Neil & Me: due capitoli in italiano
Traduzione di Eurosia Carozza
Scott Young, giornalista e padre di Neil Young, nacque a Cypress River nei pressi di Manitoba. Trasferitosi a Winnipeg, cominciò a lavorare come reporter sportivo per la Free PRess nel 1936 alla giovanissima età di 18 anni. Dopo che questo giornale si rifiutò di dargli un aumento, si trasferì al The Canadian Press di Toronto a 23 anni, guadagnando $25 a settimana. Per Canadian Press, si occupava sia di notizie che di sport, e fu corrispondente di guerra a Londra dal 1942 al 1943. Dopo la guerra lavorò come editorialista al MacLean Magazine. Si dimise nel 1948 per scrivere storie brevi, che furono pubblicate sul Collier Saturday Evening Post e sul Ladies Home Journal. A U.S. e il suo editore gli suggerirono di provare a scrivere un racconto per ragazzi e nel 1952, uscì Scrubs on Skates, la prima trilogia basata su un giocatore di hokey di Winnipeg. Nel 1957, entrò al The Globe and Mail come redattore sportivo. Per i successivi 25 anni, si è occupato di Grey Cups, World Series, Stanley Cups, Olimpiadi e è apparso nella Hockey Night in Canada nel 1950 come commentatore speciale. Young fu introdotto nella Hockey Hall of Fame come media honouree nel 1988. Young smise di scrivere nel 1980, insoddisfatto di come era cambiato il concetto di etica giornalistica. Si sentiva ben lontano dal modo di fare dei suoi giovani colleghi. Alle sue spalle c'erano 45 libri, un misto di storie e racconti reali. Nel 1984 scrisse Neil And Me sul rapporto con il suo famoso figlio. Si tratta di uno dei pochi libri che indagano nella vita privata di Neil. Scott è morto il 12 giugno del 2005 a 87 anni.
Capitolo 1: Alcuni giorni a casa di Neil Era al ranch da circa cinque anni la prima volta che andai a fargli visita. Me lo aveva chiesto un paio di volte,ma eravamo molto distanti ed ognuno aveva la propria vita. Di solito ci incontravamo quando lui era in tour e veniva a Toronto. Nella metà degli anni 70 me lo chiese ancora. Pegi e il loro matrimonio, tre anni più tardi,non era nemmeno ipotizzato e lui viveva da scapolo dopo un breve matrimonio con Susan Acevedo alla fine degli anni 60 e,all'inizio degli anni 70, la relazione con l'attrice Carrie Snodgress,che fu altrettanto breve ma,nel 1972, nacque Zeke,il mio primo nipote. Forse sarò sembrato giù di morale in una lettera o forse voleva essere ancora in stretto contatto,fatto sta che chiamò e disse: " Non è che potresti venire qui per un po'?" La sera in cui arrivai a San Francisco, lui stava registrando, così mandò un amico a prendermi. Ci dirigemmo verso sud, nella Contea di San Mateo,poi girammo nella scura e tortuosa strada di foresta che conduce alla proprietà di Neil. Poche miglia più avanti, potei scorgere due deboli luci distanti che risaltavano nel buio circostante e poi fummo alla porta della cucina della vecchia e modesta casa di Neil. Quando il motore si spense,sentii un piano che suonava. Entrai,lui lasciò il piano e mi abbracciò: potevo sentire la sua magrezza e i pensieri tornavano al bambino educato e gentile, al ragazzo spilungone ed ora a quest'uomo. Non ci vedevamo da più di un anno. Bevemmo della birra e parlammo mentre mi mostrava la sua casa. Non ci volle molto. Nell'ordinata ed unica camera da letto, il letto era sopra una pedana, abbastanza vicino ad una panciuta stufa a legna in modo che potesse alimentarla senza alzarsi. Ogni cosa era tenuta bene e confortevole. Il lavandino all'esterno della camera teneva un lavabo di porcellana talmente vecchio da non avere tubo di scarico,doveva essere svuotato in un secchio posto sotto. Il soggiorno conteneva un vecchio tavolo da pranzo,le sedie,due pianoforti,una sedia girevole,altri mobili antichi e lampade. Dopo un paio d'ore, tempo di andare a dormire,mi portò in una stanza che aveva aggiunto alla struttura originale della casa nella quale teneva altoparlanti,giradischi e altre attrezzature stereo. In mezzo alla stanza vi era un letto singolo. " Zeke sarà qui domani e questa è la sua camera" disse " ma puoi usarla tu per questa notte" A quel tempo Zeke, che aveva tre anni, viveva a Los Angeles con Carrie,ma spesso andava a stare da Neil. Mi alzai presto il mattino seguente,Neil stava ancora dormendo.Feci una passeggiata fuori,nel totale silenzio della campagna sotto il sole del mattino. Vicino alla sua casa, tra grandi querce,c'era un laghetto punteggiato da anatre, oche e altri uccelli acquatici. Dopo alcune centinaia di metri, imboccai il sentiero verso la casa del fattore,i cani cominciarono ad abbaiare. Lì vi erano stalle, recinti ed altre costruzioni da fattoria.Bisonti pascolavano sul ripido pendio delle colline vicine e potei vedere anche greggi di arruffate Highland; stava tentando di incrociare le razze per ottenere o degli arruffati bufali o delle bestie con la gobba,dipendeva dalla combinazione dei geni. Più tardi, dopo che Neil ebbe fatto colazione, presi i miei bagagli e mi guidò attraverso il ranch in una strada tortuosa e ventosa, costeggiata da giganteschi alberi dal legno rosso per giungere ad una distesa di 700 acri acquistata,non molto tempo prima, aggiungendola alla proprietà originale di 140 acri. Impedendo ad altri di acquistarla, si era garantito la privacy. Svoltammo a sinistra passando davanti a piccole case,scendendo in una valletta di alti alberi dal legno rosso tra i quali scorreva veloce un ruscello. Nella valle,vicino al ruscello, si estendeva una casa di legno bianca nella quale il caffè era pronto e gente si muoveva attorno- Ralph Molina,Billy Talbot e Frank Sampedro della band di Neil,Crazy Horse e pochi altri, inclusa una giovane donna che normalmente