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Greatest Hits (2005) - Commenti

Ultimamente sembra che una raccolta celebrativa non si neghi a nessuno. Limitandoci all’ambito rock, ne hanno pubblicata una di recente i Placebo, Marilyn Manson, i Travis: inutili per il semplice motivo che non si può raccogliere senza aver prima seminato e sette otto anni di pur onorata carriera sono pochini per farsi venire in mente che sia giunto il momento di celebrarsi. O è così o Bruce Springsteen e Patti Smith, che hanno aspettato 25 anni prima di dare alle stampe una raccolta, sono degli stupidi. Niente da ridire, invece, sul “Greatest Hits” di Neil Young, che l’anno scorso ha festeggiato il quarantennale delle sue primissime incisioni e l’anno prossimo compirà 60 anni. Un greatest hits secco, teso, onesto, come la musica del più grande rocker canadese di sempre. Nessun inedito. Sedici classici che più classici non si può. Dalle celeberrime “Old Man” e “Heart Of Gold”, tratte da quell’”Harvest” che rappresenta tuttora un must per tutto il movimento alternative-country, all’irresistibile cavalcata elettrica di “Rockin’ In The Free World”, da “Like A Hurricane”, otto minuti di pura acidità younghiana alla maledetta “Hey Hey, My My”, con il verso più rimpianto della storia del rock (“is better to burn out than to fade away”, usato da Cobain nella sua lettera d’addio). Forse manca qualcosa (“Cortez The Killer”? “Philadelphia”?) ma con questi sedici pezzi anche chi non l’ha mai ascoltato prima può farsi un’idea di come Neil Young abbia scritto e suonato per tutto questo tempo e del perché i suoi colleghi lo adorino. Un lungo ruggito selvaggio.
Pierluigi Lucadei, Liverock


La prima antologia sulla carriera, dopo Decade degli anni settanta. Un Cd singolo che contiene una serie di classici, rimasterizzati per l'occasione. Una buona ragione per risentire in un colpo solo Down By The River, Cinnamon Girl, Helpless, After The Goldrush, Only Love Can Break Your Heart, Southern Man, Ohio, The Needle and the Damage Done, Heart of Gold e molte altre. 16 canzoni.
Caru on line
Possibile che non si potesse (visto che ormai il costo della realizzazione dei brani è più che ammortizzato) uscire con un doppio cd a prezzo di singolo, come fa la "Sony/Columbia" con la propria serie "Essential"? Coprendo così per intero (o quasi) la carriera di Neil? Si poteva tranquillamente, ma i maghi del marketing hanno preferito aggiungervi (in edizioni collaterali) DVD e troiatine varie. Chissà, magari avranno ragione loro... Chi ama Neil non può però essere d'accordo... Che ci frega dei DVD?" Ora dico: io non sono un test attendibile, perchè considero Neil Young grande quanto Elvis, Dylan o Hendrix, tanto per dirne una ho scaricato dalla rete, giusto l'altroieri, un concerto di mezz'ora di Young alla Bbc nel 1971 e ho goduto davvero. L'antologia è quindi risicata, ovvia e con molti, troppi buchi. Ma tant'è, è comunque una selezione di capolavori.
Ernesto Assante, Repubblica


Praticamente perfetto. Ma è il solito e solido vecchio Neil Young! Niente sorprese e forse non potevano essercene in un Greatest hits che si rispetti (ha senso un inedito su un Greatest Hits?). In questo caso abbiamo una caterva di ottima musica (1h e 16 minuti) senza un attimo di pausa, dall'iniziale "Down by the river" (9'19") fino alla finale "Harvest moon" (5'03"). Spiccano i 10'08 secondi di "Cowgirl in the sand" e gli 8'23" di "Like a Hurricane". Manca poco, però qualcosa manca. Devo dire che per "economia d'ascolto" preferisco un singolo cd a due dischetti poco imbottiti. Ma forse si poteva rischiare con qualcosa tipo "facciata A" e "facciata B". Per chi non ha nulla di Young è imperdibile. Gli altri hanno già i singoli dischi.
Bielle

Pier Angelo Cantù, JAM

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