, che apre la parte visiva del suo gigantesco terzo cofanetto d'archivio - il cantante viene intervistato a cena nel suo hotel di Londra. Alla domanda su come vuole essere ricordato dopo la sua morte, Young, allora trentenne, scherza su una possibile lapide: “È morto cercando un cuore d'oro!” Poi il suo umore cambia. “Vorrei che la gente sapesse che sono stato qui. Ho trascorso il primo quarto della mia vita cercando di lasciare un segno... Vorrei lasciare dietro di me qualcosa con un punto di vista”. Archives III rappresenta tutto ciò che è successo dopo, in termini di caos, trascendenza e distorsione: attraverso quel "ritorno ad Harvest" che è Comes A Time, lo spettacolo garage rock di Rust Never Sleeps e Live Rust del 1979, fino alle ripetute crisi e alle inversioni di genere degli anni Ottanta, quando Young era alla Geffen Rec...
I primi due dischi di Archives III (finalmente!) sono tratti dai concerti al Budokan e all'Hammersmith Odeon del tour mondiale del 1976 di Neil Young & Crazy Horse, e ti fanno desiderare di aver assistito ad almeno uno di quei concerti. Poi ti ricordi di esserlo stato: Hammersmith, 31 marzo, quarta fila, mezzo accecato dalla polvere che veniva spazzata via dal palco da un'enorme macchina del vento durante una delle prime esibizioni di "Like A Hurricane". Di colpo ricordi tutto. Prima, Neil da solo, in acustico, con una scaletta che è il sogno di ogni fan. Poi i Crazy Horse si uniscono a lui per un secondo set che include "Down By The River", "Like A Hurricane", "Southern Man", "Cortez The Killer", "Cinnamon Girl", "Cowgirl In The Sand". Canzoni diventate centrali nel repertorio dei concerti di Young nei decenni a venire, ma queste registrazioni risalgono a prima che diventassero famose. Tutto sembrava app...
Dietro di loro c'è tutto l'entourage alle prese con il sipario che celerà il corredo elettrico sino al momento in cui la loro musica lignea acustica non sarà finita. Le tende sono nere: dietro Crosby, Stills, Nash & Young non vi sarà alcun tipo di luce. È giovedì, al Winterland Auditorium di San Francisco le prove sono fissate per le cinque del pomeriggio. Dallas Taylor, il batterista, cammina sul bordo del palco, mentre Steve Stills sta provando un pianoforte e non si accorge di lui. Dallas va verso Steve e sorride furbescamente: è il momento degli scherzi. Improvvisamente Dallas sbuca alle spalle di Steve con un urlo, e finge di ucciderlo con una pistola. Stills si irrigidisce, cade dallo sgabello e si fionda dritto su Crosby alle prese con la chitarra, provocando un disastro cacofonico. In prima fila, dalla parte opposta, Graham Nash viene allertato dal gran rumore, mentre prova a mettere ordine nella scaletta dei brani che verranno eseguiti quella sera. Dopo aver const...