lavorava come coniglietta di Playboy, l'amica di un amico di Neil che al momento non era presente. Una magra e vivace ragazza armena appena ventenne, Ellen talbot, sposata con il roadie John Talbot,viveva lì vicino, in quella che era chiamata La Piccola Casa Rossa e provvedeva a cucinare, pulire e fare provviste per la fluttuante popolazione,che ora includeva anche me,che viveva nella casa del ranch. Più tardi, in un vecchio pick-up, quando andai a fare la spesa con Ellen, , mi chiese se avessi mai sentito nominare uno scrittore che si chiama William Saroyan. Dissi che era stato uno degli eroi della mia gioventù. " E' mio zio Willie" disse. Il giorno dopo iniziai un rituale quotidiano, pensando spesso a quanto fosse diverso questo luogo dalla concezione che la maggior parte della gente ha della vita di una stella del rock. Talvolta ho cucinato: Ho passato tanto tempo con Zeke, un bambino biondo e pieno di allegria che zoppicava per gli effetti della paralisi cerebrale. Neil gli preparava la colazione e lo portava allo studio di registrazione posto in una radura. Lì Neil aveva anche costruito un grande palco che usava per pianificarne le posizioni quando doveva fare dei concerti. Quando i musicisti erano impegnati e Zeke diventava irrequieto, salivamo su una collina per una nuotata nella piscina. Se zeke si stancava di camminare mi diceva. " Prendimi in braccio nonno" Lo mettevo sulle spalle. Neil diceva. " Voi due mi ricordate quando il nonno venne a stare con noi ad Omemee: Non lo perdevo di vista un minuto" Avevo quasi dimenticato quella visita lontana di mio padre,ma ora gli davo un significato particolare. Alla sera, dopo aver cenato alla casa del ranch, Neil e gli altri spesso sedevano in cucina,sulle sedie di legno,suonando e cantando un po'. " Proviamo questa" Neil o qualcun altro proponeva, e la musica partiva attraverso intricati o semplici passaggi; si fermavano, discutevano e poi riprendevano. Un genere di vita calmo e senza fretta. Un mattino arrivò nel suo pick-up e disse che stava andando a far visita ad un amico e gli sarebbe piaciuto portarmi con lui. Uscimmo dal ranch percorrendo le strade tortuose e ventose e chiacchierando pigramente quando cominciai a menzionare tutte le volte in cui sono stato invitato dalla televisione,radio,giornali e persino quotidiani a parlare o a scrivere di lui. Non potevano arrivare direttamente a lui,così volevano che lo facessi io. Penso che mi vedessero come un padre orgoglioso, felice di crogiolarsi nella fama riflessa e che si lasciasse andare qualche notizia ghiotta del figlio. Rifiutai tutto perché Neil se ne stava lontano dai media e teneva molto alla sua vita privata. Ovviamente questi inviti erano rivolti, attraverso me, a violare la sua privacy. Essendo anch'io scrittore, conosco le tecniche, ne ho persino inventate alcune. A parte la colonna che scrissi circa la sua apparizione alla Carnegie Hall e poche altre notizie, ho di proposito sempre evitato di sfruttare la nostra relazione. L'unico sfruttamento fu del tutto inconscio: le credenziali extra che alcune persone diedero ai miei scritti,specialmente quelle più giovani di me,sulla base che, essendo il padre di Neil,dovevo assolutamente essere un bravo scrittore. Comunque, glielo dissi, nonostante i miei rifiuti a quelle proposte, talvolta fui tentato di scrivere sulla nostra famiglia d'origine per miei propositi, per aiutarmi a capire alcune cose, per mettermi faccia a faccia con me stesso e con la parte che ebbi nella rottura della nostra famiglia. Stavamo percorrendo il fianco di una collina; ci pensò un po', poi si girò verso di me e disse. " Be', sai papà….è anche la tua vita". Quel giorno, sentendolo affermare che era anche la mia vita, non ci pensai più. Cinque anni dopo, nell'estate del 1980, dopo il matrimonio con Pegi e la nascita del loro figlio Ben, finalmente decisi di andare avanti con la mia versione della nostra prima vita e dei tempi difficili. Ciò che diede l'avvio, in verità, fu la richiesta del Reader's Digest e del Toronto Life ( un apprezzato giornale regionale) di scrivere di Neil. L'offerta del Toronto Life di avere spazio illimitato, mi attirò. Il Digest, per sua natura, non offriva così tanto. Comunque ritenni che il Toronto Life fosse più adatto a ciò che stavo pensando di scrivere. Non volevo essere costretto in spazi o confinato in direzioni, mentre cercavo di percorrere la via verso un genere di verità su me stesso e il modo in cui io avessi inciso nelle vite di Rassy, la mia prima moglie e dei nostri figli, Bob e Neil. Per molti versi, i giorni che seguirono, furono molto penosi, gioiosi , una sorta di liberazione. Avrei voluto scrivere di un fatto,un sentimento,una crisi,forse una della cose più buie che abbia mai fatto, in termini usati più o meno superficialmente ogni volta che mi sentivo obbligato a spiegare questo o quello sul mio matrimonio. Poi lo leggevo e pensavo, dannazione, non è vero o non è del tutto vero. Revisionavo. Andavo a passeggiare nel bosco per rilassarmi e ricordare e poi tornavo e scrivevo. Talvolta guidavo fino ad Omemee (750 abitanti) per comprare un quotidiano o una bottiglia di rum. Passando davanti alla grande casa di mattoni rossi, sulla via principale ,nella quale abbiamo vissuto, ci siamo amati, ci siamo ammalati eccetera, ricordavo tanti fatti belli,pochi brutti. Attraversando il vecchio Mill Bridge pensavo a quando Neil, a quattro o cinque anni, pescava, a Bob che pattinava e giocava ad hockey sul laghetto del mulino durante l'inverno,alla graduale dissoluzione di quello che era stato amore e divenne lacrime di disperazione (talvolta mie). Allora tornavo a casa e cercavo di