La colonna sonora dell'11 settembre
di Luca Castelli
Tirando le somme, i tragici eventi dell’11 settembre non hanno sconvolto più di tanto il mondo della musica, che si trova a dover fare i conti con una crisi economica e d’identità dalle origini molto più lontane nel tempo. Tuttavia, è impossibile negare come le immagini degli aeroplani killer abbiano impressionato, sgomentato e influenzato le attività di centinaia di artisti. C’è chi – come Madonna, Janet Jackson o Mary J.Blige – all’indomani degli attentati terroristici ha improvvisamente bloccato ogni attività dal vivo, vuoi per motivi di sicurezza, vuoi per solidarietà nei confronti delle famiglie delle vittime (le stesse ragioni che, in Italia, hanno portato all’annullamento dell’Mtv Day 2001). Qualcun altro ha dovuto fare i conti con scelte artistiche prese in tempi non sospetti e diventate di colpo imbarazzanti e/o sconvenienti. Gli inglesi Primal Scream hanno dovuto rinominare una canzone, che da “Bomb the Pentagon” è diventata “Rise”; gli Strokes, che sotto le Torri Gemelle sono nati e cresciuti, hanno eliminato dalla versione americana dell’album “Is This It” il brano “New York City Cops”. Ancora più paradossale la situazione dei Dream Theater e dei Coup, costretti a ridisegnare in fretta e furia le copertine dei nuovi dischi, visto che quelle originali raffiguravano la skyline di Manhattan in fiamme e un’esplosione al World Trade Center. Molti artisti, soprattutto, hanno sentito il bisogno di esprimere il loro pensiero e le loro opinioni nel modo più naturale: con la musica. Decine di canzoni, in qualche modo legate all’11 settembre, sono state stampate su disco, trasmesse alla radio, suonate ai concerti: alcune nuove di zecca, magari frutto di un’ondata emotiva, altre ripescate dal repertorio; alcune più profonde, altre ai confini della ruffianeria. Di tutte queste, noi ne abbiamo scelte quindici, che formano la scaletta di un’ideale colonna sonora dell’11 settembre. Da Springsteen a Neil Young, da Sting a Paul McCartney, sono la conferma che a volte la musica riesce ancora ad andare oltre una semplice idea di intrattenimento, rivestendo invece il ruolo di commento – a volte critico, a volte emotivo, a volte solidale – ai fatti dell’umanità.
1. My City of Ruins (Bruce Springsteen) Scritta prima dell’11 settembre, ha rappresentato il momento più intenso di “A Tribute to Heroes”, uno dei mega-concerti di beneficenza celebratisi nei giorni successivi agli attentati. Springsteen l’ha anche inserita in chiusura del suo ultimo album “The Rising”.
2. Let’s Roll (Neil Young) La canzone è dedicata ai passeggeri del volo United Airlines 93 – quello precipitato in Pennsylvania – che con la loro rivolta a bordo impedirono all’aereo di raggiungere il bersaglio prefissato. “Let’s Roll” è l’ultima frase che uno dei passeggeri pronunciò al telefono, prima di attaccare i terroristi.
3. Where Where You? (When The World Stopped Turning) (Alan Jackson) Dov’eravamo quando gli aerei bucarono le Torri? Cosa stavamo facendo? Ognuno ha la sua risposta, e difficilmente riuscirà a cancellarla dalla memoria. Con questo brano, lo scorso 22 giugno, Alan Jackson ha trionfato ai Country Music Awards di Universal City.
4. Peace Train (Cat Stevens/Yusuf Islam) Uno degli effetti dell’11 settembre è stato incrinare i rapporti tra Occidente e Islam. Per questo ha assunto un particolare significato la voce di Cat Stevens, musulmano dal 1977 con il nome di Yusuf Islam. Lui ha deciso di far parlare la musica, ricantando il vecchio inno pacifista “Peace Train”.
5. America the Beautiful (Jon Bon Jovi/Richie Sambora) L’immagine dell’America ferita ha colpito particolarmente l’immaginario degli artisti musicali. Tre sono diventate le canzoni simbolo della riscossa: la prima è questa, che il cantante e il chitarrista dei Bon Jovi hanno messo a disposizione gratis sul sito www.bonjovi.com
6. God Bless America (Daniel Rodriguez) Il secondo brano tradizionale più cantato dagli americani ha raggiunto il massimo valore simbolico in questa interpretazione di Daniel Rodriguez, poliziotto di New York. L’introduzione al disco, messo in vendita a Natale, viene letta dall’ex-sindaco della Grande Mela Rudolph Giuliani.
7. The Star Spangled Banner (Whitney Houston) Ultimo della triade, l’inno americano. Whitney Houston è stata la prima a pubblicare la sua versione, pochi giorni dopo l’11 settembre. Subito dopo sono venute le Dixie Chicks, che hanno reso disponibile il brano in Mp3 sul sito www.dixiechicks.com.
8. Utopia (Alanis Morissette) Anche la cantautrice canadese ha scelto Internet per far sentire la sua voce nelle settimane successive agli attentati. Ha inserito sul suo sito ufficiale un’anteprima di “Utopia”, l’unico brano a sfondo sociale del nuovo disco “Under Rug Swept”.
