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Neil Young: Heart Of Gold (2006) - Rassegna Stampa pt.1


Jonathan Demme ha un rapporto con Neil Young che risale ai tempi di Philadelphia. Ricordate la canzone che accompagnava la scena finale del film? La spinta per realizzare questo documentario nasce però da un'altra urgenza. Nella primavera del 2005 a Young viene diagnosticato un aneurisma al cervello. Il compositore si butta allora nella scrittura di un nuovo album Prairie Wind. L'intervento chirurgico riesce con successo e nell'estate dello stesso anno viene organizzato un concerto a Nashville che si è già deciso di riprendere. Alla regia Demme. Si tratta quindi di un autentico mix tra il nuovo Young e i suoi brani più classici.
Accompagnato da una band e da coristi che non hanno alcun timore nel mostrare la loro età non più giovanile, Young offre il meglio di sé, assecondato da un Demme che quasi si annulla come sguardo limitandosi a 'registrare' quanto accade sul palco e senza mai mostrare il pubblico se non all'inizio. È più un omaggio da amico questo che non un documentario. Ci si legge il desiderio di far emergere dalle immagini l'interiorità di un uomo che ha visto in faccia la morte e che proprio per questo può ancor meglio cantare la vita o le vite dei protagonisti delle sue canzoni vecchie e nuove. I titoli di coda lo accompagnano mentre, nella sala deserta, canta e suona (su chitarra acustica) un suo pezzo. Non c'è nulla di struggente nella scena ma c'è il piacere di trovare, dopo tanti e meritati applausi, un artista solo con il suo universo creativo. 
Giancarlo Zappoli, mymovies.it




La pellicola si intitola Neil Young - Heart Of Gold. Young e Demme... un binomio quantomeno curioso eppure non così sorprendente: che a Demme piacesse il rock era abbastanza chiaro, basta gettare un occhio alle colonne sonore dei suoi film, senza contare la regia di quello che è considerato a ragione uno dei più bei rockumentary, Stop Making Sense, dedicato ai Talking Heads, o ancora Storefront, documentario sul cantautore inglese, ex leader dei Soft Boys, Robyn Hitchcock.
Heart Of Gold è un bello e malinconico omaggio al rocker di origine canadese. Dopo il tributo a lui e ai suoi Crazy Horse firmato Jim Jarmusch, Year Of The Horse, ora è Demme che riprende l'artista in due concerti tenuti a Nashville nel 2005. Non è lo Young elettrico e psichedelico dei Crazy Horse a mostrarsi, è il cantautore folk e rock che passa attraverso alla migliore tradizione americana, rendendo omaggio al country, al folk e al south rock.
Con la sua inseparabile compagna, accompagnato da una cantante d'eccezione come Emmylou Harris e da musicisti (amici, come li definisce lui stesso) di provata esperienza, si presenta a Nashville per due date che entreranno nella mitologia personale del Nostro. Un finale esplosivo, in cui tutti i musicisti si schierano davanti al palco, quasi tutti imbracciando la chitarra, e riempiono gli ascoltatori di una sola sensazione: parla la gioia della musica e la sua grande capacità di comunicare. Cappello da cowboy e completo in pieno stile c&w, Young sforna suoni immortali, impasta slide e acoustic guitar, ci accarezza con la sua inconfondibile voce. Prende a piene mani dal bluegrass, e poi ricorda il padre, le canzoni che ascoltava da ragazzino, cita la moglie sul palco e i figli. Si capisce che queste due esibizioni segnano un punto importante. Sono infatti situate alla vigilia di una operazione al cervello molto pericolosa che lui ha attraversato, da cui è uscito vincitore. Ma in queste date e in questo film la cicatrice è evidente... e Demme rispetta la malinconia e il dolore, ma anche l'umanità e la carica vitale di Young: frequenti sono i primi piani, molti anche i campi lunghi. È una regia attenta, mai invadente che segue i brani, l'uomo sul palco, i musicisti, quasi senza stacchi, ponendoli nella loro semplice quanto ricchissima vena. 
Simone Arcagni, Mucchio Selvaggio




 

Si tratta di uno straordinario film concerto che ci fa vedere il volto noto e quello più segreto di uno dei più grandi protagonisti della scena musicale contemporanea. Il lavoro dell’artista, la costruzione della scena, la riproposizione dei capolavori e l’aggiornamento: tutto raccontato con la grande maestria del regista de Il silenzio degli Innocenti e Philadelphia. “Nulla può reggere il confronto con il periodo della tua vita in cui scopri canzoni che ti toccano il cuore. Lontani sono i giorni in cui ci si sentiva totalmente, completamente e assolutamente perduti, anche se solo per un momento, nella musica”. La leggenda vivente Neil Young provvede alla partitura, il celebre Jonathan Demme ci fa tornare indietro nel tempo a quei sentimenti con l’intimità e la semplicità di Neil Young: Heart Of Gold, l’inebriante registrazione del concerto live di due giorni “Prairie Wind”, eseguito nel famoso Ryman Auditorium, a Nashville, Tennessee. Realizzato durante un periodo impegnativo della sua carriera, dopo un intervento medico, il documentario trasuda di una palpabile energia di rinnovamento: un mix di materiali nuovi di zecca e di vecchi cavalli di battaglia lascia trascendere la canzone dallo schermo, così come traspare l’entusiasmo del musicista mentre suona con vecchi compagni, amici e collaboratori. 
zabriskiepoint.net


da Mucchio Extra (clicca per leggere)

da Alessandro Zanoni da JAM
 

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