tradurre in parole la verità. Scrissi dal mattino presto fino a notte inoltrata per tre giorni, come se si fosse rotta una diga. Ciò che ne risultò fu molto istruttivo per me. Oltre a mostrarmi un buon accordo con me stesso, mai trovato prima, mi resi conto che tutto ciò che sapevo di Neil risaliva ai suoi primi quattordici anni,prima della separazione mia con la madre. Conoscevo poco sui quattro anni seguenti passati a Winnipeg con la madre e lo vedevo raramente. Ci sono stati dei mesi passati insieme nel 1965 a Toronto, quando aveva quasi venti anni e cercava di essere, senza successo,un musicista. Ma ho saputo ben poco da lui della sua vita dopo il 1966 quando con 0il bassista Bruce Palmer vendettero tutto ciò che avevano e ( questa è una frase di Neil) "anche qualcosa che non avevamo" e,con pochi amici,partirono per la California. In un tempo incredibilmente breve si fece un nome nei locali in cui si suonava il rock. Il biglietto da 5 dollari a posto divenne da 100 quando fece il tutto esaurito alla Carnegie Hall. Ventimila posti negli stadi non erano sufficienti per contenere tutta la gente che voleva assistere ai suoi concerti. Tutti gli albums venduti a centinaia,migliaia nel mondo,alcuni a milioni. Rolling Stone,Time,Newsweek,The new York Times lo nominarono spesso come figura dominante della musica pop. E ora, nel 1980, che è conosciuto da Tokyo a Oslo, è ancora figlio mio e di Rassy. Gli ho inviato una copia dello scritto. Mi ha telefonato pochi giorni dopo. Lui e Pegi lo avevano letto mentre erano a letto la notte prima. Disse. " Abbiamo riso e pianto. Ci sono molte cose di cui io non ero a conoscenza" Quale bambino conosce la vita intima dei genitori?Ho iniziato a pensare di cercare gli aspetti della sua vita che ignoravo nello scrivere questo libro. Potrei risparmiarvi l'esatto numero di volte in cui andai a letto pensando a ciò che avevo in mente di fare,poi mi alzavo nel bel mezzo della notte e mi dicevo. " Sei pazzo?". Poi ho capito che, sebbene siano state scritte milioni di parole sul suo conto,nessuno poteva conoscerlo meglio di me. Capitolo 2: Da dove siamo venuti
Scrivendo le cosiddette vite dei leggendari membri della famiglia di Neil, è necessario tornare alle radici; il come e il perché di Elvis Presley ,Janis Joplin, Jimi Hendrix,i Beatles, i Rolling Stones e altri di tale importanza. Certamente la madre di Neil, Rassy, mise grande energia e devozione supportando i suoi primi tentativi. Il suo amore per i grandi cantanti, sia sul palco, nei film o sui dischi superava di gran lunga l'interesse che aveva in qualsiasi altra forma d'arte. Quando eravamo appena sposati,una volta mi disse che avrebbe dato qualsiasi cosa per cantare come Amelita Galli-Curci. Non so quante volte abbia visto film come "Il grande valzer" e "La montagna di vetro". Amava il dolce-amaro di "Porgy & Bess", "Carmen" (e Carmen Jones) e altri che ho dimenticato. La canzone di "Porgy and Bess", "Summertime", la faceva piangere. Spesso suonavamo l'intero spartito e lo abbiamo visto sia in film che a teatro.
La sua ambizione per Neil, quando cominciò a scrivere e a suonare, perciò, veniva da profonde emozioni. Riconosco questo e ancora sento che, proprio quell'assiduo incoraggiamento, non può essere accreditato più che parzialmente e in via principale per il suo ruolo in un'arte che attraversa le barriere della nazionalità e della lingua come fa la musica rock;i nastri che i ragazzi russi registrano dalle stazioni di Polish rock e vendono; i jukeboxes che suonano le stesse canzoni a Milano,Tokyo,Londra o Flin Flon nel Manitoba. A sostenere il primo forte supporto di Rassy c'erano antecedenti di cui Neil venne a conoscenza più avanti negli anni. Delineo qui a mano libera, non solo in termini di musica, amore per la musica, ma eredità di abilità nel comunicare attraverso la musica, talvolta in termini di comportamento non ortodossi. Le tracce ci sono in entrambe le linee genetiche di Neil, tornando indietro il più possibile fino al suo bisnonno dalla mia parte della famiglia. Il padre di mia madre, Robert Paterson, un buon tenore nel coro della chiesa, era un presbiteriano alto e con il naso aquilino che studiò teologia nell'ovest del Canada nel 1890, giocando anche a baseball come semi-professionista. Aveva carisma. Durante le elezioni generali canadesi del 1908, si candidò come Liberale per the House of Commons e perse,ma fu battuto da Arthur Meighen, un brillante Conservatore che, dodici anni dopo, divenne primo ministro cnadese. Cosa insolita per un predicatore, allevava e addestrava cavalli veloci che gareggiavano nelle strade di Neepawa (Manitoba),dove lui aveva una chiesa. (Aveva anche orecchie molto grandi,che poteva muovere e lo faceva quando il coro dietro il pulpito bisbigliava o sbuffava durante il suo sermone). Nel 1920, la sua insofferenza per un posto fisso ( come per Neil molto più tardi) lo portò a lasciare una grande chiesa a Brandon (Manitoba), per congiungersi ad un guaritore di fede evangelista, il Dottor Price, e girare nel sud degli stati Uniti. Molte persone handicappate si avvicinavano per essere toccate e lasciavano pile di stampelle e apparecchi acustici che non utilizzavano più; non male per un rocker avere ciò tra sui antenati. Il padre di mio padre, John Young, un basso e ispido pioniere che si trasferì nel Manitoba nel 1878, era conosciuto come uno dei più grandi violinisti country dei suoi tempi e luoghi. Prima di Neil,tre quarti di secolo più tardi, fu l'unico della famiglia che si fece dal nulla. La sua prima casa, ad un centinaio di miglia da Winnipeg, era un tugurio sperduto nel quale portò la sposa diciassettenne su di