After The Storm (1994)
La questione è
semplice: chi ancora vuole Crosby, Stills e Nash, vecchi eroi della
musica della costa ovest degli Stati Uniti, certo non li vuole diversi
da come erano venticinque anni fa e da come sono sempre stati. Allora
questo album è perfetto, perchè i tre avrebbero potuto pubblicarlo nel
'68 e sarebbe stato più o meno uguale. Stessi impasti vocali, stesse
atmosfere. Già: ci sono luoghi, nel rock, dove il tempo non passa mai.
Lucio Mazzi
Una gran bella sorpresa questo album di Crosby, Stills & Nash che esce a quattro anni di distanza dal mediocre "Live it Up"(90). Sotto la produzione dell'esperto Glyn Johns, artefice dei primi lavori degli Eagles, i tre artisti ritrovano una perfetta intesa, sia a livello compositivo che vocale, dando vita ad un ottimo disco ricco di parecchi episodi di rilievo. Subito in evidenza Stills con l'iniziale "Only wating for you", splendido pezzo perfettamente ritmato e con un grande uso delle voci, ma i suoi compagni non sono da meno. Crosby, che negli ultimi lavori si era tenuto in disparte, scrive e canta tre eccellenti brani, l'acustica "Camera" e le rockeggianti "Till it shines" e "Strett to lean on", mentre Nash firma due melodiche ballate come "These empy days" e la title-track che sembrano provenire direttamente dagli anni '70. Un bel disco che ricorda nei suoni l'album del 1977 e che consiglio a tutti i fans di CSN e agli amanti della musica d'autore in generale.
Rockinfreeworld
“Dopo la
tempesta”: davvero un titolo significativo per questo disco, che segna
il ritorno di Crosby, Stills & Nash in ottima forma. La tempesta
degli anni '80 era stata musicale (gli scarsi e artefatti risultati di American Dream e Live It Up) ma anche personale (la gravissima dipendenza da droghe di David Crosby e le sue grane legali).
After The Storm
ci riporta al sound e allo stile compositivo dei Settanta, pur con
ispirazioni di tipo diverso, una maturità finalmente abbracciata, che
sarebbe poi stata confermata dagli sporadici lavori successivi dei tre
artisti in combinazioni diverse (il progetto CPR di Crosby; l'album
Crosby & Nash, 2004; qualche altro lavoro solista). Ma After The Storm è comunque l'ultimo album di inediti a firma CSN, escludendo la parentesi di CSN&Y del 1999 (il non disprezzabile Looking Forward).
Una
parte della critica bocciò questo disco mettendolo in fila con quelli
appena precedenti; tale critica aveva le due tipiche fette di prosciutto
sugli occhi. Basta farlo partire per rendersi conto che,
obiettivamente, non è possibile sostenere questa critica: già il sound
non ha niente da spartire con i synth-pop di Live It Up, e il songwriting è cento volte più trasparente ed ispirato.
Graham
Nash ci regala uno dei brani più belli del disco, se non il migliore:
“Find A Dream”. Poi “Unequal Love” e “After The Storm”, due ballad
semplici ed efficaci, e “These Empty Days”, un'altra delle chicche del
disco.
David
Crosby ci delizia con le incalzanti “Camera”, “Till It Shines” e
“Streat To Lean On”, e collabora per la parte musicale di altri brani.
Steve Stills azzecca il brano in apertura, “Only Waiting For You”, e
l'apprezzabile “It Won't Go Away”, ma le successive “Bad Boyz” e
“Panama” sono terribili tappabuchi. C'è anche una cover della
beatlesiana “In My Life”.
In
generale, il livello di Nash e Crosby è decisamente superiore a quello
di Stills; ogni brano raggiunge invece la perfezione attraverso gli
strumenti e le armonie vocali del trio – non è così obsoleto
sottolinearlo, in fondo si tratta di un importante album di ritorno dopo
vertiginose cadute in basso per le quali bisogna colpevolizzare
equamente tutti e tre.
Paradossalmente,
nelle antologie di Crosby e di Nash questi brani non sono molto
rappresentati. È un disco che si tende a lasciare nel dimenticatoio ma è
un tragico errore: sul serio, chiunque apprezzi gli sforzi di CSN negli
anni 70 non può non apprezzare After The Storm
per la sua qualità re-inventiva. CSN non si riciclano, su questo album;
i brani sono più dritti e commerciali rispetto a certi fasti
psichedelici d'inizio carriera – questo è vero – ma non per questo meno
interessanti. Sarebbe anche più interessante ascoltare versioni dal vivo
di questo materiale; e potrebbe accadere, dato che Nash ha accennato
all'uscita di un live dei primi anni '90.
Matteo Barbieri, Rockinfreeworld (postato originariamente su BeatBlog2)