9. John Walker Blues (Steve Earle) Mentre glorificava il sincero patriottismo di Springsteen, l’America si scandalizzava di fronte a questa canzone di Steve Earle, una quasi necessaria voce fuori dal coro che fa riferimento al “talebano Johnny”, il ragazzo americano seguace del mullah Omar catturato in Afghanistan.
10. Freedom (Paul McCartney) L’ex-Beatle fu uno dei primi a mobilitarsi per le famiglie delle vittime dell’11 settembre. Il 20 ottobre organizzò un grande concerto di beneficenza a New York e lì presentò questo brano, scritto di getto dopo gli attentati, che canta “il diritto di vivere in libertà”.
11. What More Can I Give (Michael Jackson e altri) Voluta da Michael Jackson e cantata dal vivo in un concerto contemporaneo a quello di McCartney, la canzone avrebbe dovuto essere incisa – per beneficenza - da una squadra di All Stars, tra cui Mariah Carey e Ricky Martin. Le liti tra Jackson e la Sony hanno bloccato l’operazione.
12. Politik (Coldplay) Una preghiera martellante, ipnotica, che alterna quiete e tempesta. E’ il brano che apre "A Rush of Blood to the Head", il nuovo album degli inglesi Coldplay. Sebbene esca solo adesso nei negozi, è stata scritta un anno fa, sulle ceneri delle Torri Gemelle.
13. 11 settembre 2001 (P.G.R.) Una parentesi italiana. P.G.R. (Per Grazia Ricevuta) è il nuovo progetto di Giovanni Lindo Ferretti e degli ex-C.S.I. Questa canzone chiude il loro album e racconta la salita dei pompieri di New York, che protetti da un elmetto e spinti dal dovere andarono incontro alla morte sui grattacieli in fiamme.
14. I Just Want to Have Something to Do (Pearl Jam) Ogni anno, a Natale, il gruppo di Seattle spedisce un singolo inedito ai suoi fan. Sulla copertina di quello del 2001, c’è l’immagine di Joey Ramone, lo scomparso leader dei Ramones, che domina la skyline di New York. Le sue gambe sono poste nel punto esatto dove sorgevano le Twin Towers.
15. Fragile (Sting) La sera dell’11 settembre, Sting suonò un concerto acustico nella sua villa toscana. L’evento avrebbe dovuto essere trasmesso su Internet, ma dopo quanto accaduto in giornata Sting autorizzò solo la diretta di una toccante versione di “Fragile”, dedicata alle vittime degli attentati.
Tirando le somme, i tragici eventi dell’11 settembre non hanno sconvolto più di tanto il mondo della musica, che si trova a dover fare i conti con una crisi economica e d’identità dalle origini molto più lontane nel tempo. Tuttavia, è impossibile negare come le immagini degli aeroplani killer abbiano impressionato, sgomentato e influenzato le attività di centinaia di artisti. C’è chi – come Madonna, Janet Jackson o Mary J.Blige – all’indomani degli attentati terroristici ha improvvisamente bloccato ogni attività dal vivo, vuoi per motivi di sicurezza, vuoi per solidarietà nei confronti delle famiglie delle vittime (le stesse ragioni che, in Italia, hanno portato all’annullamento dell’Mtv Day 2001). Qualcun altro ha dovuto fare i conti con scelte artistiche prese in tempi non sospetti e diventate di colpo imbarazzanti e/o sconvenienti. Gli inglesi Primal Scream hanno dovuto rinominare una canzone, che da “Bomb the Pentagon” è diventata “Rise”; gli Strokes, che sotto le Torri Gemelle sono nati e cresciuti, hanno eliminato dalla versione americana dell’album “Is This It” il brano “New York City Cops”. Ancora più paradossale la situazione dei Dream Theater e dei Coup, costretti a ridisegnare in fretta e furia le copertine dei nuovi dischi, visto che quelle originali raffiguravano la skyline di Manhattan in fiamme e un’esplosione al World Trade Center. Molti artisti, soprattutto, hanno sentito il bisogno di esprimere il loro pensiero e le loro opinioni nel modo più naturale: con la musica. Decine di canzoni, in qualche modo legate all’11 settembre, sono state stampate su disco, trasmesse alla radio, suonate ai concerti: alcune nuove di zecca, magari frutto di un’ondata emotiva, altre ripescate dal repertorio; alcune più profonde, altre ai confini della ruffianeria. Di tutte queste, noi ne abbiamo scelte quindici, che formano la scaletta di un’ideale colonna sonora dell’11 settembre. Da Springsteen a Neil Young, da Sting a Paul McCartney, sono la conferma che a volte la musica riesce ancora ad andare oltre una semplice idea di intrattenimento, rivestendo invece il ruolo di commento – a volte critico, a volte emotivo, a volte solidale – ai fatti dell’umanità.
1. My City of Ruins (Bruce Springsteen) Scritta prima dell’11 settembre, ha rappresentato il momento più intenso di “A Tribute to Heroes”, uno dei mega-concerti di beneficenza celebratisi nei giorni successivi agli attentati. Springsteen l’ha anche inserita in chiusura del suo ultimo album “The Rising”.