un calesse trainato da un cavallo e portandola sulle spalle durante l'ultimo tratto che prevedeva l'attraversata di un fiume dove l'acqua arrivava fino al mento. Da qui diventò un fattore molto ricco, con sette figli,due figlie,più di 2500 acri di campi coltivati a frumento,gli ultimi trattori a vapore e olio dei tempi,un fornito allevamento di cavalli da lavoro Clydesdale e bovini Aberdeen Angus che importava dalla Scozia. Possedeva anche un'automobile Pierce-Arrow, che, dopo la sua morte avvenuta negli anni 20,fu venduta ad un becchino e trasformata in un carro funebre. Nella generazione seguente da entrambe le parti della mia famiglia ci sono cantanti, suonatori di banjo, violinisti, pianisti e organisti (mia madre), grandi ballerini di step-dance ( tra i quali mio padre) e, nella generazione alla quale appartengo, più di una dozzina di individui che suonavano qualsiasi cosa gli capitasse sotto mano: banjo,chitarra, armonica, ukulele, arpa, mandolino, piano, violino. Mio fratello minore Bob ( violino basso,piano,clarinetto, ukulele, banjo) era uno di quelli.Se fosse nato nella generazione successiva,avrebbe avuto molto successo,invece di suonare nei pub durante le soste dei viaggi di lavoro come uomo di pubbliche relazioni. Mia sorella Dorothy, possedeva una bella voce con una larga tonalità. Si aggiudicò dei festival locali per semi-professionisti e partecipò anche a dei musical nonostante dovesse crescere ed educare sei figli. Ritornando ai giorni in cui ero solito lavorare d'estate nella fattoria di mio zio Herb, nei primi anni trenta,la sua famiglia,formata da musicisti, passava la serata attorno al piano suonando e cantando. Un'estate hanno ordinato dal catalogo Eaton una scatola con 500 spartiti musicali, 5 dollari per 500 canzoni, un centesimo a canzone, per una stupenda varietà di canzoni non famose di Tin Pan Alley. " La chiamavano la signora di Louisville Lou, oh cosa può fare una vampin' baby". Ricordo le sere in cui cantavamo " Louisville Lou" e altre canzoni sconosciute, quattro o cinque strumenti che suonavano, incluso un violoncello che poggiava sopra un divano. Tuti cantavano, con zia Beatrice nel mezzo mentre picchiava sul piano un ragtime alla luce di una lampada ad olio. Una di quelle sere, io ero l'unico, a parte qualche accordo su un ukulele, a non essere un vero musicista. Qualche mio cugino, mio fratello e mia madre suonavano nelle balere con apparizioni occasionali alla televisione del Manitoba. Non conosco molto a questo riguardo circa la famiglia di Rassy,ma ha lavorato in una rete televisiva per anni dopo il nostro divorzio. Una sorella, Lavinia (conosciuta in famiglia come zia Toots), è un'eccellente scrittrice e interprete televisiva di scenette umoristiche come Vinia Hoogstraten (il suo nome da sposata). Un'altra sorella, Virginia Ridgway, ha passato molti anni in Texas come scrittrice e pubblicitaria. Come altra caratteristica di famiglia, il manager di Neil dal 1968, Elliot Roberts, una volta rise quando gli raccontai che avevo recentemente acquistato un terreno e aggiunse che, presto o tardi se avessi avuto i soldi ,sarei diventato il maggior proprietario di paludi di cedri dell'Ontario. "Mi sono spesso chiesto da chi Neil avesse ereditato questo aspetto del suo carattere" Disse Elliot. Lo incontrò la prima volta, dice, quando negoziò il primo contratto per l'album da solista di Neil,l'avanzo- una singolare somma,17.000 dollari- Neil la utilizzò per comprare una casa a Topanga Canyon,nei dintorni di Los Angeles. Elliot considerò questo un fatto inusuale per un musicista rock che, al tempo, non aveva nemmeno la sua prima Rolls-Royce. Neil ha spiegato che intendeva avere qualcosa di solido,un posto in cui tornare alla sera. Preso da questo punto di vista, si collega bene alla mia gioventù. I miei genitori divorziarono quando io avevo 12 anni. Divorziare a quei tempi non era facile come oggi. La mamma aveva talento musicale ed era la figlia incosciente del ministro presbiteriano che ho menzionato. Il papà, nato nella fattoria del nonno Young,era basso,moro, di bell'aspetto e gentile,piacevole, un uomo facile da amare. Quando io nacqui nel 1918 - e pochi mesi dopo sopravvissuto all'epidemia di influenza che uccise a migliaia- mio padre possedeva una drogheria a Glenboro nel Manitoba. Quando avevo otto anni,mio padre dovette chiudere per fallimento principalmente perché, come mi raccontò più tardi un mio zio, faceva molto credito e odiava chiedere i soldi ai debitori. Ci trasferimmo a Winnipeg dove aveva trovato un buon lavoro in un grande magazzino della nuova Hudson's Bay Company. All'inizio della Depressione, oppresso dalla pressione del lavoro e dal peggioramento della situazione matrimoniale, lasciò il lavoro, un peccato mortale per quei tempi in cui avere un lavoro significava essere brave persone.. Dopo di questo non riuscì a trovare più un'ocupazione fissa e ,pertanto, si trasferì a nord, nelle nuove industrie minerarie del Manitoba. La nostra piccola casa ( ai tempi non sembrava così piccola) a Parkview Street a St. james, un sobborgo di Winnipeg, fu affittata per mancanza di soldi. Mia sorella minore, allora aveva solo cinque anni e mio fratello che ne aveva dieci e io dodici, fummo trasferiti per un anno dai parenti. Gli zii a Prince Albert nello Saskatchewan, che mi ospitarono, non erano abituati a gestire un ragazzo, o comunque un ragazzo come me. Avevano una figlia che era morta tragicamente un anno prima, a 17 anni, in un incidente all'uscita da scuola. Semplicemente non incarnavo la memoria di Marie,ma non ricordo di essere stato trattato male, complicavo solo le loro vite. Mio fratello e mia sorella