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Last Time Around (1968) - Rassegna stampa



[…] Il 1968 è infatti l’anno della dissoluzione, prima Bruce Palmer viene rimpiazzato da Jim Messina, e poi i contrasti tra Young e Stills portano all’inevitabile scioglimento. Esce quindi Last Time Around, epitaffio in cui svettano due ballate younghiane – “On The Way Home” e “I Am A Child – che col loro nitore acustico prefigurano uno dei lati più felici della sua futura carriera solista, ma che non aggiunge granché alla leggenda. Sulla quale cala il sipario dopo l’ultimo concerto alla Long Beach Arena il 5 maggio.
Stills a quel punto afferma il suo talento di strumentista nelle Supersessions con Al Kooper e Mike Bloomfield , quindi si unisce a Crosby e Nash in tempo per cogliere l’oceanica acclamazione della Woodstock generation, cooptando l’anno dopo lo stesso Neil in modo da litigare e rincorrersi artisticamente come ai bei tempi.
L’uomo dell’Ontario a sua volta incide un album solista poco fortunato ( benché splendido),e poi troverà l’alchimia perfetta con una garage band losangelina che ribattezzerà Crazy Horse. Neil illuminerà i freddi anni ‘70 in molteplici sfaccettature – l’armonia dell’onda hippie, il dolore e le illusioni spezzate negli abissi di droga e morte, la rinascita con la tempesta di feedback di Rust Never Sleeps – per arrivare con invidiabile smalto fino ai giorni nostri, mentre il fuoco creativo di Stephen si spegnerà inesorabilmente. Meno memorabili le tracce lasciate dagli altri membri.
Furay e Messina formeranno i Poco, brillante combo country rock laddove lo svitato Palmer darà alle stampe un unico lavoro, The Cycle Is Complete: perla nera plasmata da una apocalittica e pazzesca psichedelia, estratta da una convulsa e pirotecnica jam con membri dei Kaleidoscope (USA), un album tanto morbosamente bello quanto ingiustamente dimenticato, per poi tornare nell’oblio, fino alla morte avvenuta qualche anno fa.
Cosa rimane dei Buffalo Springfield, oggi? Il lascito di un gruppo eclettico e irruento, visionario e incantevole, epitome della concezione del rock come sturm und drang del XX secolo. Cinque musicisti figli di un’epoca irripetibile e capaci di tracciare sentieri sonori che non cessano di illuminare chiunque ancora ci si addentri.
Junio C. Murgia, storiadellamusica.it



Questo è l'album più significativo dei Buffalo Springfield nel senso che ne connota l'operare come - con relativa eccezione per il primo album - personaggi che individualmente pubblicavano brani sotto l'egida di un gruppo. Jim Messina e Richie Furay nel '68 si ritrovarono con 3 brani di Young e 5 di Stills - oramai entrambi fuori dal gruppo, mentre Palmer non vi aveva più fatto ritorno. Aggiunse una composizione Messina, 3 Furay e il tutto fu pubblicato.
Last Time Around segna tutto sommato un passo indietro. Dall'avanguardia alla reazionarietà. Lo testimonia "On The Way Home" (Young) (No. 82 Pop Singles), pletorico e inutile power-country a più voci. "It's So Hard To Wait" (Furay/Young) riparte invece dai Jefferson Airplane della Slick più Nico (più genuflessa), e riesce nel suo minimalismo sussurrato a farsi apprezzare. "Pretty Girl Why" (Stills) continua appropriatamente e positivamente sulla linea degli esperimenti (adesso latineggianti e sulla linea di Tim Buckley). "Four Days Gone" (Stills) conferma la solidità dell'artigianato di Stills (vedi gli arrangiamenti impeccabili e non invadenti), ma inizia a far dubitare che si tratti di artigianato appunto (esperimenti fine a se stessi) e non di arte: dovrebbe questa, infatti, essere una confessione (alla Traffic) e non si capisce del tutto cosa confessi. "Carefree Country Day" (Messina) è un inaspettato bijou tenue tenue di cui si ricorderà ampiamente il Lou Reed più giocherellone (quello che rifà il music-hall). "Special Care" (Stills) è ancora una miniera da cui i posteri attingeranno - brano lineare e potente, ritmato e cantato come un country aspro (Traffic); le tastiere infine invadono l'insieme.
Last Time Around è tutt'altro che un lavoro raffazzonato e approssimativo. Tali brani lo dimostrano. "In The Hour Of Not Quite Rain" (Callen/Furay) è eseguito da un'orchestra e potrebbe (relativamente) essere una versione maschile di Nico: cupo, trascendentale e senza età (nemmeno un briciolo di rock). "Questions" (Stills) è un acid-rock esemplare (ancora da evidenziare il tono simile ai Traffic); "I Am A Child" (Young) conferma invece che l'ispirazione country e politically-correct-oriented di Young ancora proprio non funziona del tutto. Tuttavia Young compie un grande passo avanti - se non altro formale: vedi la freschezza e corposità del tutto - quel passo che gli consentirà, di lì a breve, l'esordio da solista.
"Uno Mundo" (Stills) è una clamorosa (e non bella) world-music che anticipa ampiamente Peter Gabriel da una parte e Paul Simon dall'altra ("Graceland"). Stills, tra il '67 ed il '68 almeno, è artista di avanguardia, non un folksinger. "Merry-Go-Round" (Furay) e "Kind Woman" (Furay) sono scialbi riempitivi degni del loro autore.
ondarock.it

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