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Visualizzazione dei post da 2010
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Neil Young - Milano 2003

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ECCO NEIL YOUNG IN «GREENDALE»: UNA BUONA NOVELLA Ci vuole coraggio. Forse anche un pizzico d’incoscienza. Andare in giro da solo per il mondo con un pugno di magnifiche chitarre e di tastiere d'altri tempi, sistemarsi al centro del palco di un teatro e mettersi a suonare tante canzoni nuove. Raccontandole per filo e per segno. E lasciando in seconda battuta i classici di un repertorio di stratosferica bellezza. Roba da pazzi. O da Neil Young. Che cavallo matto del rock lo è per davvero e se n’è sempre altamente infischiato di regole e convenzioni, facendo esattamente quel che voleva. A rischio di far perdere l’equilibrio mentale anche al più accanito dei fan. La sua ultima follia è questo tour atipico. Due tempi in perfetta solitudine per tre ore di musica. Una prima parte dedicata ai dieci inediti di Greendale , concept-album d’uscita prossima ventura (forse questa estate) registrato con Billy Talbot e Ralph Molina dei Crazy Horse. Una seconda riservata ai cavalli di bat...

Neil Young - Brescia 2001

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NEIL E I CRAZY HORSE NOTTE MAGICA A BRESCIA È fin troppo facile stendere un' apologia di Neil Young: basta compulsare la sterminata discografia del cavaliere elettrico più amato e rispettato. Il 'loner' canadese ha riempito le cronache artistiche fin dalla metà degli anni Sessanta, prima con i Buffalo Springfield, quindi con il supergruppo più celebre della West Coast californiana, insieme a Crosby, Stills e Nash, e infine con un rosario di album solisti, dove spendere l'animo del poeta, la dimensione della ballad intimista e malinconica in parallelo alla gragnuola di watt e tossine, in un micidiale, sulfureo cocktail di dannazione a tutto volume. Sguardo ieratico, magnetico, torrido, Neil Young è, da sempre, un formidabile animale da musica. Persino quando i suoi dischi non paiono riusciti, opachi, lontani dai 'must' cui ci ha abituati, il cinquantacinquenne profeta del grunge risulta come attraversato da un brivido corrosivo, da un graffio capace di s...

Live at Massey Hall 1971 (2007) - Rassegna Stampa pt.2

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36 anni di anonimato per questo incredibile live di Neil Young alla Massey Hall. 1971: un uomo, la sua chitarra, le sue canzoni. Perché parlare di un concerto tenuto nel 1971 mai edito ed uscito solo ora, 35 anni dopo? Semplice perché è stupendo. Invito chiunque ad ascoltare queste 17 canzoni e riuscire a non emozionarsi. Bé dico… provate a mettere il dvd nel vostro lettore premete play. Siete nel 1971. Chiudete gli occhi. Immaginate una persona che parte dal Canada, ottiene un successo straordinario in California per cinque lunghi anni, giusto il tempo di fondare un gruppo dal nome Buffalo Springfield, dare una mano a tre amici dal nome Crosby, Still & Nash - sì quelli di 4 Way Street - il live che uscirà di li a poco raccogliendo i nastri di una tournee trionfale e del bellissimo Dejà Vu. Registrare un disco da solista - After The Gold Rush - e successivamente tornare in Canada ed esibirsi nella Massey Hall. Si proprio quel luogo mitico dove 18 anni prima suonarono gente del c...

Live at Massey Hall 1971 (2007) - Rassegna Stampa pt.1

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Nell’armadio di Neil Young Siamo alla seconda tappa di questo viaggio nella storia musicale del grande Young. «Massey Hall 1971»: praticamente la «mamma» di «Harvest». Emozionante. Anche Dylan ha scelto questa strada a ritroso nel tempo...   C'è un musicista di 62 anni, famoso da quando ne aveva 27 (nel 1972 il suo album Harvest raggiunse il primo posto in tutte le classifiche del mondo), che sta sconvolgendo le regole del marketing discografico. Si chiama Neil Young, è canadese, il suo disco più recente – un durissimo atto d'accusa all'amministrazione Bush per le bugie sull'Iraq – si intitola Living With War. Forse Young non è il primo (tra le rockstar ci sembra che Prince abbia intuito prima di chiunque altro le possibilità della rete e dell'auto-promozione), ma certo sta perseguendo una linea di «visibilità artistica», chiamiamola così, del tutto originale. Ha un sito internet pazzesco, www.neilyoung.com, al tempo stesso un archivio di video e di canzoni e...