non se la passavano meglio. Un anno più tardi mia mamma,senza lavoro ed esperienza ( eccetto di aver frequentato la scuola prima del matrimonio e aver supplito part-time un pianista nei teatri dove si proiettavano film muti) ci venne a prendere. Nei primi tempi noi quattro vivevamo in una piccola stanza a Winnipeg. Eravamo seguiti dall'assistenza sociale. La gente, a quel tempo, anche se ce n'era molta nelle nostre condizioni, si vergognava di ciò. Ci davano 5,62 dollari alla settimana. Comunque, mia mamma, trentenne, era una donna di bell'aspetto ( lo è tuttora anche se è ultraottantenne, la sua longevità è qualcosa sulla quale Neil spera come carattere ereditario). Piaceva molto agli uomini. Alcune volte andava a movimentate feste in appartamenti non lontani dalla nostra stanza. L'appartamento era condiviso da parecchi impiegati di banca scapoli. Uno di essi, Pete le Seach, un tipo estroverso approdato da bambino in Canada dalla Francia,mangiò con noi per un po' di tempo. Lui e mia madre erano innamorati. Durante uno di quei divertenti festini,mia madre fece un patto. Gli scapoli non riuscivano a tenere in ordine la casa.Lei avrebbe trovato un appartamento carino in un buon distretto.Pete e due colleghi avrebbero vissuto con noi. LO fecero, pagando 35 dollari al mese a testa,vitto, alloggio e lavanderia. In quel bilocale a Stardbrooke Avenue i tre inquilini si dividevano una piccola camera. Un letto matrimoniale e uno singolo. Il loro affitto sosteneva i quattro Young, tre dei quali in una piccolissima camera: un letto matrimoniale per mia sorella Dorothy e mia mamma,una brandina per me. Mio fratello Bob dormiva sul divano del soggiorno,quando non c'era del tutto. Talvolta dormiva in una scuderia di cavalli nella quale lavorava dopo la scuola e, a 15 anni, lasciò la scuola per lavorare in una miniera. Ma tirammo avanti. Solo il padrone di casa ci avrebbe mandato via, se la mamma non avesse pagato l'affitto. Gli impiegati di banca dovevano indossare delle camicie bianche per il alvoro. La mamma stirava 21 camicie bianche nella nostra ordinata cucina ogni sabato mattina. Sul fornello in un grande piatto di burro, lei e la nostra vivace vicina di pianerottolo dai capelli rossi, Flora Britton, preparavano quello che, durante il periodo della Depressione, era conosciuto nei circoli per bene come "potato champagne". La mamma lo chiamava Drano. Mio fratello ed io stiravamo gli indumenti piatti con una macchina chiamata mangano. Mia sorella ed io, spesso, giocavamo insieme ad alcuni amichetti nello spiazzo erboso dopo cena con una palla di gomma. Non ricordo di aver sofferto di solitudine,ma lei dice di essersi sentita sola. Solitamente indossavo i vestiti smassi dagli impiegati e i miei compagni di scuola lo notavano senza gentilezze. Non avevo la mancia. Talvolta, quando la mamma mi mandava a fare la spesa,mi tenevo alcune monetine per portate una ragazzina, betty Mckenzie, al cinema. Contemporaneamente, a Flin Flon, 560 miglia a nord, mio padre stava guidando una squadra di cavalli che trascinavano una cisterna d'acqua attraverso le strade del paesino minerario, vendendo acqua alle mogli dei minatori per dieci centesimi a secchio. Ogni tanto mandava alla mamma 10 dollari. Una volta mi mandò una camicia per Natale. Mi stava proprio bene. I miei compagni di scuola che erano soliti vedermi con abiti usati, erano stupiti. " Hey, Young, dove l'hai pescata quella camicia?" Rispondevo che me l'aveva mandata mio padre.Avevo raccontato loro che mio padre era un chimico che lavorava per una grande compagnia mineraria del nord,non ci avevano creduto,ma ora cominciavano a ricredersi. A proposito, avevo raccontato ad alcuni di loro di essere in parte Pellerossa e a questo credevano perché avevo gli zigomi alti. I genitori di Rassy avevano radici diverse. Sua madre era americana di origine francese. Una bella giovane donna con i capelli neri che lavorava per "the Grand Trunk Railway" vicino a Sault Ste Marie. Il padre di Rassy, Bill Ragland, divenne uno degli uomini più importanti della mia vita e di quella di neil. Lo yacht di Neil è stato chiamato W.N.Ragland in suo onore. Nacque alla fine del 1880 in una piantagione vicino a Petersburg in Virginia da una vecchia famiglia del sud che viveva principalmente di rendita. Quando suo padre morì e lasciò dei piccoli debiti,Bill Ragland , diciassettenne,abbandonò l'Istituto Militare della Virginia e andò a lavorare a new York. In questo lo iutò un amico di famiglia. Mandava a casa quasi tutto quello che guadagnava per cinque anni per mantenere nello studio le tre sorelle. Per questo, le sue sorelle- una trasferitasi a Virginia Beach dopo il matrimonio,un'altra a Richmond- lo riverirono per tutta la vita,ma lui prese sempre tutto com dovere. L'ho amato per ragioni differenti 40 o 50 anni dopo mentre bevevamo wiskey e cacciavamo le anatre nel 1950, zigzagando per le strade secondarie della prateria col la sua Ford. Il suo datore di lavoro, Barret Roofing,lo aveva trasferito nel Manitoba nel 1908.Subito, sebbene fosse solo ventenne,fu messo a capo della compagnia nel Canada ovest. Amava talmente tanto le praterie che decise di rimanerci per tutta la vita, ritirando la cittadinanza statunitense e rifiutando dozzine di offerte di trasferimento.Non voleva lasciare il Manitoba e non lo lasciò mai. Tempo prima che lo incontrassi, quando noi eravamo seguiti dall'assistenza sociale, Bill Ragland aveva un buon lavoro,una bella casa,giocava a bridge e a poker nel suo club e preparava la dote per le sue intelligenti e attraenti figlie: Lavinia, Virginia ed Edna. Edna era una bambina con i capelli neri e lui era solito chiamarla