2. Let’s Roll (Neil Young) La canzone è dedicata ai passeggeri del volo United Airlines 93 – quello precipitato in Pennsylvania – che con la loro rivolta a bordo impedirono all’aereo di raggiungere il bersaglio prefissato. “Let’s Roll” è l’ultima frase che uno dei passeggeri pronunciò al telefono, prima di attaccare i terroristi.
3. Where Where You? (When The World Stopped Turning) (Alan Jackson) Dov’eravamo quando gli aerei bucarono le Torri? Cosa stavamo facendo? Ognuno ha la sua risposta, e difficilmente riuscirà a cancellarla dalla memoria. Con questo brano, lo scorso 22 giugno, Alan Jackson ha trionfato ai Country Music Awards di Universal City.
4. Peace Train (Cat Stevens/Yusuf Islam) Uno degli effetti dell’11 settembre è stato incrinare i rapporti tra Occidente e Islam. Per questo ha assunto un particolare significato la voce di Cat Stevens, musulmano dal 1977 con il nome di Yusuf Islam. Lui ha deciso di far parlare la musica, ricantando il vecchio inno pacifista “Peace Train”.
5. America the Beautiful (Jon Bon Jovi/Richie Sambora) L’immagine dell’America ferita ha colpito particolarmente l’immaginario degli artisti musicali. Tre sono diventate le canzoni simbolo della riscossa: la prima è questa, che il cantante e il chitarrista dei Bon Jovi hanno messo a disposizione gratis sul sito www.bonjovi.com
6. God Bless America (Daniel Rodriguez) Il secondo brano tradizionale più cantato dagli americani ha raggiunto il massimo valore simbolico in questa interpretazione di Daniel Rodriguez, poliziotto di New York. L’introduzione al disco, messo in vendita a Natale, viene letta dall’ex-sindaco della Grande Mela Rudolph Giuliani.
7. The Star Spangled Banner (Whitney Houston) Ultimo della triade, l’inno americano. Whitney Houston è stata la prima a pubblicare la sua versione, pochi giorni dopo l’11 settembre. Subito dopo sono venute le Dixie Chicks, che hanno reso disponibile il brano in Mp3 sul sito www.dixiechicks.com.
8. Utopia (Alanis Morissette) Anche la cantautrice canadese ha scelto Internet per far sentire la sua voce nelle settimane successive agli attentati. Ha inserito sul suo sito ufficiale un’anteprima di “Utopia”, l’unico brano a sfondo sociale del nuovo disco “Under Rug Swept”.
9. John Walker Blues (Steve Earle) Mentre glorificava il sincero patriottismo di Springsteen, l’America si scandalizzava di fronte a questa canzone di Steve Earle, una quasi necessaria voce fuori dal coro che fa riferimento al “talebano Johnny”, il ragazzo americano seguace del mullah Omar catturato in Afghanistan.
10. Freedom (Paul McCartney) L’ex-Beatle fu uno dei primi a mobilitarsi per le famiglie delle vittime dell’11 settembre. Il 20 ottobre organizzò un grande concerto di beneficenza a New York e lì presentò questo brano, scritto di getto dopo gli attentati, che canta “il diritto di vivere in libertà”.
11. What More Can I Give (Michael Jackson e altri) Voluta da Michael Jackson e cantata dal vivo in un concerto contemporaneo a quello di McCartney, la canzone avrebbe dovuto essere incisa – per beneficenza - da una squadra di All Stars, tra cui Mariah Carey e Ricky Martin. Le liti tra Jackson e la Sony hanno bloccato l’operazione.
12. Politik (Coldplay) Una preghiera martellante, ipnotica, che alterna quiete e tempesta. E’ il brano che apre "A Rush of Blood to the Head", il nuovo album degli inglesi Coldplay. Sebbene esca solo adesso nei negozi, è stata scritta un anno fa, sulle ceneri delle Torri Gemelle.
13. 11 settembre 2001 (P.G.R.) Una parentesi italiana. P.G.R. (Per Grazia Ricevuta) è il nuovo progetto di Giovanni Lindo Ferretti e degli ex-C.S.I. Questa canzone chiude il loro album e racconta la salita dei pompieri di New York, che protetti da un elmetto e spinti dal dovere andarono incontro alla morte sui grattacieli in fiamme.
14. I Just Want to Have Something to Do (Pearl Jam) Ogni anno, a Natale, il gruppo di Seattle spedisce un singolo inedito ai suoi fan. Sulla copertina di quello del 2001, c’è l’immagine di Joey Ramone, lo scomparso leader dei Ramones, che domina la skyline di New York. Le sue gambe sono poste nel punto esatto dove sorgevano le Twin Towers.
15. Fragile (Sting) La sera dell’11 settembre, Sting suonò un concerto acustico nella sua villa toscana. L’evento avrebbe dovuto essere trasmesso su Internet, ma dopo quanto accaduto in giornata Sting autorizzò solo la diretta di una toccante versione di “Fragile”, dedicata alle vittime degli attentati.