Neil Young - Firenze e Verona 2008

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NEIL YOUNG, IMPERDIBILE SCORBUTICO Ben Keith, Rick Rosas, Anthony Crawford, Neil Young, Ralph Molina a Firenze il 22 giugno 2008. Foto di Matteo 'Painter' Barbieri Orgoglioso come un vecchio e indomabile leone, Neil Young ha aperto l’altra sera al Nelson Mandela Forum di Firenze la parte estiva del Chrome Dreams II Tour. Chi lo conosce un poco sa che il cantautore canadese ama spiazzare anche i suoi fedelissimi. Niente spazio per la moglie Pegi, questa volta (grazie al cielo!), e niente separazione tra set acustico e set elettrico. Va comunque segnalata la buona prova degli Esterina, cui è toccato il compito non facile di cominciare la lunga e calda serata fiorentina. Rock band molto interessante, con uno stile personale e strumenti insoliti come il vibrafono e il theremin. Di loro, toscani di Massarosa e titolari di un cd intitolato Di ferro e di botte , sentiremo di sicuro riparlare. Per non smentire la sua leggendaria imprevedibilità, Young - accompagnato da ...

Fork In The Road - Rassegna Stampa pt.2

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Il “Grande Bisonte” è di nuovo in pista, e ogni volta che parla, è come se lasciasse scorrazzare il tempo, tra i canyon delle rughe che solcano il suo volto; e come vecchi capi Sioux, dispensa le scarse dichiarazioni con franchezza e convinzione, senza lasciare la minima possibilità di battibecco. 63 anni passati dall’altra parte della barricata, contro tutto e tutti, sempre a fianco del bisogno e degli ideali. Il marchio di fabbrica Young – anche se qualche volta logorato da scivoloni - surclassa la sua stessa mitologia dove anche le pietre ne conoscono vizi e virtù; Fork In The Road è il disco dell’attualità ecologica e prettamente versato alle fonti di energia alternativa al petrolio, che esce dalle crociate anti Bush di Living With War, ed entra nelle grazie della nuova politica Obamiana con la freschezza indomita di un rockers ventenne. Ma appunto, come ventenni pieni di speranze e molti controsensi e facinorosità ambigue. Non ci sono i “Cavalli Pazzi” al suo seguito, e l...

Fork In The Road - Rassegna Stampa pt.1

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Sembrava che gli archivi fossero cosa fatta. Sui grandi negozi on line, come Amazon, era già disponibile l’immagine del box con il pezzo, questo fino a metà febbraio. Poi, di nuovo, il silenzio. Ed ecco che, come è già successo un paio d’anni fa, spunta un disco nuovo. Solo che questa volta non ci possiamo consolare, non è Chrome Dreams. È Fork In The Road. Un disco elettrico, buttato lì senza una canzone degna di nota (o quasi), registrato tra una pausa e l’altra del tour 2008. registrato con la sua touring band (Ben Keith, pedal steel e tastiere, Chad Cromwell, batteria, Rick Rosas, basso, Pegi Young, voce, Anthony Crawford, voce e chitarra) Fork In The Road è un disco poco ispirato. Forse meriterebbe anche tre stelle ma, nell’ottica della discografia younghiana, questo è un album chiaramente minore. Uno che dimenticheremo in fretta. Young non è nuovo a queste capate, già in passato ha propinato dischi inutili, soprattutto negli anni Ottanta, e spesso mostra di lasciarsi traspo...