Raptus che poi venne abbreviato in Rassy,nome che si portò per tutta la vita. Era la più giovane, la sua pupilla. Anni dopo,quando la gente cercava di farsi passare per parente di Neil,gli si chiedeva: " Se tu sei parente di Neil, dimmi, come si chiama sua madre?" Se la risposta era "Rassy", era come una password accettata. Ho terminato la scuola a 16 anni e ho avuto un lavoro come cassiere in una tabaccheria per 8 dollari alla settimana, cinque giorni dalle otto del mattino alle sei di sera; il sabato dalle sette alle due del pomeriggio. Davo 5 dollari a mia madre per il vitto e alloggio e, dopo i primi entusiasmi di avere del denaro in tasca, realizzai che dovevo fare qualcosa di diverso che vendere sigari e contare denaro. Da ragazzo avevo idealizzato mio zio, Jack paterson, un giornalista che conduceva una vita avventurosa volando per il Canada del nord e scrivendo articoli e commedie anche per il Saturday Evening Post. Nei suoi colorati articoli nei quali parlava dei viaggi nel nord,c'era spesso uno sfondo di commedia. In quei giorni, il mio migliore amico e coetaneo,Jeff Hurley era copista in un giornale,vendette al Poetry di Chicago e poi scrisse delle commedie per la radio,tra le quali una comprata dalla CBS di New York. Una volta avevamo bisogno di soldi per portare fuori alcune ragazze, Jeff scrisse quattro poesie in una notte e le vendette per 1,5 dollari l'una al Winnipeg Free Press dove lui lavorava. I sei dollari ci servirono per l'appuntamento. Aveva molto più talento di me,ma non lo sapevo,presi in prestito 4 dollari dalla cassa della tabaccheria,usai quei soldi come anticipo per una macchina da scrivere e cominciai a scrivere. Durante gli anni successivi passavo intere notti per cercare di portare a termine una storia o una poesia o una scenetta da inviare all' Esquire o alla vecchia sessione "Post-scrpts" del Sunday Evening Post e puntualmente tornavano indietro: anche se non ci trovavo dentro un assegno, ero ugualmente emozionato solo dal fatto che qualcuno avesse letto ciò che avevo scritto. Una nota che tenni per anni fu quella di Arnold Gingrich dell'Esquire. Non mi importava che la nota dicesse solo. "Non è per noi. AG" Qualcosa che avevo scritto era finito nelle mani di Arnold Gingrich! Dopo un paio d'anni, ne avevo diciotto,vendetti una storia per tre dollari che mi procurò un lavoro come copista al Winnipeg Free Press. In poche settimane cominciai a scrivere di sport e l'estate dopo incontrai Rassy, una brava tennista ,giocatrice di golf nonchè atraente giovane donna. Eravamo entrambi ventiduenni nel giugno del 1940 quando ci sposammo. Vivevamo abbastanza bene ( a quei tempi non era difficile per una coppia) con i miei 25 dollari alla settimana,pagando 37,50 dollari d'affitto al mese per un monolocale ammobiliato che avevo precedentemente condiviso per un paio d'anni, con due miei amici, Paris Eakins e Mark McClung. L'aspetto spartano fu completamente spazzato via dalla madre di Rassy e dalla sorella Toots come sorpresa al ritorno dalla nostra luna di miele: l'appartamento era trasformato,ritinteggiato e adornato. Eravamo alle soglie della seconda guerra mondiale. Prima del matrimonio avevo tentato di entrare in marina,ma ora mi sentivo sistemato,con uno scopo nella mia vita e non volevo assolutamente pensare di poter abbandonare tutto ciò. Nel 1940, quando per il mio matrimonio, chiesi l'aumento di stipendio all'editore del Free Press e questi lo rifiutò,mi licenziai e andai a lavorare a Toronto presso la Canadian Press. Nel 1942 nacque il nostro primo figlio Bob. Quando aveva cinque mesi, la Canadian Press mi mandò in Inghilterra come inviato di guerra per i giornali canadesi. Da allora, fino alla fine della guerra, Rassy ed io ci vedemmo molto raramente. Tornai dopo un anno e andai in marina come marinaio,poi via ancora. All'inizio del 1945, al tempo sottotenente,ero a casa in licenza. So esattamente quando Neil fu concepito. Ricordo la strada di Toronto, la selvaggia tempesta di febbraio attraverso la quale si muovevano a stento solo pochi impavidi sugli sci, scivolando in strade deserte verso altrettanto deserti uffici. Tutti i treni erano in difficoltà o cancellati così dovetti postoporre la partenza per Newfoundland dove ero di base con la marina. Passavamo la giornata con amici, Ian e Lola Munro, su una strada, Soudan, che ai tempi era periferica ed ora è praticamente nel centro città. Quando iniziò la tempesta, ci ospitarono a casa loro mettendo un materasso sul pavimento del soggiorno . Avevamo 25 anni, eravamo stati lontani per tanto tempo, eravamo sani, innamorati, veramente molto innamorati. Era una casa piccola e, quando facemmo l'amore quella notte,cercammo di non far rumore e,forse, ci riuscimmo. Pochi mesi più tardi, quando la guerra in Europa terminò, andai come volontario per la guerra nel Pacifico ed ero a Toronto in licenza quando la bomba atomica fu lanciata su Hiroshima e Nagasaki e tutto finì. In poche settimane fui dimesso dal servizio. Rassy ed io cercammo un appartamento più grande,ma non fu facile. Gli affittuari guardavano Bob, un bambino di tre anni molto vivace, poi guardavano Rassy che era incinta di Neil e ci mandavano via. Sembrava che nessuno volesse affittare ad una famiglia con figli. Decidemmo di acquistare una casa. Non avevamo soldi. Rassy disse che sicuramente suo padre ci avrebbe prestato i 500 dollari che ci servivano per l'anticipo e gli scrisse per chiederglielo. Fu sconvolta quando la risposta arrivò; in quattro o cinque righe il padre le rispondeva che bisognava stare con i piedi per terra ed era meglio che aspettassimo a fare un passo del genere. Io non ne fui