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NYA Concert Timeline, tutti i concerti del 2023 e 2024 con voto e commento

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Cosa sono i Timeline Concert? Sono registrazioni ufficiali dei concerti di Neil Young rilasciate in streaming sul  sito ufficiale  agli abbonati. Perciò se non vi siete ancora abbonati, correte a farlo ora per poterli ascoltare! Prima di lasciarvi ai nostri commenti su tutti gli show apparsi lungo il 2023 e il 2024, ricordate che  QUI  potete vedere l'elenco completo del materiale uscito su NYA e inedito altrove (live, tracce studio, videoclip, film ecc, sempre aggiornato);  QUI  invece potete leggere il commento ai concerti apparsi sulla Timeline Concert durante il 2021 e QUI  quelli del 2022. Eurotour 01 - 24/7/2001  Rotterdam, Netherlands [ setlist ]  con Crazy Horse Voto: ☆ ☆ ☆ ☆ ☆ Dell'Eurotour 2001 era già uscito il concerto di   Stoccolma , ma questo è più lungo, ha più canzoni e una qualità audio superiore. I brani di punta del periodo sono "Goin' Home" (a cui si aggiunge Larry Cragg al piano, suonata addirittura due volte n...

La prima stesura di After The Gold Rush

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Rientrato dal tour con i Crazy Horse, nel marzo 1970, Neil abbandona definitivamente l'idea di dar forma a un nuovo album a firma Crazy Horse dal titolo Oh Lonesome Me , oggetto nei mesi precedenti di numerosi ripensamenti in termini di contenuto e scaletta. Eravamo rimasti qui, ricordate? Se no, prima di proseguire la lettura andate a recuperare  la storia di Oh Lonesome Me   e di come è quasi diventato  After The Gold Rush. Quasi. Perché alla storia manca ancora un capitolo. Lo scatto di Joel Bernstein  origine della copertina di After The Gold Rush Il motivo per cui Young passa dai Crazy Horse a Gold Rush è duplice. Primo, l'inizio dell'escalation nell'eroina da parte di Danny Whitten, che porta Young e il suo management a decidere di mettere la band in stand-by. I suoi membri saranno coinvolti nel nuovo progetto solo in modo marginale. Secondo, la manciata di nuovi pezzi, freschi di stesura, che Young vuole registrare. Per farlo assembla uno studio nel ...

Crosby, Stills, Nash & Young: dietro le quinte del supergruppo stellare (Rolling Stone, 1969)

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Dietro di loro c'è tutto l'entourage alle prese con il sipario che celerà il corredo elettrico sino al momento in cui la loro musica lignea acustica non sarà finita. Le tende sono nere: dietro Crosby, Stills, Nash & Young non vi sarà alcun tipo di luce. È giovedì, al Winterland Auditorium di San Francisco le prove sono fissate per le cinque del pomeriggio. Dallas Taylor, il batterista, cammina sul bordo del palco, mentre Steve Stills sta provando un pianoforte e non si accorge di lui. Dallas va verso Steve e sorride furbescamente: è il momento degli scherzi. Improvvisamente Dallas sbuca alle spalle di Steve con un urlo, e finge di ucciderlo con una pistola. Stills si irrigidisce, cade dallo sgabello e si fionda dritto su Crosby alle prese con la chitarra, provocando un disastro cacofonico.  In prima fila, dalla parte opposta, Graham Nash viene allertato dal gran rumore, mentre prova a mettere ordine nella scaletta dei brani che verranno eseguiti quella sera. Dopo aver const...

Crosby Stills Nash & Young: Live At Fillmore East 1969 (Rhino Records, 2024)

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clicca per acquistare Suite: Judy Blue Eyes Blackbird Helplessly Hoping Guinnevere Lady Of The Island Go Back Home On The Way Home 4 + 20 Our House I’ve Loved Her So Long You Don’t Have To Cry Long Time Gone Wooden Ships Bluebird Revisited Sea Of Madness Down By The River Find The Cost Of Freedom Questo live album, che finalmente ci porta una testimonianza completa e ufficiale dell'anno del battesimo del supergruppo CSN&Y, e del loro primo tour, si compone, proprio come il concerto originale, di un primo set di brani acustici e di una seconda parte di brani elettrici. Tra di essi, i primi successi del trio Crosby Stills Nash che aveva da poco esordito con l'omonimo album ("Helplessly Hoping", "Suite Judy Blue Eyes", "Guinnevere", "You Don’t Have To Cry", "Long Time Gone", "Wooden Ships"), alcuni nuovi brani che di lì a poco sarebbero finiti su Dejà Vu ("4+20", "Our House") o sul disco solista di...

