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Il futuro del rock è in pericolo? Niente paura: ci pensa David ‘Inseminator’ Crosby (JAM, 2007)



La notizia è del 9 gennaio scorso. Melissa Etheridge, rockeuse tosta e orgogliosamente lesbica, ha deciso di rivelare al mondo il suo ‘segreto’. Da qualche anno Melissa divide insieme alla compagna, la filmaker Julie Cypher, non solo la propria vita intima e una fantastica villa degli anni 20 a Los Angeles ma anche il piacere di allevare due bei pargoletti, Bailey e Beckett, rispettivamente di tre anni e un anno. Ultimamente, i pettegolezzi sul nome del padre biologico dei ragazzini sono aumentati a dismisura tanto che la coppia Cypher-Etheridge è stata costretta a sopportare grosse pressioni. Persino il potentissimo David Letterman (che ha ospitato la Etheridge nel suo show televisivo un paio di mesi fa in occasione dell‘uscita del suo ultimo album Breakdown) ha cercato senza pudore, ma con scarso successo, lo scoop in diretta: "Non sono un esperto di genetica", ha osservato Letterman, "ma, penso che da qualche parte ci debba essere un padre. Allora, ci vuoi dire chi è?". La povera Melissa, alzando le braccia quasi in segno di resa, con un pizzico d‘imbarazzo misto a vergogna ha sussurrato: "Il suo nome è… Dan Quayle!". Le risate per l‘improvvisa ma alquanto improbabile nomination (Quayle è certamente l‘uomo politico americano più insultato degli ultimi dieci anni) hanno calmato l‘arroganza di Letterman ma non le ‘pruderies‘ e la fame di pettegolezzo del pubblico. Così, per rispondere alle voci (alimentate dalle prime rivelazioni della Etheridge) che volevano che il ‘celebre papà’ fosse, a seconda dei gusti, Brad Pitt (un buon amico della coppia lesbo), Bruce Springsteen (da sempre estimatore della Etheridge) o persino Tom Hanks, Melissa ha deciso di svelare l‘arcano una volta per tutte. Il nome è stato, per i più, una vera sopresa: David Crosby. Già, proprio lui, il vecchio, pacioso, geniale, amatissimo ‘Croz’ che all‘inizio degli anni 90 dopo essersi ripulito, aveva (quasi cinquantenne) festeggiato con la moglie Jann la nascita del piccolo Django (un nome, una garanzia) e che soltanto un paio di anni fa aveva rivelato al mondo di aver ritrovato un figlio (James Raymond) dato in adozione oltre trent‘anni prima. Non solo. Avendo scoperto che James era un ottimo musicista, David aveva persino formato con lui una nuova band (i peraltro eccellenti CPR, con i quali ha inciso due album e fatto diversi tour in tutto il mondo). Nel frattempo, ‘Croz’ si era fatto un fegato nuovo e, due mesi fa, si è riunito con Stills, Nash and
Young per l’album Looking Forward e per il conseguente tour (vedi Jam 54). Quando cazzo ha trovato il tempo di trombarsi anche la Etheridge? E poi, con tutte le gnocche che circolano per Hollywood, perché proprio la Melissa che simpatica è simpatica ma il sex appeal non è il suo forte? E come l‘avrà messa con Jann? Calma. Facciamo il punto della situazione. Innanzitutto David non si è scopato Melissa. Ha solo donato il suo seme che è stato poi portato nel grembo da Julie (la donna di casa della coppia Cypher-Etheridge). E Jann, non solo era consenziente: addirittura pare sia stata quella che ha avuto l’idea (forse per far sfogare i bollori del vecchio David?). Nell’intervista esclusiva rilasciata a Rolling Stone, la Etheridge ha raccontato che "ci è capitato di incontrare David e Jann Crosby alle Hawaii. Essendo due buoni amici, ad un certo punto abbiamo parlato con loro del problema di avere un figlio. È stata Jann a proporre David come padre biologico. Io e Julie ci abbiamo pensato circa un anno e poi abbiamo deciso di accettare la proposta". Strategicamente, il progetto era infatti buonissimo. Anche per la carriera (e per il futuro) di Melissa. La ragazza del Kansas scoperta da Chris Blackwell, dopo anni di gavetta, ce l‘aveva fatta nel 1993 con l‘album Yes I Am. Ma da allora, proprio quando si cominciava a parlare di lei come della Springsteen in gonnella o della nuova Janis, non era più riuscita a ripetere il successo e a infilare hit tipo Come To My Window o I’m The Only One. Mediante l‘accoppia-mento con Crosby non solo risolveva la sua ansia di maternità ma si garantiva un bel futuro sia genetico che economico. Trovate che la mia sia una posizione cinica? Beh, provate a considerare un paio di particolari. Primo: per la Etheridge non è la prima volta. Nel 1993, giusto alla vigilia dell‘uscita del suo album Yes I Am decide (ma guarda che coincidenza…) di rivelare al mo
ndo la sua omosessualità. Risultato: il disco vende 6 milioni di copie e la Melissa diventa la nuova eroina delle lesbiche americane. Non a caso a un suo bellissimo concerto a Roma (tre, quattro anni fa) tra il pubblico ho visto le due regine del tennis, Billie Jean King e Martina Navratilova entrambe omosessuali dichiarate. Svelare oggi il mistero del padre biologico dei ragazzini (a poche settimane dall‘uscita del suo ultimo album) le è valsa la storia in esclusiva (e la copertina!!) di Rolling Stone: complimenti. Restiamo in attesa del numero di copie vendute di Breakdown. Secondo: in un momento in cui il rock sta annaspando alla ricerca di nuove strade e nuovi eroi e quando i cosiddetti ‘figli d‘arte’ (Jakob Dylan, Jeff Buckley, Chris Stills, Eagle-Eye Cherry, Sean Lennon, ecc.) stanno diventando una moda, la Etheridge si sceglie un partner che è garanzia assoluta. David Crosby diventa dunque come Ribot, un purosangue che a fine carriera si trasforma in una sorta di stallone D.O.C. Mi rendo conto che la riflessione è alquanto ‘osé’ ma proprio quando (purtroppo) ci stiamo avviando a un mondo in cui clonazioni e modifiche genetiche stanno entrando nelle nostre vite forse parlare di ‘inseminazioni rock‘ è meno grave di quel che si pensi. E, soprattutto, non sarebbe davvero l‘idea migliore per dare un futuro serio al rock italiano? David Crosby, ‘The Inseminator’, è a disposizione: sono aperte le prenotazioni.
di Ezio Guaitamacchi da JAM, 2007 - Foto di Mark Seliger

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