sconvolto, odiavo chiedere soldi in prestito e non fui mai d'accordo con la decisione di Rassy. Quando andai in una banca per accordare un prestito, stavo lavorando ancora per la Canadian Press. Il direttore generale, Gillis Purcell,che aveva perso una gamba durante la guerra,trattava i suoi corrispondenti come se fossero suoi figli.Quasi quotidianamente staccava assegni per sostenerli. Quando gli dissi che stavo per andare in banca a chiedere un prestito per l'anticipo sull'acquisto di una casa,senza dirmi niente,mi diede delle obbligazioni che avevano un tasso di interesse molto basso. Comprammo un bungalow di tre stanze e traslocammo gratuitamente,arredandolo con il necessario. Una settimana o due prima del compimento dei nove mesi da quando io e Rassy passammo quella notte d'amore nella tormenta di febbraio concependo Neil, lei ebbe le doglie. Non avevamo un'auto,ma un gentile venditore di vernici che viveva nella porta accanto alla nostra,Lloyd Zerbrigg, ci portò al Toronto General Hospital. Rassy ebbe un lunghissimo e tremendo travaglio di 48 ore con Bob che nacque il 27 aprile del 1942 in un altro ospedale. Neil venne al mondo più facilmente. Al mattino presto del 12 novembre 1945,mi chiamarono a casa e mi dissero che Rassy e il mio piccolo stavano bene. Non ricordo nient'altro del mio primo sguardo a Neil che la sua grande massa di capelli neri,neri come quelli di rassy e che lei, la mia piccola, era pallida,ma ancora in vena di scherzare. Ero seduto vicino al suo letto e ci stringevamo le mani. Gli uffici del Maclean Magazine, nel quale avevo iniziato a lavorare come assistente un paio di settimane prima, erano molto vicini all'ospedale, così, appena avevo un minuto libero correvo da lei e da Neil. Penso di essere stato un bravo marito e padre in quei tempi. Da quel bungalow di tre stanze situato al numero 335 (ora 315) di Brooke Avenue a nord di Toronto, prendevo bus e taxi per andare al lavoro, un viaggio di quasi un'ora due volte al giorno,incluso il sabato. Bob e neil dividevano la cameretta perché io avevo preso la più piccola come studio. Lì scrivevo, durante la notte, brevi storie per un supplemento di 4000 dollari l'anno. Dissodammo il cortiletto per fare un prato dove Bob ed io giocavamo a palla e, dopo un paio di anni, Neil ci trotterellava spingendo una carriolina. Era un bambino molto grasso, soprattutto perché mangiava tutto ciò che gli capitava. Non piangeva mai se non quando aveva dolore. Non ha mai avuto incubi e non disturbava mai al mattino finchè non sentiva che gli altri si erano svegliati. La sua prima parola fu "dombeen", che significava un po' di tutto. Adorava muoversi con il sottofondo di musica dixie ancora prima di poter stare in piedi da solo. Muoveva il suo corpo al ritmo della musica, era un divertimento per lui. Rassy scriveva a macchina le mie storie. Cominciai a venderle, prima in Canada ( a 200 dollari l'una) e poi negli Stati Uniti ( a volte a più di 1.500 dollari). Pagammo i nostri debiti. Nel 1947, quando fummo liberi da ogni debito, impiegammo i soldi in esubero nell'acquisto della nostra prima auto, una Willys-Knight del 1931, con la quale Rassy mi accompagnava al lavoro con Bob e Neil seduti nel sedile posteriore. La Willys-Knight usava un quarto di olio per ogni gallone di benzina. Non ho mai imparato a guidare e Rassy diceva " Questo trattore non è adatto per imparare" La regola generale di Rassy era che, se la nuvola nera che usciva dal tubo di scappamento si diradava al punto di poter vedere l'auto che seguiva, c'era bisogno d'olio. Una donna con occhi marroni,scintillanti che si accompagnavano con i capelli neri, sempre pronta a ribattere scherzosamente sulle battute che glia altri facevano sulla sua macchina. L'unica volta che la vidi adirarsi fu quando,in centro Toronto, un taxi ci sorpassò e, affiancandosi, il guidatore gridò. " Signora, cosa brucia in quella cosa, carbone???" Nella primavera del 1948, quando io avevo 30 anni e vendevo commedie al saturday evening post e Women's Home Companion e American magazine ( Presto Collier's divenne il mio maggior successo), comprammo un'auto nuova con la quale imparai a guidare. Lasciai il mio lavoro al Maclean's per scrivere novelle a tempo pieno. Vendemmo la nostra casa per avere un capitale e passammo una splendida estate in un posto in affitto ad un centinaio di miglia a nord di Toronto,sul Lake of Bays. Pescavamo e nuotavamo e scrivevo storie che non vendetti. Neil e Bob stavano nell'acqua tutto il giorno, dapprima con giubbini salvagente, in una piccola pozza che avevo pulito dalle pietre. Spesso ci facevano visita amici, la maggior parte dei quali erano scrittori ed editori di Toronto. Una volta un gruppo di giovani stavano giocando e Neil non indossava il salvagente, scivolò nell'acqua e non c'era nessun adulto nelle vicinanze. La bambina più grande del gruppo era la giovane attrice Beryl Braithwaite, figlia dello scrittore Max Braithwaite e della moglie Aileen. Beryl era famosa in Canada come conduttrice di un programma radiofonico per bambini chiamato Maggie Muggins, era anche una brava nuotatrice. Si buttò nell'acqua vestita e salvo Neil dall'annegamento. Neil non aveva ancora tre anni. Alla fine di quell'estate, quando il cottage cominciò ad essere così freddo al mattino che nemmeno il fuoco della stufa riusciva a riscaldarlo, caricammo l'auto e lasciammo Lake of Bays. Non avevo venduto nessuna storia quell'estate,non avevo guadagnato niente,ma ci eravamo divertiti, il periodo migliore della mia vita. Trovammo un'altra casa in affitto in una cittadina dell'Ontario, Jackson's Point, sul lago Simcoe,vicino a Toronto. La casa, grande e