ARCHIVES VOL.III: GLI ANNI TURBOLENTI DI SHAKEY RIVISITATI IN 22 DISCHI E 198 TRACCE (UNCUT)

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I primi due dischi di Archives III (finalmente!) sono tratti dai concerti al Budokan e all'Hammersmith Odeon del tour mondiale del 1976 di Neil Young & Crazy Horse, e ti fanno desiderare di aver assistito ad almeno uno di quei concerti. Poi ti ricordi di esserlo stato: Hammersmith, 31 marzo, quarta fila, mezzo accecato dalla polvere che veniva spazzata via dal palco da un'enorme macchina del vento durante una delle prime esibizioni di "Like A Hurricane". Di colpo ricordi tutto. Prima, Neil da solo, in acustico, con una scaletta che è il sogno di ogni fan. Poi i Crazy Horse si uniscono a lui per un secondo set che include "Down By The River", "Like A Hurricane", "Southern Man", "Cortez The Killer", "Cinnamon Girl", "Cowgirl In The Sand". Canzoni diventate centrali nel repertorio dei concerti di Young nei decenni a venire, ma queste registrazioni risalgono a prima che diventassero famose. Tutto sembrava app...

L'EPICO ARCHIVES III ABBRACCIA CAOS, TRASCENDENZA E DISTORSIONE (MOJO)

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A metà di Across The Water - il nuovo documentario di due ore sulle tournée in Giappone e Regno Unito del 1976 di Neil Young e i Crazy Horse, che apre la parte visiva del suo gigantesco terzo cofanetto d'archivio - il cantante viene intervistato a cena nel suo hotel di Londra. Alla domanda su come vuole essere ricordato dopo la sua morte, Young, allora trentenne, scherza su una possibile lapide: “È morto cercando un cuore d'oro!” Poi il suo umore cambia. “Vorrei che la gente sapesse che sono stato qui. Ho trascorso il primo quarto della mia vita cercando di lasciare un segno... Vorrei lasciare dietro di me qualcosa con un punto di vista”. Archives III rappresenta tutto ciò che è successo dopo, in termini di caos, trascendenza e distorsione: attraverso quel "ritorno ad Harvest" che è Comes A Time, lo spettacolo garage rock di Rust Never Sleeps e Live Rust del 1979, fino alle ripetute crisi e alle inversioni di genere degli anni Ottanta, quando Young era alla Geffen Rec...

ARCHIVES VOL.III DOCUMENTA UN'EPOCA BRILLANTE E TURBOLENTA (VARIETY)

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A metà del 1976, dove iniziano i brillanti e problematici anni contenuti in questo terzo capitolo della sua vasta serie Archives, Neil Young era già sul Monte Rushmore della sua generazione. Nel decennio precedente aveva scritto successi divenuti dei classici, da “Heart of Gold” e “Only Love Can Break Your Heart” a “Cinnamon Girl”, “Mr. Soul”, “Down by the River” e “Cortez the Killer”; come artista solista e come membro dei Buffalo Springfield e di Crosby, Stills, Nash & Young, aveva gettato le basi del country-rock che dominava le onde radio degli anni Settanta come nessun altro. Tuttavia, non appena raggiunto, ha rifiutato il successo commerciale mainstream, abbandonando notoriamente il centro della strada “per il fosso”, come ha scritto nelle note di copertina della sua retrospettiva del 1977, Decade: “un viaggio più accidentato, ma dove ho incontrato persone più interessanti”. In breve tempo è diventato il musicista contemporaneo più ferocemente autodeterminato dai tempi di Bob...