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Crosby-Nash Live (1977)


Il disco Crosby-Nash Live, del 1977, è forse il miglior esempio della musica che i due artisti hanno saputo fare insieme, lontani dalle complesse fatiche di CSN(&Y) e approcciando la loro musica nel modo più naturale. Con due nuovi, splendidi album (Wind On The Water e Whistling Down The Wire) e i tour dal vivo, per Graham Nash e David Crosby la metà degli anni Settanta (almeno fino all'inizio della caduta di Crosby nella tossicodipendenza) fu il periodo di massimo splendore.
Tra gli scottanti temi politici, “la musica pop che iniziava sempre più a imperversare in radio, l'attivismo sociale ormai una storia passata, una serata con Crosby, Nash, la loro band e i loro fan era un evento profondamente sentito – specialmente nelle salette intime che il duo preferiva per esibirsi. Dal palco l'amore si trasmetteva al pubblico”, riportano le note nell'edizione cd rimasterizzata.
Si tratta dunque di una testimonianza fondamentale della loro musica live, che in quel momento aveva molto da dare, colta nella sua quintessenza, e il risultato è che queste versioni dal vivo brillano anche più delle rispettive versioni studio. La tracklist è alla stregua di un “best of” della loro produzione del periodo (a parte la più vecchia “Deja Vu” che, per inciso, qui si presenta nella miglior versione mai sentita, per la bellezza e la psichedelia trasmessa da sintetizzatori, chitarre, percussioni e persino fisarmonica: ogni secondo è pura estasi sonora).
Travolgenti anche “The Lee Shore”, capolavoro di Crosby, e poi “Page 43” e “Immigration Man” risalenti al disco d'esordio del duo. Poi i densi brani rock di Nash, “Mama Lion”, “Fieldworker”, “I Used To Be A King” e la sua ballad-simbolo “Simple Man”. Non c'è brano che non sia al suo posto, che non sia grandioso. C'è anche un inedito di Crosby, “King Of The Mountain”, che insieme a “Bittersweet” sono tracce aggiunte nella ristampa in cd.
È un disco semplicemente bellissimo: nel sound, nelle canzoni, nella magia di un momento nella storia che non si è mai più ripetuto.

MPB, Rockinfreeworld (pubblicato originariamente su BeatBlog2)
 

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