fredda, aveva una grande stufa dietro la quale dormiva il nostro gatto,Mary, e il cane di Bob, Skippy, un incrocio tra un Dalmata e un Golden Labrador. A sei anni Bob ebbe la sua prima bicicletta ed iniziò a frequentare la scuola elementare. Quell'inverno e quella primavera,cercai una casa da comperare, una di quelle destinate ai veterani e,finalmente, la trovai in un villaggio dell'Ontario che non avevo mai visitato prima,ma che mi piacque subito, Omemee. Un fiume abbastanza pescoso scorreva lungo il villaggio e finiva in un laghetto vicino. Un vecchio mulino ne usava l'acqua. Un'anziana signora, Mrs. Haygarth, ci vendette la casa, una grande casa di mattoni rossi costruita a fine secolo. C'erano alberi di mele nel giardino. Ero solito raccontare a Neil di quegli alberi,della bella casa e della vita felice che ci avrebbe aspettato a Omemee. Quell'estate, prima di trasferirci a Omemee, andammo verso ovest per stare un po' con i genitori di Rassy nel Manitoba vicino ad un lago a Whiteshell. Fu un viaggio lungo tre giorni. Neil sedeva dietro con Bob, Skippy ,Mary e i quattro gattini di Mary.Neil non aveva ancora quattro anni,ma parlava abbastanza bene, non riusciva però a pronunciare la parola "the", diceva "le". Il secondo giorno di viaggio, dopo aver guardato speranzoso fuori dal finestrino per quasi 800 miglia,Neil mi disse. " Hey,papà, dove diavolo è Omemee??" Quando, alla fine di agosto ci dirigemmo a Omemee,così Bob potè essere iscritto a scuola,finalmente Neil, per la prima volta, ebbe una cameretta tutta sua. Ogni sera sia Rassy che io gli leggevamo una fiaba, le stesse che avevamo letto a Bob anni prima. La vita a Omemee era proprio a misura di bambino. Neil aveva una scatola sempre piena di tartarughe che trovava in giro e che, regolarmente, scappavano. Mangiava le mele che cadevano dagli alberi. I bambini più grandi lo trasportavano nelle loro carriole; una volta andava talmente veloce che cadde e si ruppe mezzo dente permanente. Ci piaceva scendere con lo slittino dalle colline.. La città più vicina era Peterborough. Robertson davies, lo scrittore di novelle e commedie, era l'editore del Peterborough Examiner al tempo. Una volta neil e Robertson davies condivisero uno slittino sulle vicine colline innevate. Neil era chiamato Neiler. Mentre gli adulti erano seduti e bevevano o flirtavano ecc, sulle rive i bambino giocavano nell'acqua. Vent'anni più tardi, quando Neil divenne famoso,l'unica intervista televisiva che accettò di fare, fu quella per il Pierre Berton Show, amico di famiglia ad Omemee, perché molto tempo prima, Neil era il piccolo Neiler e Pierre Berton, un giovane scrittore ancora sconosciuto. Una domanda che Pierre fece a Neil fu come si sentiva nel guadagnare più soldi di suo padre ( il che non era molto difficile) non realizzando che, in breve tempo, Neil avrebbe guadagnato molti più soldi dello stesso Pierre Berton. Ad ogni modo, giocando dai Bertons o dai Davies a Peterborough nelle sere d'inverno quando i bambini e gli adulti si divertivano con giochi di parole, a nascondino,ecc nessuno sapeva cosa stava crescendo in quel piccolo con i capelli neri che sparavano da ogni parte e sempre troppo corti. Alla metà degli anni 70, vent'anni dopo, Neil raccontò a John Rockwell del New York Times che imparò ad essere indipendente da me.Gli fui grato del complimento,naturalmente,ma vorrei condividerlo con sua madre che mai una volta si lamentò della vita da freelance a cui la costringevo. Mi proteggeva come faceva con i figli e ci difendeva semmai qualcuno si permetteva di andarci contro, lo faceva anche per il padre o le sorelle e con chiunque amasse. E' ancora così,ma con una lista più corta, visto che non sono più incluso. Per la maggior parte dell'infanzia di Neil vivevamo alla giornata traendo guadagni dai miei racconti. Solo in circostanze estreme scrivevo per giornali dai quali avevo un sicuro pagamento.Ricordo una volta in Omemee quando Neil aveva otto o nove anni. Avevamo un buco in banca di 3000 dollari, poi vendetti una storia per 3500 dollari e riuscii a coprire il buco. Neil ,probabilmente, non era al corrente di certi dettagli. La gente mi chiedeva: " Non ti infastidisce quando ti rifiutano una storia?" Rispondevo ( forse pomposamente,ma non me ne rendevo conto) "Quello che scrivo in una storia è il meglio che posso con l'idea che mi viene" una frase sentita, circa la poesia, da Robert Lowell. L'unica cosa che mi faceva perseverare in questa mia strada era il pensare che,se un editore rifiutava la mia storia, doveva essere malato di mente. Molte storie che non vendetti furono poi accettate non solo nel Nord America, ma anche in Europa e in Russia. Parlavo di ciò che scrivevo con Bob e Neil se me lo chiedevano. Sono sicuro che mi hanno sentito parecchie volte raccontare alla gente che se scrivevo una storia commerciale, qualche volta vendevo, altre no. Ma se scrivevo per me stesso ero sicuro di vendere. Quelle storie che non finiranno ami nelle antologie,ma che sono scritte col cuore. Ho tentato di rappresentare me stesso come ho sempre cercato di dare il meglio nel mio lavoro,che piaccia o no agli altri. E' stato il mio rifiuto alla standardizzazione, la mia insistenza ad essere sincero con me stesso che ha portato Neil ad esprimersi allo stesso modo nella sua musica? Non lo so. I suoi fan pensano che sia un grande cantante, performer e compositore. La sua musica mi parla chiaro e forte. Lui è quello che racconta nelle sue canzoni. Una volta mi disse che da me ha imparato che il modo migliore per avere un'idea è quello di mostrarsi nudo in ciò che gli altri vogliono identificare nella nudità, talvolta la cruda verità. |