Crosby & Nash: Wind On The Water (1975)
Nella progressione
lancinante di “Bittersweet” di Crosby (ma anche in quella di “Love Work
Out” di Nash) si riassume il taglio di questo capolavoro. Persino superiore all'esordio Crosby/Nash del 1972, questo disco del 1975
afferra il cuore. Non è solo per la qualità delle canzoni, che escono
da un periodo davvero creativo per i due e che abbracciano l'intera
gamma dei temi che hanno più cari (amore, pace, società, ecologia e
naturalmente l'inner space dell'essere umano) in modo
intelligente, che riesca ad andare al di là delle utopie protagoniste del primissimo
periodo di CSN. È anche per un sound magico, caldo e corposo, allo
stesso tempo spontaneo e curato (valorizzato nell'edizione cd rimasterizzata, Universal MCA,
2000). Ogni canzone esce letteralmente dai
solchi con il raro pregio di avvolgere. Ogni strumento ha il suo spazio in un missaggio che non lascia vuoti, e
ciascun dettaglio sembra uscire nel momento in cui vi si pone
l'attenzione. Le voci di C&N sono semplicemente pure.
L'integrità di questo disco, per musica e per temi, è paragonabile a If I Could Only Remember My Name di Crosby (1970) oppure On The Beach di Neil Young (1974), anche se qui ognuno potrebbe trovare il suo esempio.
La triade di partenza “Carry
Me”/“Mama Lion”/“Bittersweet” vi fa decollare per un viaggio da cui non vorreste più scendere. Nel binomio “Naked In The Rain”/“Love
Work Out” (specialmente la frizzante, younghiana conclusione di
quest'ultima) si avvertono a un tempo la dolcezza e l'intensità che risiedono in questo duo, e in questo particolare momento storico, la metà degli anni '70, che non si ripeterà mai più.
“Cowboy
Of Dreams”/“Homeward Through The Haze”/“Fieldworker” costituiscono
un'altra suite da entrare nella mitologia. Un po' diverso dal resto l'episodio finale, “To The Last Whale”, magnifico proprio per il suo essere l'isola in cui atterrerete alla fine del viaggio, nonché una delle canzoni più significative di Nash.
Forse “Take The Money And Run” e “Low Down Payment” non sono all'altezza delle altre, ma parliamo comunque di un disco che non ha cadute di
sorta. Questo è un album che tutti dovrebbero ascoltare
almeno una volta nella vita.
Si colloca
in un momento di stasi per Crosby Stills & Nash, dopo la reunion
nel 1974 per il difficile tour di CSN&Y e il tentativo fallito
di un nuovo disco in studio (per colpa – a sentire Young –
dell'insufficienza di nuovo materiale da parte di CSN). A Crosby e Nash
però, quando si mettono al lavoro come duo tra l'aprile e il settembre 1975, le nuove canzoni non mancano, tanto che alcune erano già apparse
nei concerti del supergruppo (“Homeward Through The Haze” e “Taken At All”,
quest'ultima rimasta inedita). In realtà il tipo di musica di Crosby e
Nash, così come quella di Young, era decisamente intimistica e aveva
bisogno di un rapporto più stretto tra musicista e pubblico di quanto
potesse offrire un tour che riempiva le arene (decine di migliaia di
persone ad ogni show). La frustrazione fu tale che subito dopo C&N andarono per i
fatti loro (così come Young e Stills che collaborarono per il meno riuscito Long May You Run).
Wind On The Water trae la sua forza musicale anche dalle chitarre di Danny Kortchmar, alle tastiere Craig Doerge, il basso di Leland Sklar e Tim Drummond e la batteria di Russ Kunkel.
Musicisti di punta della scena californiana dei Settanta che, come
rivelano le note nel booklet del cd, “offrirono a David e Graham
qualcosa di cui CSNY non erano mai stati capaci: una band in grado di
estendere la loro visione senza far straripare la propria agenda, e
sulla cui stabilità potevano contare”.
Vi
sono inoltre apparizioni occasionali, come Jackson Brown in “Love Work
Out” (Nash) e James Taylor in “Carry Me” (Crosby), canzone a largo
spettro che parla della morte della madre e del nuovo rapporto con una
donna. In “Take The Money And Run” (“prendi i soldi e scappa”) Nash non si risparmia
nell'accusare la sua vecchia band, gli Hollies. “Bittersweet” di Crosby
si lega direttamente allo stile ipnotico “come di una corrente oceanica”
di suoi brani celebri come “Guinnevere” e “Everybody's Been Burned”, e
fu scritta e registrata in una giornata.
“Naked In The Rain” è stata invece scritta insieme, mentre “Critical Mass”, il prologo di
“To The Last Whale”, fu inciso nel 1970 per l'album solista di Crosby,
che racconta: “è stato un esperimento stile Bach in una stanza per
l'eco, […] una delle migliori piece di pura musica che abbia mai fatto”.
Nash sovraincise poi la sua parte e la collegò a “Wind On The Water”,
canzone che si rifà dalle vacanze di mare che Crosby, Stills e Nash
erano soliti fare sul veliero di Crosby.
“Cowboy
Of Dream” (Nash) si ispira alla reunion con CSN&Y, e in particolare
a Young. Di “Fieldworker” Nash racconta (nelle note alla canzone
sull'antologia Reflections): “nel 1975 fui invitato a un party dal mio
amico David Geffen. Migliaia di dollari erano stati spesi, ogni cosa era
impeccabile. […] Più tardi guidai verso i magazzini alimentari dei
lavoratori immigrati nella città di Delano. Inutile dire l'assoluto
contrasto con Los Angeles da cui provenivo, […] mi disturbò
profondamente.”
Crosby:
“Lavorare con Nash era una gioia totale, lui ha joie de vivre, conosce
se stesso, è una guida, è intelligente e mira all'eccellenza, e in più è
un gentleman. Era tutto quello che si poteva desiderare da un amico e
da un collega. Alcuni album sembrano raccolte di canzoni individuali.
Questo album era incredibilmente coesivo. Come se avessimo invitato
tutti i pezzi a un party e tutti fossero venuti.”
La
seduta di registrazione dell'album durò 18 ore e gettò le basi anche per gran parte
dell'album successivo, Whistling Down The Wire (1976), con cui Crosby e Nash rinnovarono il sodalizio in
questo momento fortemente creativo, sebbene con risultati inferiori ai precedenti.
MPB, Rockinfreeworld (pubblicato originariamente su BeatBlog2)